Archivio del 5 Gennaio 2015

L’Ucraina e la Grande Madre Russia

Madre Russia, VolgogradScoprii l’esistenza di una questione politica ucraina leggendo il romanzo L’alternativa del diavolo di Frederick Forsith (The Devil’s Alternative, 1979), infatti negli anni ‘70 la stabilità dell’impero sovietico sembrava assoluta e un qualsiasi sentimento indipendentista all’interno dell’URSS poteva sembrare un’invenzione narrativa.
Eppure, sotto l’apparente uniformità sociale e politica sovietica, gli immensi territori, che si sviluppavano dal Baltico al Pacifico e dall’Artico all’Asia centrale, nascondevano una complessa e contraddittoria situazione etnica, con variegate e diversissime culture, lingue, religioni, usanze.
Nel XX secolo i popoli più diversi si trovarono a convivere in un’unica grandissima entità politica euroasiatica: Russi, Uzbechi, Tagiki, Kirghisi, Cosacchi, Lituani, Lettoni, Estoni, Finlandesi, Lapponi, Tedeschi, Polacchi, Moldavi, Bielorussi, Ucraini, Ceceni, Osseti, Georgiani, Turco-Tatari, Evenki, Ingusci, Yupiki, Calmucchi, Coreani, Jakuti, e molti altri.
In diretta continuità storica con il colonialismo dell’Impero degli Zar, l’Unione Sovietica si mostrò autoritaria e centralista con tutte queste etnie, e in molti casi si procedette alla russificazione degli sterminati territori dominati.
Dopo la disgregazione sovietica, l’attuale Russia pare aver riscoperto tutto il nazionalismo che ha sostenuto il suo popolo fin dalla formazione dei principati medievali, e con esso i suoi simboli. Lo stesso sentimento nazionale si è potentemente risvegliato in molti dei russi che, con la fine e la frammentazione dell’Unione Sovietica, si sono ritrovati a essere minoranze etniche all’interno degli stati di recente istituzione: solo in Ucraina i cittadini di etnia russa sono circa otto milioni.

Quindi la crisi ucraina del 2014 non sorge all’improvviso né senza antefatti storici, motivazioni economiche e strategiche.
I nazionalisti indipendentisti ucraini del XIX secolo sognavano soprattutto una federazione di popoli slavi, ma furono comunque repressi dall’assolutismo zarista, che volle alimentare il sentimento nazionale con la simbolica personificazione della Grande Madre Russia: emblema che ebbe continuità durante il periodo sovietico e fino ai giorni nostri. Continua a leggere »

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