Il punto di vista simbologico

Se è vero che il particolare è sempre quella parte di universale che è concessa ad ogni individuo, io non credo di avere un solo punto di vista sulla cosiddetta realtà. Le “uscite dal mondo” per osservare il medesimo sono il mio quotidiano modo di essere, e di conseguenza, io posseggo potenziali innumerevoli “punti di vista” sulla “realtà”, almeno tanti quanti sono gli archetipi che vivono in me e che mi si manifestano come simboli.

Ogni giorno la nostra mente è affollata da parole, gesti, pensieri. Gli occhi sono colpiti da un numero incredibile di immagini, ed i colori ci attraversano con diverse percezioni di energie, tonalità e gradimenti. Le figure ed i segni parlano un linguaggio convenzionale che può essere compreso ovvero ignorato a più livelli: viviamo in mezzo ai simboli ed i simboli vivono in noi, che ne siamo consapevoli o meno. Per esempio, osservare i Tarocchi come simboliche ierofanie è una cosciente operazione di questo tipo.
Ma anche se così non si opera, comunque i simboli si nascondono e si rivelano nell’ordinario quotidiano così come nello straordinario: essi sono ovunque e sono eterni, come gli archetipi che rappresentano. Si trovano nell’arte come nella pubblicità, nella religione come nella politica, nella fisica come nella metafisica. Spesso sono “verità nascoste esposte in evidenza”, come direbbe Elémire Zolla. Infine essi rappresentano il fondamento dell’astrologia, della psicologia e soprattutto della tarologia, discipline che se ne nutrono consapevolmente. Soprattutto essi vivono nell’immaginario individuale e collettivo, come intuì Jung, generano le forme del mito e spesso strutturano le basi stesse delle civiltà, ispirando le menti fertili con il fascino dell’ignoto. Anche grazie a queste anime sensibili ed ai simboli che le fecondano, le poco percettibili energie sottili possono essere trasformate in arte, che è successivamente fruibile dai più.

Come possiamo definire allora il punto di vista simbologico?
Come diceva Goethe, il particolare rappresenta l’universale, quindi i simboli richiamano significati che vanno oltre la loro stessa essenza, oltre la stessa capacità cognitiva umana, oltre la drammatizzazione mitologica che si è fatta, e si fa, degli archetipi.
Tutto questo è possibile perché i simboli possono parlare direttamente all’Anima dell’uomo, senza nessun intermediario, senza filtri né censure, dal momento che i loro significati profondi superano le barriere di ciò che chiamiamo comunemente coscienza.

La parola “simbolo” deriva da Symbàllein, che anticamente significava “mettere insieme”, quindi “unire”. Da ciò si deduce che in origine il simbolo era inteso come un ponte capace di unire la Materia e l’Anima attraversando il fiume della mente.
Il mezzo che usano i simboli per parlarci è simile al linguaggio onirico che, per sua natura, si rivolge direttamente all’inconscio. Per questo non c’è bisogno di una lingua strutturata; anche perché l’inconscio non è in grado di comprendere un approccio analitico o razionale: all’inconscio basta un simbolo, che racchiuda in modo sintetico un intero mondo di significati, ed il messaggio è già arrivato al cuore.
Nel sistema cosmico, i simboli rappresentano una porta di accesso dalla visione meramente mentale della realtà alla dimensione spirituale che la contiene e la genera.
I simboli sono la dimostrazione che la casualità puramente accidentale non esiste realmente, perché il linguaggio simbolico la comprende nella sua finalità oggettiva oltre il limite spazio-temporale che è comunemente accettato dalla mente egoica.
Ecco che, così come il mito ed il sogno, i simboli non possono essere definiti perfettamente, perché è nella loro natura rivelare senza spiegare. Se così non fosse, essi sarebbero soltanto segni vuoti di senso e privi di contenuto emotivo. Per questo motivo la ragione non può comprenderli come può fare l’arte. Ricordiamo che il simbolo è il ponte fra la realtà percepita e il mondo non ordinario delle idee, delle energie, dello Spirito, di tutto ciò che è sacro.

Sviluppando un’esistenza autonoma sia come significanti sia come significati, i simboli racchiudono tutta l’energia degli esseri che li hanno per primi sognati, narrati ed eletti fra gli archetipi sacri. Essi contengono tutta l’energia del pensiero cosmico ed umano di millenni e di ere: anche in questo senso i simboli sono viventi.
Alle origini del senso del mondo, i simboli vivono nell’Anima, al di là dei limiti personali, o culturali, e delle limitanti strutture mentali, oltre le pericolose abitudini.
I simboli ci riportano ai tempi lontani in cui astrologia, magia, mito, religione, arte, scienza e poesia erano ancora un’unica monade.

Giovanni Pelosini

(dall’introduzione a “Nel cuore del simbolo” in «AstroMagazine»)

La natura dei Simboli – The nature of Symbols



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