La storia dei Tarocchi

I Tarocchi sono raffigurazioni simboliche degli archetipi e hanno quindi la capacità di “parlare” alla parte più profonda della nostra coscienza, sono come dei sogni di valore universale schematizzati in poche immagini ricchissime di significati, sono un mezzo per risvegliare le nostre più nascoste capacità e per trascendere i limiti dello spazio e del tempo.
Concretamente non sono altro che un mazzo di carte, anche se piuttosto diverse dalle comuni carte da gioco: infatti, oltre agli Arcani Minori, cinquantasei carte divise nei
conosciuti quattro semi di Denari, Spade, Bastoni e Coppe, i Tarocchi comprendono anche ventidue Arcani Maggiori, carte numerate e chiamate con nomi particolari che spesso
da soli riescono ad evocare in noi antiche suggestioni.
I Tarocchi sono conosciuti in Europa almeno dal XIV secolo, ma nessuno può dire con certezza quale sia la loro origine, anche se sono state formulate interessanti ipotesi che collegano i Tarocchi alla cultura iniziatica dell’antico Egitto, oppure alla sapienza orientale che i Cavalieri Templari avrebbero appreso dai Sufi e da altri mistici durante le Crociate e quindi importato e diffuso in Europa. Sembra invece improbabile che siano stati gli Zingari ad introdurre queste carte in occidente visto che esistono prove documentate della presenza dei Tarocchi in epoca precedente a quella delle prime ondate migratorie di questo popolo. Anche l’etimologia della parola “Tarocco” risulta oscura ed assai incerta, pur non mancando fantasiose ed anche stimolanti ipotesi.
Il fatto singolare che gli Arcani Maggiori siano proprio ventidue come le lettere dei più arcaici alfabeti conosciuti ci dà un indizio sulla antichità di queste immagini e sul loro significato originale, mentre il tradizionale abbinamento dei Tarocchi con le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico ne evidenzia il loro rapporto con la Cabala.
I Tarocchi come archetipi sono antichi almeno quanto l’umanità, ma probabilmente la struttura dei Tarocchi nacque insieme all’astrologia e al primo alfabeto durante l’Era dell’Ariete (dal 2000 a.C. circa all’Era Cristiana) come sistema di conoscenza iniziatica, mentre le figure attuali presero la loro definitiva forma nel Medio Evo.
Tarocchi, astrologia, Cabala, alchimia ed altre discipline iniziatiche occidentali subirono quindi in varia misura dei processi di volgarizzazione e furono utilizzate anche per scopi diversi da quelli originari. Dai Tarocchi derivarono numerosi giochi di carte che si diffusero in tutto il mondo e che spesso sono ancora popolari.
Nel 1700, con il risvegliarsi dell’interesse per l’esoterismo in Europa, i Tarocchi ebbero un certa popolarità con personaggi come Court de Gébelin ed il suo allievo Etteilla, che diffusero nuovi mazzi. Anche in seguito il successo dei Tarocchi proseguì sulla scia degli studi di Eliphas Levi, Papus, de Guaïta, Mathers, Waite, Wirth, Case, Zain, Crowley ed altri.
Alcuni hanno studiato di più l’aspetto iniziatico ed occulto delle lame, altri il loro uso come mezzo di divinazione; molti autori crearono nuovi mazzi con figure più o meno conformi alle tradizionali ed altri ottimi Tarocchi sono stati stampati recentemente in versioni più moderne, con il risultato che oggi gli appassionati possono scegliere fra i vari mazzi in commercio quello che più stimola la loro fantasia.
Giovanni Pelosini



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