L’importanza di prendersi cura delle piccole cose

 “Anche la persona più piccola può cambiare il corso del mondo”
Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien

Nell’articolo Il grande potere del piccolo ho ipotizzato che le piccole azioni possano avere grandi ripercussioni, ma davvero le cose piccole hanno un grande potere?
Sembra che sia davvero così, almeno secondo una teoria del 1982 che prese il bizzarro nome di “Teoria della finestra rotta“.
Due criminologi americani, James Q. Wilson e George L. Kelling, avevano approfondito gli studi sul teppismo urbano ed erano arrivati alla sorprendente conclusione che consentire o tollerare piccole infrazioni al codice penale in un quartiere poteva condurre nel tempo all’aumento della criminalità con conseguenze negative anche pesanti.
Ipotizziamo che qualcuno rompa, anche non intenzionalmente, il vetro di una finestra di un palazzo, e che, per incuria, tale vetro rimanga rotto per un certo periodo di tempo. Quel palazzo darà l’impressione a chi lo vede di essere un edificio abbandonato e privo di cura. Per questo solo motivo, ben presto, altri vetri del palazzo saranno infranti, si accumulerà sporcizia nelle strade intorno e l’intero quartiere comincerà a essere teatro di atti vandalici di gravità crescente.
Una strategia vincente per prevenire la microcriminalità urbana, secondo Wilson e Kelly, è quella di risolvere i problemi quando essi sono ancora piccoli.
In breve, la Broken Window Theory sostiene che riparare in tempi brevi la prima finestra rotta di un palazzo limiterà la tendenza al vandalismo, la rottura di altre finestre e il conseguente e progressivo degrado del quartiere; così come ripulire rapidamente una strada dalla sporcizia eviterà di far nascere una discarica abusiva incontrollata.

Negli Stati Uniti la Broken Window Theory è stata applicata in numerosi casi, spesso con successo. Per esempio a Boston e a Los Angeles è stato possibile sperimentarne la validità nelle stazioni della metropolitana negli anni ottanta del secolo scorso, e a New York il sindaco Rudolph Giuliani condusse una grande campagna in favore della legalità e della qualità della vita dei cittadini con la famosa “Tolleranza zero” che tanto ha fatto discutere durante e dopo il suo mandato.
Come sempre accade, fra la teoria e la pratica ci sono notevoli differenze, e l’applicazione della politica “Zero tolerance” da parte della polizia urbana di New York City generò anche controversi dibattiti di natura soprattutto ideologica.
Dal punto di vista sperimentale autorevoli studi universitari olandesi dimostrarono poi che gli effetti di un disordine tollerato, come graffiti sui muri o sporcizia per le strade, sono l’aumento della stessa sporcizia, l’incremento dei furti e l’incoraggiamento di altri comportamenti antisociali.
Per esempio, nel 2005 ricercatori delle Università di Harvard e di Suffolk condussero un interessante esperimento d’accordo con le autorità di Lowell, in Massachussets. Furono dapprima individuati un certo numero di luoghi cittadini a rischio di degrado, denominati “hot spots“. Quindi si scelse casualmente una metà di queste zone in cui sistematicamente si mantennero particolarmente pulite le strade, furono riparati rapidamente i lampioni rotti, si fecero rispettare le regole edilizie e quelle del buon vicinato, si scoraggiarono i comportamenti potenzialmente di disturbo della quiete, si migliorarono i servizi sociali e l’assistenza ai senzatetto. Nell’altra metà dei luoghi a rischio invece si continuò la normale politica di servizi e controlli. Il risultato dell’esperimento fu che le aree che avevano ricevuto particolare attenzione alle piccole cose suddette fecero registrare una riduzione del 20% di denunce alla polizia. Addirittura la pulizia e il decoro dell’ambiente cittadino sembrarono essere più efficaci degli arresti e dei servizi sociali stessi. Studi successivi furono più critici nei confronti della teoria della finestra rotta, mettendo in dubbio l’effettiva connessione fra il disordine ambientale e il tasso di criminalità, particolarmente per i crimini più gravi.
Chissà? Forse la teoria non è sempre efficace quando la si mette in pratica, ma io credo che sia indubbio che vedere un vetro rotto ad una finestra per molto tempo possa far pensare che nessuno abbia cura di quell’edificio, con tutte le piccole e grandi conseguenze che ciò può comportare nel tempo.
Ecco che una singola piccola finestra rotta può fare la differenza, così come un piccolo Hobbit può cambiare il corso del mondo nell’universo tolkeniano.

Si rifletta sulle nostre buone e cattive abitudini quotidiane, sui nostri piccoli gesti, sulle parole, sui pensieri che continuamente attraversano la nostra mente. Si rifletta soprattutto su quei pensieri e su quelle azioni di cui siamo poco o niente consapevoli.
Sulla mia scrivania, per esempio, stazionano spesso numerosi fogli di appunti, pro memoria, pratiche da evadere, articoli da terminare e da consegnare per la stampa. Nei momenti più critici e intensi di lavoro i fogli si accumulano in un disordine crescente, in cui riesco comunque, con sforzo creativo, a svolgere i miei compiti. Mi dico che in fondo va bene così, e che un creativo non può operare bene in un ambiente troppo ordinato. Mi accorgo però che più sono tollerante con il disordine sulla scrivania, più tale disordine aumenta in modo esponenziale: distrattamente continuo ad appoggiare fogli su fogli e giornali su giornali fino a formare pile in cui quasi sempre gli appunti più indispensabili e le pratiche più urgenti vanno a collocarsi pericolosamente in fondo. Senza riflettere, la mia mente distratta e affaticata pensa che se ci sono già un sacco di fogli e giornali sulla scrivania, posso aggiungerne ancora un po’. La stessa cosa pensa giustamente anche mia moglie, che contribuisce ad ammucchiare sulla scrivania il materiale cartaceo e non che trova sparso per la casa. Regolarmente, quando la situazione diventa poco sostenibile, devo dedicare almeno una mezza giornata a mettere in ordine la scrivania, accorgendomi che una apprezzabile quantità di materiale va a finire direttamente nel cestino della carta da riciclare.
Certamente rimuovere subito il primo foglio fuori posto o inutile dalla scrivania renderebbe il mio ambiente di lavoro più accogliente e pulito.

Ma torniamo alla finestra rotta. Le proprietà pubbliche soffrono particolarmente di questi problemi. Se anche una semplice panchina del parco si danneggia e nessuno provvede a ripararla, le persone che amavano sedersi lì saranno costrette a spostarsi, e conseguentemente quel luogo sarà sempre più negletto e abbandonato. La stessa cosa potrebbe succedere a causa di un lampione rotto. Per chi passeggiava in quella zona sarà spontaneo camminare altrove, qualcuno meno educato si sentirà autorizzato ad abbandonarvi qualche cartaccia, e qualche piccolo teppista prima o poi penserà di rompere altre panchine o altri lampioni intorno… comincia la spirale del circolo vizioso e in breve l’intero parco si mostrerà come un ambiente poco accogliente per i cittadini, che lo percepiranno nel tempo anche come “pericoloso”.

La teoria della finestra rotta mostra ancora una volta l’importanza delle piccole cose nei comportamenti individuali e sociali. È davvero importante mettere amore in ogni singola azione compiuta, piccola o grande che sia, perché l’intenzione è fondamentale e perché ogni azione porta con sé delle conseguenze, come la Legge del Karma insegna.
Se solo penso alle mie esperienze di vita, mi accorgo che i più grandi cambiamenti della mia esistenza sono avvenuti grazie alla positiva costanza di certi comportamenti quotidiani, come la dieta. Sono davvero rari gli episodi occasionali che hanno modificato decisamente il mio modo di vivere nel tempo, e certamente essi non sono stati casuali.
Eppure anche le migliori abitudini nascondono un insidioso inganno per la nostra mente, proprio in quanto tendono a diventare azioni meccaniche, non più atti scelti consapevolmente. Ma di questo parleremo un’altra volta…

Giovanni Pelosini



Lascia un commento

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Leggi tutto

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close