La Divina Luce del Sole e le Tre Età della Luna

In questa calda estate romana mi sono ritrovato a cercare refrigerio all’ombra dei pini di Villa Borghese, in attesa che il lungo pomeriggio declinasse dall’afa al fresco della sera. Il Sole ancora alto mi spingeva a stare lontano dai suoi raggi, eppure mi attirava la sua luce solstiziale che sembrava eterna, la gioia che ne emanava, la chiarezza della vista. I più spirituali tra i nostri antenati non potevano scegliere un simbolo di culto diverso per la principale divinità dei loro diversi pantheon, così come la stessa etimologia insegna. Gli antichi nomi Zeus, il Dio Padre Iuppiter, ovvero Iovis, sembrano avere la stessa radice linguistica della parola latina dies, il giorno, il dì. Le nostre parole “Dio”, “divino”, e quelle sanscrite “dina”, “dyu” (giorno, cielo), e “deva” (Dio) trovano corrispondenze simboliche e semantiche con i concetti di luce, giorno, Sole, padre celeste, che gli antichi indoeuropei intesero associare non solo dal punto visto linguistico. Il luminoso padre del cielo fin dalla preistoria scandiva i giorni, e non deve stupire la comune radice delle parole latine “deum” (dio) e “diem” (giorno, dì). E ciò è confermato anche da tante parole sanscrite, come “diva” (il cielo, diuturno), divya (divino, celeste), didhiti (splendore, luce), dipaka (corpo luminoso), dipana (fiammeggiante), dyuti (splendore, luminosità), dyumat (brillante); mentre l’antico termine devaka (colui che gioca o si diverte, divino), prossimo a divyati, devana e dyuta (lanciare, giocare d’azzardo, gioco di dadi) apre interessanti prospettive di ricerca sulla originale natura divina del gioco, sulla numerologia sacra e sullo stesso concetto di “alea”… ma di questo magari parleremo un’altra volta. Continua a leggere »

Bibbona, giugno-luglio 2012: Le Fonti della Cultura

Stefania Brunetti, Comune di Bibbona, Provincia di Livorno

Bacco, Le Fonti della Cultura

Conferenze, presentazioni di Libri

Bibbona, Piazzetta Fonti di Bacco

giugno e luglio 2012

Ingresso Libero Continua a leggere »

Simbologia della Capigliatura

La capigliatura in questo quadro puntinista di Henri-Edmond Cross (La Chevelure, 1892) è l’assoluta protagonista dell’immagine e probabilmente il motivo per cui l’artista sposò in seguito la modella Irma Clare, affascinato dai suoi lunghissimi capelli che qui le coprono interamente il volto uscendo addirittura dalla tela.

I Capelli sono un Simbolo che caratterizza la Persona

Fragili, lunghi, secchi, delicati, raccolti, tinti, intrecciati, lucenti, biondi, castani, rossi, ramati, bianchi, neri, corti, pettinati, finti, trapiantati, curati, spazzolati, grassi, sciolti, annodati, raccolti, con forfora, con le doppie punte, folti, radi, fini, alla moda, rasta, belli, brutti, rasati, ricci, lisci, ondulati… e potrei continuare a lungo a elencare i mille e mille modi in cui i capelli si caratterizzano e ci caratterizzano personalmente. Continua a leggere »

Il Ritorno di Nettuno nei Pesci

Dopo 150 anni Nettuno ritorna nel Segno del Mare

Dalla sera del 3 febbraio 2012 il pianeta Nettuno si trova definitivamente nel segno dei Pesci, dove rimarrà ininterrottamente fino al marzo 2025. L’ultimo lungo transito nel segno risale al periodo 1847-1862: un periodo confuso e complesso nella storia europea e italiana in particolare, in cui l’equilibrio sociale e politico fu più volte destabilizzato da sommosse e guerre prima che si instaurasse un nuovo ordine.
Dal punto di vista simbolico questo passaggio planetario risulta molto importante e assume le forme del ritorno del padrone nella propria casa da cui mancava da lungo tempo. Il signore del mare ha fatto un lunghissimo viaggio e per 150 anni ha visitato il resto dello Zodiaco (più o meno il tempo dall’unità d’Italia ad oggi); adesso ritorna trionfalmente nella propria dimora. Continua a leggere »

Festa dell’Epifania, 6 gennaio: Miti, Riti e Magie dei Tre Magi

Tradizionalmente i tre Magi rappresentano i tre aspetti del tempo che non scorre: l’anziano Melchiorre, il maturo Baldassarre e il giovane Gaspare. In questa Adorazione di Hieronymus Bosch il primo offre il calice sacro e l’oro della Luce, il secondo porta una specie di pisside con la mirra per la Potenza regale, e il terzo l’incensiere della Sapienza e del sacrificio, secondo l’esoterismo iranico e mitraico, e sono il simbolo di Anima, Spirito e Corpo fisico. In altre tradizioni non Gaspare ma Melchiorre è di colore, i nomi e i doni dei Magi cambiano, ma il significato della triade resta invariato nel suo complesso.

Le tre età del tempo eterno sono i gradi del percorso iniziatico, il passato, il presente e il futuro, i tre ceppi etnici dell’umanità dopo il diluvio universale, lo zolfo, il sale e il mercurio dell’alchimia, la triade dell’unico frutto, la Pietra, l’Uno.

La consacrazione all’Unus Mundus avviene nell’istante dell’adorazione e il Figlio genera la Matrice che lo genera in una ciclica apparente contraddizione che elimina il concetto stesso di tempo che scorre nel mondo tridimensionale. Continua a leggere »

Stefano Tonelli, Esco da un Mito

Ho recentemente incontrato con piacere Stefano Tonelli, l’artista che ho ammirato in tante mostre per la sua capacità di tradurre sensazioni del presente e del futuro in opere che mi hanno sempre colpito per la freschezza innovativa senza trascurare la profondità dell’anima, l’amico con il quale una volta ho condiviso una straordinaria avventura di sincronicità che riguardava le acque sacre e i relitti di un mistico passato…

Di fronte ai lavori di Tonelli ci si stupisce sempre di come l’artista sappia cogliere in anticipo la novità dei pensieri che stanno per diffondersi nel pianeta (e nei pianeti), e sappia poi esprimerli con modalità mai banali, con amore per la bellezza che va ben oltre il mero gusto estetico. Molti anni fa la sua arte ci presentò la realtà degli angeli come creature presenti e interagenti, messaggeri di cose ignote, quando questa tematica era del tutto assente dall’arte contemporanea, così come dal pensiero dominante. I suoi angeli diventarono un cult, ben prima che la moda si diffondesse banalizzando e moltiplicando le immagini di angioletti di ogni forma e stile che ancora affollano bancarelle e pubblicità. Ma quando ciò avvenne l’artista era già oltre, a seguire nuove sottili sollecitazioni; perché questo sembra il suo compito, l’essenza della sua ricerca: essere sempre oltre il già visto, oltre il pensiero comune, oltre l’oggi.

Tonelli fa pensare, fa riflettere e porre dei dubbi, e sembra consapevole di questo suo ruolo umano. Non spiega in modo esplicito le sue fonti, ma lascia immaginare scenari cosmici di contatti, vibrazioni di colori che sembrano sonori, messaggi che gli giungono dallo spazio profondo, oltre le dimensioni del tempo. E poi, in fondo, a modo suo, chiarisce l’origine della sua ispirazione nell’anagramma del borgo toscano in cui vive: Montescudaio, Esco da un Mito.

Mi ha dedicato questa immagine (foto a destra), e io la prendo come un messaggio simbolico. Un astro freddo e luminoso rischiara l’oscurità di una notte che sembra eterna quasi esplodendo armonicamente in una diaspora di miriadi di frammenti di luce, quanti di materia, microparticelle in viaggio verso tutte le direzioni, piccoli mondi, nuclei di universi in potenza. Resti innaturali filiformi e sgraziati come antichi manufatti metallici di una civiltà estinta si risvegliano al giudizio di una nuova Era, mentre una luce, come riflessa dall’osservatore, li mostra nella loro incipiente resurrezione, in metamorfosi verso il nucleo radiante del Sé.

Giovanni Pelosini

Il Matto e i Simboli del Futuro di Hermann Haindl

Il Matto dei Tarocchi nell’Ultimo Quadro di Haindl

Qualche giorno fa ho ricevuto un gentile invito da parte di Hermann Haindl, pittore di uno dei più famosi mazzi di Tarocchi. L’amico Hermann voleva mostrarmi il suo ultimo quadro, realizzato nel mese di ottobre 2011, talmente ricco di aspetti simbolici da apparire quasi una visione onirica, se non profetica, che l’artista aveva tradotto in vivaci colori e forme emblematiche.

La figura chiave del quadro è il Matto dei Tarocchi che appare in basso a destra nell’atto di indicare con la mano sinistra il centro della scena. La mano sinistra, per Haindl, è da sempre quella dell’intuito che esclude la razionalità, quella che agisce senza condizionamenti spinta da un impulso che è sempre fedele alla profonda verità del suo essere. L’espressione serena del personaggio esclude infatti qualsiasi preoccupazione riguardo gli eventi che mostra. Eppure gli Elementi sembrano scatenarsi in tripudi di colori in cui lingue di Fuoco  si confondono con l’Aria di un cielo luminoso e variopinto, e con l’Acqua rappresentata da strani pesci, uno dei quali si affaccia da un surreale vulcano, mentre un altro emerge da un cielo avvampato di luci. La Terra è un magma scuro che occupa un piccolo spazio sul quale cammina un popolo diretto verso il futuro indicato dal Matto: sotto i piedi delle persone di ogni età che volgono le spalle all’osservatore, il suolo sembra squarciarsi mostrando fiamme telluriche. Tra i lampi di luce del cielo si scorgono qua e là incorporei occhi che osservano le vicende terrene: forse amichevoli fratelli dello spazio, Numi sconosciuti, o altri misteriosi esseri che si mostrano pronti ad accogliere l’umanità in cammino guidata senza incertezze dal profondo istinto del Matto dei Tarocchi di Haindl, che punta il dito proprio in direzione di uno di questi misteriosi sguardi.

Giovanni Pelosini

 

Milano, settembre-ottobre 2011: L’Arte nei Tarocchi, i Tarocchi nell’Arte

Mostra Collettiva

L’Arte nei Tarocchi, i Tarocchi nell’Arte

Milano, Exfabbricadellebambole, Via D. Bussola, 6

23 settembre – 21 ottobre 2011

Ventidue artisti, alcuni maestri ed altri esordienti, danno una libera interpretazione degli Arcani Maggiori. Il Matto è opera di Tatjana Todorovic, che si esprime con originalità nella sua visione dualistica del personaggio, che appare separato in due antitetiche metà, così come lo sfondo. Le due parti sembrano voler significare l’aspetto passivo e quello attivo della carta: da un lato la sua barca si muove in un fluido ondulato e procede secondo l’ordine tarologico verso destra, aprendo nuove strade, anticipando inconsapevolmente progetti e azioni, contrastando i vortici delle correnti; dall’altro una barca ferma e priva di nocchiero galleggia nell’immobile acqua che non agita. Qui è la sensibilità del personaggio che è prioritaria: non a caso la mano si pone sul cuore. Questa metà del Matto non desidera andare né muoversi, ma è la sua veste che ondeggia a un impalpabile vento. Sotto il vestito fatto di foglioline e di farfalle non c’è la mente che si muove e che pensa incessantemente, ma c’è un essere che ha trovato l’immobilità del Vuoto e (chissà?) la forza di un interiore Fuoco dalla fiamma sempre accesa, mentre all’esterno si agitano Terra, Acqua e Aria.

Giovanni Pelosini

 

 

 

11 settembre 2011: New York City Ten Years After

Accademia Libera Natura e Cultura

NYC Ten Years After

Pittura di Claude Max Lochu

Fotografia di Ursula Vetter

Querceto (PI), settembre 2011

Info. tel. 333.6405250 – 329.8826391

Nel decimo anniversario del tragico attentato alle Torri Gemelle di New York l’omaggio artistico di Claude Max Lochu e Ursula Vetter è un sentito ricordo di ciò che era e di ciò che non è più in quella città e in tutto il mondo. In analogia al simbolismo del XVI Arcano Maggiore dei Tarocchi, in cui la Torre colpita da un fulmine impressiona qualsiasi osservatore sensibile alle suggestioni delle carte tradizionali, l’11 settembre 2001 colpì l’animo di ogni abitante della Terra con un evento tanto inatteso, quanto brutale. In quel giorno prendemmo tutti duramente coscienza della fragilità di tutto ciò che avevamo costruito, della facilità con cui potevano essere distrutte in un attimo tutte le certezze e tutte le illusioni di sicurezza, e della necessità di ricostruire, di ricominciare a sognare, di fondare un nuovo modo di esistere…

Giovanni Pelosini

* * * Vedi anche: 11 settembre, Il Crollo della Torre

Firenze, 9 settembre 2011: I Tarocchi di Francesco Clemente agli Uffizi

Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

Galleria degli Uffizi

Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut

I Tarocchi di Francesco Clemente

Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Sala Edoardo Detti)

9 settembre – 6 novembre 2011

ore 8.15-18.00 (lunedì chiuso)

Info: tel. 055.2388624

L’antica arte dei Tarocchi rivista in chiave contemporanea e con ironia nella mostra delle 78 opere di Francesco Clemente curata da Max Seidel e Carlotta Castellani. I Tarocchi sono stati realizzati in varie parti del mondo in cui l’artista ha vissuto: Napoli, New York, New Mexico e India.

Clemente ha riprodotto con tecniche miste su carta il simbolismo esoterico dei Tarocchi ispirandosi alle iconografie tradizionali, ai riferimenti personali e alle figure di personaggi pubblici e non.

Francesco Clemente è nato a Napoli nel 1952 ed è un pittore di fama, conosciuto anche per le sue scelte artistiche legate alla tradizione dell’India, dove ha vissuto a lungo. Le sue opere sono esposte in prestigiose sedi internazionali: Londra, Berlino, New York, Chicago, Filadelfia, Parigi, Tokyo, Bilbao, Dublino, Roma, Napoli, Francoforte… e ora Firenze.

Giovanni Pelosini

 

 

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