Simbologia Astrologica: Le Sette Meraviglie

I testi classici ci narrano di grandi meraviglie costruite dall’ingegno umano nell’antichità. Che fossero proprio sette c’è chi dubita: Antipatro di Sidone, infatti, ne elencò alcune e Properzio altre; e gli altri autori greci e latini non contribuirono a fare chiarezza in materia.
Eppure, per molti secoli nell’immaginario collettivo prese forza l’idea che le meraviglie fossero proprio sette (cfr. De Septem Orbis Spectaculis) ed il loro elenco canonico faceva esplicito riferimento ad un ben preciso momento storico in cui tutte queste costruzioni poterono essere contemporaneamente ammirate: fra il 250 ed il 226 avanti Cristo.

Simboliche corrispondenze astrologiche

Il motivo per cui le meraviglie furono considerate sette fu probabilmente dovuto al fatto che questo numero suggeriva mistiche analogie dal fascino esoterico. Un fascino dal quale neanche l’uomo moderno è esente, vista la recente notevole partecipazione dell’opinione pubblica del terzo millennio per sancire un nuovo canone di sette meraviglie del mondo attuale.
Ricordando come anche l’Astrologia antica si fondava sulla conoscenza di soli sette pianeti in armonici movimenti sulla fascia zodiacale, ho pensato di trovare un’associazione analogica di questi con le sette meraviglie del passato, certo di trovare corrispondenze significative fra i pianeti e le meraviglie che fossero comprensibili per gli eruditi del terzo secolo avanti Cristo ed utili per chi, ancora oggi, ama meditare sulla simbologia astrologica.

Ecco l’elenco delle sette meraviglie del mondo antico secondo il canone maggiormente conosciuto:
1. il Colosso di Rodi,
2. l’Artemision di Efeso,
3. il Faro di Alessandria,
4. i Giardini pensili di Babilonia,
5. il Mausoleo di Alicarnasso,
6. la statua di Zeus di Olimpia,
7. la Grande Piramide di Giza.

La scelta delle costruzioni non fu certamente un caso, come cercherò di dimostrare analogicamente, prendendo in considerazione i simboli planetari presenti anche in maniera esplicita. Sarà evidente come, fra le tante mirabili costruzioni dell’antichità, se ne scelsero proprio sette in onore ed in riferimento alle sette divinità dei pianeti visibili ad occhio nudo, che hanno rappresentato l’intero Pantheon astrologico fino alla scoperta di Urano nel XVIII secolo.

1. Sappiamo per certo che il Colosso di Rodi era una gigantesca statua rivestita di bronzo lucente eretta nel 282 a.C. all’ingresso del porto in onore del dio solare Helios, patrono dell’isola. Un terremoto lo abbatté nel 226, ma la statua rimase adagiata per secoli sui fondali visibile a tutti fino alla demolizione compiuta dagli arabi. Ne risulta particolarmente evidente la corrispondenza con il Sole.

2. Altrettanto sicura è l’attribuzione del tempio di Artemide di Efeso alla Luna. Tale divinità era, infatti, chiamata Diana dai romani ed era universalmente riconosciuta come dea lunare, vergine e cacciatrice notturna. Fu la Diana Efesina lungamente venerata anche in epoca cristiana, finché il tempio, costruito da Creso nel VI secolo a.C., dopo aver già subito un devastante incendio, cadde definitivamente in rovina, mentre il sincretismo imperante trasformava inesorabilmente il culto di Artemide in più opportune liturgie rivolte alle icone cristiane.

3. Il mercante Sostratus di Cnido volle edificare una torre sull’isola di Pharos per segnalare con fuochi e specchi le rotte più sicure per accedere al grande porto di Alessandria, sul delta del Nilo. Da allora ogni torre di segnalazione sul mare si chiama “faro”, in ricordo del monumentale Faro di Alessandria, che rimase in funzione fino al XIV secolo, che lo vide franare sotto i colpi dei terremoti e delle onde. La monumentale torre serviva a comunicare tramite segnali luminosi, ed era indispensabile allo sviluppo dei traffici commerciali marittimi: il nume tutelare per analogia simbolica è Mercurio.

4. L’attribuzione simbolica di Venere spetta ai magnifici Giardini pensili di Babilonia, bellissimi e piacevoli come il Paradiso in terra. Questi giardini, unici nell’antichità, furono fatti edificare da Nabucodonosor II nel 590 a.C., ma la tradizione li attribuisce alla mitica regina assira Semiramide. Di Semiramide si raccontava che trovasse ogni giorno rose fresche nei giardini sopraelevati e refrigerio dall’arido clima della Mesopotamia. La regina fu rammentata nel Medio Evo anche per la sua sfrenata lussuria e per questo immortalata da Dante nel suo Inferno (V, 55-60). Tali dicerie sui piaceri della regina e le rose dei suoi mitici Giardini confermano la corrispondenza simbolica con Venere.

5. Il Mausoleo di Alicarnasso fu fatto erigere da Artemisia, moglie di Mausolo (377-353 a.C.), signore di Caria e satrapo dell’Impero persiano. Plinio il Vecchio racconta che vi lavorarono i più grandi artisti dell’epoca, compreso il famoso Prassitele. La tomba di Mausolo divenne così leggendaria, al punto che ancora oggi chiamiamo “mausoleo” un edificio monumentale in onore di un illustre defunto. Di Mausolo si raccontano imprese di guerra contro gli ateniesi, la ribellione contro Artaserse II, la conquista della Licia e della Ionia. La sua figura ben incarna la simbologia di Marte, dio della guerra.

6. Il famoso scultore Fidia realizzò nel 433 a.C. una leggendaria statua di Zeus nel tempio di Olimpia. Il dio che i romani chiamavano Giove era raffigurato in trono con una Nike, simbolo di vittoria, in una mano e uno scettro con un aquila nell’altra. Le fonti storiche ci narrano di una statua gigantesca, tutta rivestita di oro e di avorio: una vera meraviglia, troppo preziosa perché ne rimanessero anche solo i resti.

7. A Saturno attribuiamo la Grande Piramide di Giza, non fosse altro che per la durata nel tempo di questo monumentale edificio, l’unico che è rimasto ancora visibile nella nostra epoca. Erodoto ne parlò come monumento funebre edificato in onore del faraone Cheope e questa rimase l’opinione più comune, anche se oggi esistono numerose ipotesi contrastanti sia sulla funzione sia sull’antichità della mirabile costruzione.

Giovanni Pelosini



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