La Rocca dei Templari (I simboli di Gerusalemme: III parte)

L’altura rocciosa di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri della terra, fu conquistata dai Crociati nel 1099. Per i cristiani europei, il possesso della città in cui Gesù era stato crocifisso ed era risorto aveva una valenza simbolica enorme; ma questo evento ne complicò ulteriormente la già complessa stratificazione storica e religiosa.
I cristiani trasformarono la Cupola d’Oro nel Templum Domini, mentre la Moschea Al-Aqsa divenne il Templum Salomonis e la residenza del “Re latino”.
Là dove Abramo era salito per il sacrificio di Isacco, dove David aveva riunito le dodici tribù di Israele, dove la regina di Saba aveva incontrato Salomone dieci secoli prima di Cristo, dove era custodita l’Arca dell’Alleanza, dove Erode aveva ricostruito il grande Tempio, dove Gesù aveva predicato e sofferto, dove Maometto si era miracolosamente recato nel Viaggio Notturno, ora sventolavano bandiere crociate a dominare e proteggere la città del Santo Sepolcro.
A poca distanza, infatti, all’esterno della Città Vecchia, c’era il Monte Calvario ed il complesso della Basilica del Sepolcro di Gesù con la Rotonda dell’Anastasi, costruiti da Costantino nel 335: questo era il luogo più santo di tutta la cristianità, quello che fu considerato il “centro del mondo” dall’epoca bizantina in poi.
Tutti i nobili crociati ambivano a possedere il sacro suolo del Sepolcro. Eppure un piccolo gruppo di cavalieri cristiani, costituitisi nel 1118, chiese con insistenza il possesso della spianata con la Moschea ed i resti del Tempio di Salomone. La richiesta fu accolta e fu così che i Cavalieri Templari presero questo nome.
Quale straordinario motivo potevano avere questi Cavalieri per scegliere come residenza quel luogo invece di quelli più sacri ai cristiani?
Perché preferirono le rovine del Monte Moriah?
In un’epoca in cui il dialogo interreligioso fra ebrei, islamici e cristiani visse il suo periodo d’oro (secoli X-XIII), i Cavalieri del Tempio scelsero molto bene il luogo della loro residenza in Terra Santa.
Mentre a Bagdad ed a Damasco i Califfi cercavano convergenze fra le tre fedi monoteistiche, Saladino, che riconquistò Gerusalemme nel 1187, si dimostrò estremamente tollerante con ebrei e cristiani; Federico II di Svevia giunse in città senza combattere nel 1229 e Francesco d’Assisi vi si recò pacificamente, così come Marco Polo nel 1271.
Neanche i Templari passarono alla storia soltanto per aver combattuto gli infedeli; piuttosto essi ebbero contatti proficui con i mistici Sufi e con i saggi di ogni tradizione. Si dice che scavassero nei sotterranei del Tempio alla ricerca di antichi tesori, forse della stessa Arca dell’Alleanza che conteneva le Tavole della Legge. Altri sono convinti che custodissero segretamente il Sacro Graal ed altre preziose reliquie.
La tragica e misteriosa fine dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, in gran parte morti sul rogo nel 1314, ha contribuito a creare attorno a loro un alone di leggenda, mentre non sono mai stati chiariti del tutto i reali obiettivi delle loro ricerche.
Di sicuro rimangono i fatti: l’Ordine del Tempio aveva la propria residenza sulla “Montagna Sacra” di Gerusalemme, e tale luogo aveva le radici della propria sacralità nella preistoria.
Soltanto il loro spirito sincretico e la consapevolezza che il valore simbolico della roccia di Gerusalemme travalicava i limiti di ogni religione potevano avere spinto i Templari alla mistica ricerca che avevano intrapreso; soltanto la coscienza di una fede profonda ed antica.
E con ogni probabilità questi medesimi motivi contribuirono a farli condannare all’atroce morte sul rogo.
Quella roccia era già sacra prima di Abramo e lo resterà per sempre, anche nei ricordi inconsapevoli di ogni uomo; così come nei simboli unici delle tre religioni che se la contendono, venerando la memoria dello stesso patriarca.
I Cavalieri del Tempio avevano ben chiaro questo concetto ispirato alla fratellanza spirituale di tutti gli uomini, già espresso nell’Antico Testamento (Isaia, 56, 7):

… li condurrò sul mio monte santo …
il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”
e confermato da Gesù mentre cacciava via i mercanti dal Tempio, proprio su quel monte (Marco 11, 17):
“Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti?

I Templari ed i mistici di ogni fede sapevano bene che la Montagna Sacra non era per un solo popolo, ma era per tutta l’umanità, poiché

se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di voi tutti un sol popolo …
(Il Corano, Sura V, 53);

ed avevano lo stesso auspicio che aveva Gesù (Giovanni, 10, 16):

… diventeranno un solo gregge e un solo pastore“.

Ecco perché sulla Montagna Sacra di Gerusalemme i Cavalieri Templari tentarono di creare il Tempio “per tutti i popoli”, così come era in origine: essi erano spinti da un grande e sincero desiderio di sincretismo che nasceva nel “Centro del Mondo” e si sviluppava nei suoi simboli.

Giovanni Pelosini

Pubblicato su «AstroMagazine», febbraio 2006

La Roccia Sacra (I simboli di Gerusalemme – I parte)

Il Muro sulla roccia (I simboli di Gerusalemme – II parte)



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