Archivio del 19 Febbraio 2009

Il mistero dei cerchi nel grano

Crop Circles: Simboli, Ipotesi e Misteri dei Cerchi nel Grano

Può capitare, attraversando le nostre campagne in maggio, giugno e luglio, di imbattersi in cerchi e disegni tracciati nei campi di grano, di avena, di orzo, e anche in quelli di erba medica: veri e propri “agroglifi” di diverse forme e complessità e di ignota origine.

Il fenomeno, noto come Crop Circles, è conosciuto almeno a partire dagli anni ‘60, ma è soprattutto verso la fine del secolo scorso che i campi di cereali in varie parti del mondo sono diventati oggetto di glifi di complessità crescente e di origine ignota.

Gli steli sono stati rinvenuti piegati a 90° sui nodi di crescita, talvolta intrecciati a spirale, a formare disegni complessi e precisi visibili dall’alto in forme e pittogrammi spesso di straordinaria elaborazione e di notevole dimensione.

Spesso i Crop Circles si sono concentrati in Gran Bretagna ed in altre zone particolari, anche presso importanti siti archeologici, e ciò non ha mancato di suscitare la curiosità di mistici, ufologi e scienziati. Nel 2003 i Crop circles furono anche portati sul grande schermo da M. Night Shyamalan nel thriller Signs, con Mel Gibson come interprete di successo.

Non sono mancati i burloni, i quali, dopo che il fenomeno si era diffuso, in alcune occasioni hanno confessato di essere gli autori di cerchi nel grano (come dichiararono nel 1991 di aver fatto gli inglesi Bower e Chorley tredici anni prima con risultati di qualità assai modesta, ma efficace), e gli inguaribili scettici, per i quali la totalità dei fenomeni (decine di migliaia in tutto il mondo) si spiegherebbe in questo modo.

L’opinione degli scettici

C’è chi sostiene di essere in grado di riprodurre i fenomeni e spiega come. Per fare un cerchio occorrono almeno due persone: una si pone al centro tenendo un metro a nastro e l’altra si muove calpestando gli steli lungo una circonferenza tenendo con una mano l’estremità del metro a nastro e mantenendo fissa la lunghezza del raggio. Successivamente si può utilizzare una tavoletta lunga un metro con una corda (lo stesso metodo di Bower e Chorley): ad ogni passo si pone un piede sulla tavoletta tenuta in linea dalla corda e si schiacciano progressivamente tutti gli steli all’interno della circonferenza, provvedendo ad eventuali rifiniture direttamente con i piedi. C’è anche chi afferma che con lo stesso principio si possono realizzare disegni anche complessi, ma sono necessari esperienza e organizzazione, progetti accurati, marcatori di posizione, bandierine numerate, bendelle metriche ed altri strumenti.

I disegni più rudimentali, come per esempio i semplici cerchi, o come l’immagine a fianco (foto Lorenzo F.L. Pelosini, Volterra, 17/07/2010) possono essere realizzati quindi con minimo sforzo, ed oggi probabilmente, con la grande pubblicità che tali fenomeni stanno avendo, molti burloni possono trovare facilmente la motivazione e l’occasione per realizzarli. E così forse è possibile fare anche per i glifi più complessi, se esistono persone ben organizzate e soprattutto motivate da scopi pubblicitari. Ma onestamente risulta difficile accettare l’ipotesi che in ognuno delle decine di migliaia di casi verificatisi in tutto il mondo in quasi mezzo secolo ci sia sempre stata un’organizzazione di persone, sia motivate, sia tecnologicamente preparate (per i disegni più complessi).

La tecnica proposta inoltre non credo possa riprodurre il fatto che gli steli nei Crop Circles risultano “piegati” ma non “spezzati”, né la diversa crescita dei nodi sugli steli piegati in funzione della distanza dal centro (come se vi fosse stata una sorgente puntiforme di un campo magnetico), e neppure può riprodurre le anomalie dei risultati scientifici dei test di germinazione sulle cariossidi prelevate nei Crop Circles che sembrano escludere cause provocate da mezzi meccanici (secondo gli studi del fisico olandese Eltjo H. Haselhoff in Physiologia Plantarum, 111, vol. 1, pag. 124).

Il buon senso e lo stessa corretta metodologia scientifica inoltre concordano nel ritenere che il semplice fatto che un qualunque fenomeno sia riproducibile non dimostra necessariamente che tale fenomeno sia opera umana. Tale approccio appare viziato e quasi tautologico: sarebbe come affermare che, poiché l’uomo è in grado di accendere il fuoco, qualunque fuoco nell’universo abbia origine umana.

Malgrado ciò, molte persone ritengono che i Crop Circles siano ormai una diffusa e autonoma forma d’arte di burloni e che sono tutto fuorché un fenomeno misterioso, essendo tutti quanti “esclusivamente opera umana”; e per affermare ciò con tanta sicurezza portano come “prova” la tecnica di riproducibilità dei fenomeni.

L’opinione degli Ufologi

Sul fronte opposto ci sono gli ufologi, convinti sostenitori dell’origine aliena degli agroglifi. Il professor Solas Boncompagni, fondatore della Sezione Ufologica fiorentina e consulente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), ritiene gli agroglifi “un modo di comunicare” e dichiara ai giornalisti del quotidiano Il Tirreno (17 giugno 2010): “Qualcuno sta cercando di farlo, potrebbero essere gli extraterrestri. Non potendo utilizzare la parola, né i gesti, si cerca di capirci a segni , sul suolo. Dove le piante hanno subito effetti chimico-fisici e si presentano inclinate di oltre 90°, ma non spezzate. Si tratta di raffigurazioni poliedriche, che pertanto si prestano a multiformi interpretazioni. Senza contare che, ad esempio di fronte a un semplice triangolo, ognuno ha un’associazione di idee: la geometria, lo stop, l’aureola di Dio padre, il numero tre, e così via. Ecco perché è difficile capire: applichiamo la nostra simbologia, non conosciamo.

La scrittrice Anna Maria Bona va anche oltre, pensando a veri e propri architetti extraterrestri che intendono aiutare l’umanità, preparandola, con questi simbolici messaggi, al balzo dimensionale in una nuova prospettiva.

Al momento però, quella dell’origine aliena è ovviamente solo un’ipotesi assolutamente non dimostrabile. Lo stesso Haselhoff scrive che “le analisi effettuate sui cerchi nel grano non hanno mai fornito esplicite indicazioni che potessero avvalorare” l’ipotesi dell’origine extraterrestre.

Alla ricerca della verità

La verità, per tutti coloro che onestamente si pongono di fronte alla complessità dell’esistenza senza pregiudizi di sorta, è che ci troviamo di fronte ad un vero mistero: la quantità e la qualità dei pittogrammi dimostrano già come sia molto improbabile che siano stati tutti eseguiti da persone in vena di scherzi; ci sono testimonianze sulla rapidità di apparizione; la complessità dei disegni è talvolta spettacolare; la precisione delle linee nettissime fa esplicito riferimento a costanti geometriche e linguaggi matematici (già evidenziati anche dal prof. G. Hawkins); i simboli richiamano la geometria sacra, la Proporzione Aurea, i pittogrammi delle più antiche culture, i misteri delle cattedrali gotiche, gli Yantra, i Mandala, la Cabala, l’astronomia.

Per alcuni i disegni nel grano sono messaggi simbolici in grado di parlare all’inconscio umano e non è un caso che siano rinvenuti proprio nei campi di cereali, sacri all’antica Dea Madre. Per altri sono i segnali del malessere del nostro pianeta “vivente”, dovuto agli inquinamenti ed alle recenti gravi alterazioni ambientali.

Ricercatori e scienziati stanno cominciando ad occuparsi di questo sconcertante fenomeno e sono già noti alcuni interessanti risultati sulle anomalie riscontrate nella germinazione dei semi delle spighe piegate (ricerche del fisico olandese Eltjo Haselhoff).

Ipotesi attuali

In sintesi, le più note ipotesi sull’origine dei misteriosi cerchi nel grano possono finora essere classificate come segue:

1) Scherzi di burloni (ipotesi CICAP)

2) Messaggi simbolici di civiltà aliene (ipotesi extraterrestre)

3) Messaggi simbolici di entità spirituali (ipotesi spiritualista)

4) Vortici di plasma, correnti di ioni, o azione di micro-onde di origine forse naturale (ipotesi chimico-fisica)

5) Azione di animali, funghi o altri esseri viventi (ipotesi biologica)

6) Campi magnetici o elettromagnetici di origine ignota (ipotesi fisico-magnetica)

7) Messa in evidenza di punti energetici da parte del pianeta (ipotesi Gaia)

Queste sono le ipotesi, nessuna delle quali ancora dimostrabile in modo certo, che cercano di dare una spiegazione agli agroglifi sempre più presenti nelle nostre campagne, senza per altro essere mai pienamente convincenti.

Una oggettiva e prudente conclusione è che ci troviamo di fronte a un fenomeno singolare e insolito: volerlo interpretare in modo univoco o ideologico, ovvero ridicolizzarlo e sottovalutarlo nella sua complessità non sono atteggiamenti scientifici e neppure positivamente logici, ma sono solo espressioni di credenze, desideri o paure, spesso sintomi di pregiudizi radicati che non portano alcun contributo costruttivo alla conoscenza.

Giovanni Pelosini

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