I Tarocchi di Marsiglia

Fra i tanti mazzi di Tarocchi oggi in circolazione, i Tarocchi di Marsiglia non sono certamente quelli con le origini più antiche, essendo probabilmente copie del mazzo parigino stampato da Jean Noblet già nel XVII secolo o di altri mazzi francesi, come quello di Nicolas Conver (1760), ispirati all’iconografia tradizionale italiana dei secoli precedenti. Tuttavia sono fra i più famosi. Ne esistono numerose versioni prodotte in Francia e in Svizzera soprattutto nel XVIII secolo, che all’epoca erano ancora chiamati “Tarocchi italiani”, prendendo finalmente il nome di Tarocchi di Marsiglia soltanto nel 1930 e diventando nel tempo popolarissimi in tutto il mondo.

Dovendo scegliere il mio primo mazzo di Tarocchi di Marsiglia, opterei per Tarocchi Universali Marsigliesi de Lo Scarabeo (nell’immagine a fianco), una riproduzione usata anche in una drammatica scena del film “Il guardiano invisibile” di Fernando Gonzàlez Molina (2017).

Alejandro Jodorowsky, uno fra i più profondi conoscitori del mondo dei simboli dei Tarocchi, nel 1997 ha completato una ricerca durata quattro anni in collaborazione con Philippe Camoin, erede e discendente diretto della famiglia di tipografi marsigliesi di uno di questi mazzi. Analizzando le antiche tavole di stampa e venendo a conoscenza di inediti particolari relativi alla storia della fabbricazione degli Arcani e al loro simbolismo, Jodorowsky e Camoin hanno riprodotto una versione del mazzo “Conver” con colori e particolari diversi dai mazzi di Tarocchi Marsigliesi tradizionali tuttora in commercio. E hanno così contribuito alla già grande diffusione di queste carte.

Anche se probabilmente questa non è la riproduzione fedele del primo originario mazzo di Tarocchi di Marsiglia, si tratta in ogni caso di un interessante mazzo ricco di nuovi colori e simboli inediti, pieno di suggestioni e di nuove ipotesi interpretative dei significati degli Arcani.

Osservando per esempio l’immagine del Tarocco La Maison Dieu (La Torre), Jodorowsky notò che i due personaggi non sembrano proprio precipitare dall’alto della torre, come in genere si interpreta: uno pare che cammini sulle mani come un equilibrista, mentre l’altro addirittura sembra uscire dalla porta sotto una pioggia di coriandoli colorati. Ciò fa pensare più a una rappresentazione simbolica o a una drammatizzazione che non al reale crollo di un edificio. Nello stesso modo si osservano nuovi particolari interessanti di altri Arcani, come il colore degli occhi dell’Imperatrice, i due serpenti ai piedi della Temperanza, o l’uovo dell’aquila nelle carte dell’Imperatore e della Papessa, che in gran parte però sembrano inediti e geniali spunti interpretativi dell’autore piuttosto che antichi codici iconografici perduti e ritrovati.

Alcuni appassionati oggi credono che i Marsigliesi siano le più antiche e originali rappresentazioni dei Tarocchi: questo è un errore storico. Ricordo che i Tarocchi cosiddetti “di Marsiglia” derivano da disegni originali italiani, e comunque non sono le prime riproduzioni conosciute, poiché furono stampati almeno due secoli dopo i Trionfi quattrocenteschi delle corti dei signori di Milano e di Ferrara, che sono i documenti cartacei più antichi degli Arcani Maggiori.

Giovanni Pelosini



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