La Ruota dell’eterno movimento

Nessuna immagine è più efficace della Ruota per rappresentare la circolarità della vita e del tempo e l’instabilità degli eventi che li caratterizzano.
La figura della Ruota che gira eternamente esprime, infatti, l’impermanenza di ciascun punto in movimento analogico su di essa.
Tutto scorre” diceva Eraclito, e noi dobbiamo interpretare l’antico ammonimento in senso sia spaziale sia temporale. Anche se la Materia è costituita da atomi eterni, il loro assemblarsi in strutture sempre diverse, la loro perpetua agitazione vibrazionale, le continue reazioni chimiche e trasformazioni fisiche cui sono soggette le molecole, fanno sì che nessuna forma, nessun aggregato materiale può essere considerato stabile nel tempo e nello spazio. Quindi tutto cambia continuamente, anche sotto i nostri occhi, ed anche se i nostri sensi non sempre riescono ad avvertire le mutazioni, talvolta impercettibili nei piccoli intervalli spazio-temporali.
Qualunque situazione è sempre in evoluzione: il giorno è destinato a diventare notte, così come la notte non potrà che ritornare giorno.
La primavera si trasformerà presto in estate, e l’estate in autunno, poi l’autunno diventerà inverno e questo evolverà in primavera: questa è la legge della natura.
Anche la vita troverà il suo naturale sbocco nella morte, così come la morte renderà possibile la nuova vita.
Gli stadi dell’esistenza sono quindi sempre diversi, e sempre uguali nell’eterno scorrere ciclico della Ruota.
Un’interessante riflessione riguarda il cosiddetto Karma, parola sanscrita che significa letteralmente “azione”, cioè “legge della causa e dell’effetto”, rappresentata iconograficamente dal X Arcano Maggiore.
Come è abbastanza logico intuire, ognuno raccoglie ciò che semina, ma non è altrettanto scontato comprendere che, per la dinamica ciclica della vita, è anche vero che, di norma, si semina ciò che si è raccolto. In qualunque momento dell’esistenza è pertanto possibile interrompere un circolo vizioso per intraprenderne, per esempio, uno virtuoso.
Se è vero che il Karma determina le condizioni di partenza della nostra vita attuale secondo necessità dovute ad azioni passate, è anche vero che è sempre possibile “uscire dalla Ruota” prendendone consapevolezza oggettiva. La legge della causa e dell’effetto è assoluta, ma altrettanto assoluta è la possibilità sincronica di relazionarsi con l’Universo e con se stesso che l’uomo cosciente possiede.
Le vibrazioni più alte e le condizioni più “sottili” della Materia interagiscono con la Coscienza e la vera natura del Sé può in ogni momento riappropriarsi della sua identità.
Si avverte la necessità di un più adeguato paradigma, che la Tarologia può aiutare a sviluppare, in grado di ridefinire i termini comunemente fraintesi di “destino” e di “fortuna”, nonché di “libero arbitrio”.
In molti mazzi di Tarocchi la Ruota viene chiamata “Ruota della Fortuna”, e spesso vi si vede una figura femminile con una benda sugli occhi, intenta a girare la manovella. Ciò contribuisce ad avvalorare il pensiero secondo il quale “la fortuna è cieca“, il che equivale a ritenere che il cosiddetto “caso” determini gli eventi del mondo.
Ma la Ruota disegna da sempre un ciclo perfetto secondo le leggi eterne del Karma, così come un’altra Ruota si muove secondo le leggi della Sincronicità, leggi “causali” e “acausali”, mai “casuali”.
Tutto scorre e muta anche in seguito alle azioni, le quali hanno così, ovviamente, delle conseguenze: il problema è che quasi mai si è consapevoli pienamente né delle une né delle altre, che magari si manifestano in tempi e spazi talvolta distanti; e ciò può indurre a credere che gli eventi si possano manifestare anche in modo assolutamente casuale.
Dio non gioca a dadi” ebbe a dire una volta Einstein, perplesso di fronte alla novità delle teorie sulla fisica quantistica. Oggi potremmo aggiungere che, anche se Dio giocasse a dadi (come l’indeterminazione delle particelle subatomiche lasciano supporre), sicuramente lo farebbe in base alle leggi eterne che regolano l’Universo, anche se noi le conosciamo solo in parte.
Quello che più sconvolge nelle teorie dell’indeterminazione e dell’imprevedibilità quantistica è l’influenza dell’osservatore sui fenomeni osservati.
L’osservatore della Ruota che gira rappresenta la Coscienza, intesa come Principio Discriminativo: la sua stessa esistenza e la sua possibilità di agire “consapevolmente” escludono ipso facto l’esistenza del caso.
La fortuna, ovvero ciò che chiamiamo così, ammesso che esista, di certo non è cieca, ma è sicuramente cieco colui che gira la Ruota (agisce) senza la consapevolezza delle conseguenze del suo gesto, e, poiché questo è purtroppo la norma, ciò può spiegare sia l’origine dell’equivoco di fondo sia la possibilità di fare previsioni di eventi probabili.
In realtà chi fa girare la Ruota dell’Universo non è il caso, ma l’Amore “che muove il sole e l’altre stelle“.
Giovanni Pelosini



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