Gli improbabili binari dei Santini Del Prete

Franco Santini e Raimondo Del Prete sono due artisti-ferrovieri, due personaggi incredibili, molto affiatati, di grande umanità, che dal 1992 imperversano in Europa con le loro mostre e le loro performance. La loro arte, o piuttosto la loro “non-arte”, così come la definiscono, è carica di ironia e di creatività, a partire dal nome che, per destino e per scelta, si sono dati.
Non è raro incontrare I Santini Del Prete, rigorosamente in divisa delle Ferrovie dello Stato, in improbabili situazioni, magari in compagnia degli amici della Casa dell’Arte, oppure con Pablo Echaurren, Dario Fo, Enrico Baj…

Sono ormai famosi i loro virtuali voli sulle città e sui binari che le collegano. Sono anche i principali protagonisti del Canto Pitagorico di Gaspare O. Melcher, realizzato come cortometraggio e presentato dal vivo in varie occasioni in Svizzera e in Italia.
Di buon grado si sono lasciati coinvolgere dalle attività della Libera Università di Treggiaia ed hanno accettato di essere gli interpreti dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi in un mazzo fotopoetico che ho ideato e sceneggiato appositamente per loro, pubblicato nel 2006: Il Sentiero dei TarocchiI Tarocchi Pelosini – Santini Del Prete.

Per spiegare la peculiare personalità artistica, dei due artisti-ferrovieri ho pensato a binari onirici e simbolici, non reali, giocando, come sempre fanno loro, con i diversi paradigmi del reale.

“Improbabili Binari”

La prima volta che osservi I Santini Del Prete sei spiazzato, il tuo treno dei pensieri deraglia prima che tu te ne renda conto, mentre sei ancora convinto di continuare tranquillo verso la consueta destinazione cui conducono i paralleli e rassicuranti binari della geometria euclidea.
Alla seconda immagine dei due ferrovieri in divisa forse puoi ancora far finta di nulla e illuderti di poter ancora scendere alla solita stazione.
Ma l’ironia è iterata, e proprio per questo sottilmente dirompente, cosicché la terza cartolina distrugge ogni speranza di fare un viaggio scontato e privo di avventura sul treno dei Santini Del Prete.
L’apparente semplicità dei messaggi e la loro dichiarata minimalità sono solo dei sassolini sulla ferrovia, ma riescono a fare deragliare il treno, conducendolo su binari non più banalmente paralleli, ma intrecciantisi in mille spirali che attraversano spiagge esotiche, si avventurano in labirinti, affrontano con leggerezza nodi gordiani, entrano in improbabili tunnel aerei, volano come bolle di sapone, trasformando irreparabilmente l’ordinario in straordinario e la quotidianità in arte.
I Santini Del Prete sono artisti o ferrovieri?
La loro è arte o non arte?
Queste domande avevano forse un senso quando ancora i binari della ferrovia erano paralleli e non si incontravano mai.
La ricerca di un confine, di una demarcazione fra arte e non arte; di una definizione, di un criterio assoluto di classificazione per artisti e ferrovieri è destinata a rimanere senza esito.
Tale confine è variabile come il tempo, convenzionale come il meridiano di Greenwich, incerto come l’umore, effimero come le mode.
Così come non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, un’opera d’arte è irripetibile, ma lo è anche qualunque altra azione umana, compresa la più domestica e quotidiana.
L’opera dei Santini Del Prete è generata dalla creatività, è consapevole e sincera; è coraggiosamente misurata e gentile in un mondo che vede trionfare l’urlo e la volgarità, è sottile e spicca per l’intelligente autoironia: se proprio si vuole classificarla, è “arte”, tanto più quanto si dichiara “non arte”.
Ecco perché ho deciso di aderire al Manifesto dei Santini Del Prete : ho deciso quindi di fare il biglietto e di farmi trasportare dal treno della Creatività, per colorare il III Millennio di Molteplicità e di Solidarietà, e contribuire così alla nascita di un mondo di Pace e di Amore.
Giovanni Pelosini

Tema natale de I Santini Del Prete



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