I Simboli di Roswell – Roswell Symbols
CONFERENZA-COLLOQUIO
fra Roberto Pinotti, Giovanni Pelosini & Gaspare O. Melcher
(Vada, 20 settembre 1998)
LECTURE-DIALOGUE
between Roberto Pinotti, Giovanni Pelosini & Gaspare O. Melcher (Vada, 20th september 1998)
G.M. : Tre anni fa fu presentato a una vasta platea televisiva il controverso “filmato Santilli”, che documentava la presunta autopsia di un alieno. Esso scatenò subito incredulità, entusiasmo, rifiuto, insomma una forte emozione in tante persone. Nel filmato apparivano anche delle doppie barre T di circa cinquanta centimetri di lunghezza sulle quali erano incisi misteriosi ideogrammi. Il filmato fu associato al famoso UFO crash di Roswell del 1947.
Chiedo al prof. Roberto Pinotti, segretario del C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale), direttore di due riviste specializzate e autore di numerosi libri sull’argomento UFO, di farci il punto sul caso Roswell.
R.P. : Il fenomeno degli UFO nasce il 24 giugno del 1947. Sui giornali americani appare la prima segnalazione di quello che successivamente verrà chiamato “Oggetto Volante Non Identificato”. Chi fa parlare del fenomeno è il pilota Kenneth Arnold, il quale vede in volo sopra lo Stato di Washington, sulla costa del Pacifico, una formazione di strani oggetti volanti a forma di piatto. L’episodio di Roswell nasce e muore nel giro di pochi giorni nel luglio del 1947, cioè pochi giorni dopo l’avvistamento di Kenneth Arnold. Probabilmente nella notte fra il 2 e il 3 di luglio viene vista una strana luce che solca il cielo del New Mexico. Un allevatore, un certo Mc Brazel, denuncia allo sceriffo Wilcox di aver trovato dei frammenti misteriosi. Lo sceriffo, da parte sua, si rivolge alla base aeronautica dell’esercito di Roswell, che in quel periodo è una base particolare in quanto ospita il 509° Gruppo da bombardamento, allora l’unico con armamento atomico a bordo. Poi, sempre poco lontano da lì, c’è la base di Alamogordo, dove si facevano i test nucleari, c’è la base di White Sands, dove si testavano i primi missili a partire dai famosi V2 tedeschi, e c’è Socorro, con il grande radiotelescopio.
A Roswell quindi cosa succede? C’è questa denuncia da parte dell’allevatore, c’è lo sceriffo che informa i militari, i quali mandano l’addetto alla sicurezza della base, il maggiore Jesse Marcel, sul posto. Marcel si reca nella zona, recupera parte di questi frammenti, che saranno visti poi da sua moglie e da suo figlio prima del suo rientro alla base.
L’episodio genera interesse, i giornalisti si attivano, e, a quel punto, la base di Roswell rilascia un comunicato stampa nel quale si dice, si ammette proprio, che sono stati recuperati frammenti di un disco volante. Quindi c’è una dichiarazione ufficiale rilasciata dall’esercito americano. Ma ecco il colpo di scena: dal Pentagono arriva il generale Ramey, il quale manda a casa tutti dicendo che si tratta di un errore, che il materiale recuperato faceva parte di un pallone aerostatico di nuovo tipo per uso meteorologico.
Da quella volta nessuno ne parlerà più per circa trenta anni. Solo allora sono riprese le ricerche e salteranno fuori un’enorme quantità di testimoni; oggi ce ne sono quasi duecento, che sono tantissimi. Chi va oggi a Roswell si trova di fronte a quei pochi ancora vivi, ormai settantenni o ottantenni, arrabbiati per non aver potuto dire certe cose prima e di poterlo fare soltanto ora che è cambiata la situazione. Perché una cosa è fuori discussione: le autorità militari americane sono pesantemente intervenute per tacitare i testimoni chiave.
Finalmente il filmato Santilli rappresenta l’elemento nuovo, che è molto controverso perché non è ancora facile tirare le conclusioni definitive. Non sappiamo quindi se questo materiale è totalmente autentico o se in parte è falsato, perché qualcuno forse ha messo in circolazione delle informazioni non del tutto coerenti, magari per indurre la gente a dubitare.
Insomma, salta fuori un vecchio cameraman militare, il quale consegna a pagamento al documentarista inglese Santilli questo filmato dell’autopsia, che abbiamo visto nell’ottobre del 1995 in televisione. Certamente è l’autopsia di una creatura vivente, non certo un pupazzo, che però non rientra nei canoni di un essere umano convenzionale, neanche di uno affetto da una particolare malattia genetica. Fra l’altro, nel filmato si vedevano anche alcuni frammenti metallici sui quali erano impressi dei simboli, che sarebbero abbastanza simili a quelli che ricordava il figlio di Marcel.
Questi simboli che emergono da questa storia che valore hanno? Già alcuni anni fa avevo riunito nel libro “Contatto cosmico” (Edizioni Mediterranee) una ventina di episodi, contatti con messaggi a caratteri, grafia o simboli, che sarebbero ricollegabili a presenze o entità biologiche discese da dischi volanti. Dal punto di vista simbolico o semiologico evidentemente questi esseri associati agli UFO hanno una loro scrittura o grafia o simbologia. Questo fatto ci ricorda un altro argomento di grande attualità: i cosiddetti Crop circles, o cerchi nel grano, che, in taluni casi, non molti devo dire, sono stati associati al fenomeno UFO. Ma nella maggioranza dei casi sono stati trovati, per così dire, senza firma.
Ipotesi generale è che si tratti di veri e propri ideogrammi tracciati da una qualche intelligenza con qualche finalità se non di linguaggio, quanto meno simbologico; e se questo viene fatto, evidentemente ha una finalità che forse attualmente ci sfugge, ma che comunque sicuramente c’è.
G.M. : Quando mi è capitato di vedere questi simboli in televisione così simili a quelli che uso da più di venticinque anni nella pittura, sono rimasto molto perplesso, incuriosito e sollecitato. Poi, come spesso accade, la casualità porta risposte: ho avuto occasione di conoscere gli scritti dell’orientalista Zecheria Sitchin. Ho letto tutta la sua concezione della storia basata sulle traduzioni dei caratteri cuneiformi sumerici che parlano di un dodicesimo pianeta dentro al nostro sistema solare, dal quale sarebbero arrivati i colonizzatori della Terra, che avrebbero insegnato l’agricoltura, l’astronomia e l’architettura. Ho scritto a Sitchin per conoscere il suo parere su Roswell e lui mi ha risposto dicendo che stava scrivendo un libro dal promettente titolo “Il codice cosmico”, slogan che in fondo circoscrive rudimentalmente anche le mie ricerche pittoriche e ideografiche. Per quanto riguarda i simboli di Roswell, Sitchin ritiene che siano in qualche modo simili o associabili all’alfabeto greco antico, derivato dal semitico.
Mi rivolgo al prof. Giovanni Pelosini, maestro di Yoga, studioso di simbologie antiche e autore di un libro sul simbolo della spirale e di uno sui Tarocchi. Noi abbiamo avuto un impatto emotivo con il filmato Santilli che gli specialisti hanno avuto modo di assorbire con più tempo, mentre a noi è stato sbattuto in faccia senza preliminari. Quali domande ti ha suggerito questo filmato e in particolare cosa pensi dei simboli trasmessi?
G.P. : Certamente le domande che mi ha suscitato sono quelle alle quali ha già risposto con competenza Roberto Pinotti, le domande sui simboli e sul tipo di legame che possono avere con il passato, con la nostra storia.
Certi simboli grafici possono somigliare ai nostri antichi alfabeti, mi riferisco particolarmente al protofenicio, ai derivati dei geroglifici, che prima erano ideografici e successivamente sono diventati lettere, oppure alle rune o a altri simboli grafici antichi.
Però il grosso interrogativo rimane: se c’è una corrispondenza fra questi simboli e quelli di Roswell è comunque da studiare e da verificare. Tale eventuale corrispondenza deriva da che cosa? Ci sono stati dei tentativi di ipotetiche entità aliene di contattarci, di scrivere in qualche modo in un linguaggio terrestre? Questa sarebbe la prima ipotesi. Oppure i nostri stessi alfabeti e segni derivano proprio da antiche simbologie extraterrestri?
In ogni caso l’argomento merita un approfondimento sulla quantità e sulla qualità delle eventuali somiglianze significative.
Un’altra domanda che l’argomento mi suscita riguarda il fenomeno dei messaggi non grafici che arrivano a moltissime persone, in misura crescente, che vengono denominati “channeling”. Nella maggior parte dei casi le persone che ricevono questi messaggi asseriscono di parlare per bocca di entità che sono di volta in volta denominati angeli, spiriti guida, o addirittura una parte della psiche profonda degli stessi riceventi, la loro stessa anima, o, se si preferisce, il loro spirito.
G.M. : Intendi suggerire che la mia ricerca pittorica sui simboli di Roswell sia una specie di “channeling”?
G.P. : Perché no? Certamente i messaggi sottili, quale che ne sia la fonte, ci possono pervenire nei modi più diversi in base alle caratteristiche personali di ciascuno.
Ecco perché mi piace associare i presunti messaggi simbolici dei crop circles, i simboli grafici di Roswell e i messaggi medianici. Chiedo all’esperto Roberto se è a conoscenza di qualche indagine a questo proposito.
R.P. : Hai toccato un argomento abbastanza importante. Fin dagli anni cinquanta, a lato agli avvistamenti tradizionali del fenomeno UFO, sono saltati fuori personaggi chiamati in seguito “contattisti”. Essi sono soggetti che sostengono di aver avuto incontri ripetuti e prolungati nel tempo con piloti extraterrestri. Il primo importante contattista è stato l’astrofilo George Adamski, americano di origini polacche, il quale sosteneva di aver incontrato degli extraterrestri. Fra l’altro, egli ha presentato varie istantanee realizzate con un piccolo telescopio.
Mentre alcuni hanno parlato di incontri fisici con presunti alieni, numerosi sensitivi hanno stranamente cominciato, dopo il 1947, a avere delle manifestazioni un po’ particolari. Una volta tali personaggi si presentavano con fenomeni di medianità scrivente, di telescrittura, di messaggi di guide tibetane, guru indiani, angeli, deva e quant’altro. Ma ecco che saltano fuori piloti extraterrestri che rilasciano messaggi. Che valore dare a questi messaggi?
Non è possibile tirare le conclusioni, però ci è consentito dire che anche il “channeling” deve essere guardato con attenzione. E’ probabile che certe sollecitazioni anche artistiche siano il frutto di una forma diretta o indiretta di induzione. Questo vuol dire che abbiamo tanti strumenti, quali il sogno o la trasmissione telepatica.
I fenomeni ci sono. Chiamatelo feeling, telepatia, sensibilità o come volete. Però accadono delle comunicazioni non verbali. Cosa significa? Che nell’aria vengono lanciati dei segnali che ognuno capta come può. E come se qualcuno trasmettesse un segnale via etere. Noi tutti potremmo essere delle radio riceventi: chi ha uno strumento più sensibile capta bene, chi ne ha uno meno sensibile capta male, chi ne ha uno scassato capta malissimo, e chi magari ha spento la radio non capta niente. Quindi le onde alfa, che sono il veicolo che consente la trasmissione mentale, ci sono. Bisogna vedere se qualcuno può interagire a questo livello; allora potremmo anche ipotizzare che la stessa ispirazione artistica potrebbe essere frutto di qualche induzione che solo alcuni captano per la loro particolare sensibilità.
G.M. : In ogni caso i simboli di Roswell mi hanno fatto pensare al mio passato, quando a Amsterdam, negli anni settanta, studiavo gli ideogrammi e dipingevo una serie di grandi tele chiamate “La serie dei dieci”. In quel periodo credevo al concetto secondo il quale dalla realtà l’uomo era passato al disegno, dal disegno all’ideogramma e poi alla scrittura.
Vedendo i simboli di Roswell mi è venuto il dubbio che questo concetto così lineare e progressivo non fosse esatto. Quei simboli hanno una forte potenzialità e non credo che ci sia solo un tipo di lettura, non credo che siano simboli fonetici, semmai forse sillabici.
Secondo la spiegazione di Roberto circa la dinamica dell’incidente di Roswell viene da pensare che la prima scritta di sei simboli con le impronte delle mani ai lati, che il figlio di Marcel avrebbe visto, provenga dall’esterno della nave, che dopo il primo impatto sarebbe rimbalzata, precipitata più lontano e recuperata segretamente dall’esercito americano. Invece la serie di venticinque simboli su due frammenti di doppia barra T dovrebbe essere stata recuperata dall’interno del relitto.
Come ho già detto, la mia ricerca riguardava la potenzialità dei simboli e non il loro significato, però adesso, che sono passati cinquantuno anni da quando l’uomo è in possesso di una scritta che potrebbe essere aliena, chiedo a Roberto: sei a conoscenza di qualche ricerca riguardo ai quei simboli?
R.P. : Di questo genere di ricerca non se ne sa nulla. Però, per tornare alla simbologia e al già menzionato Socorro, località del New Mexico, posso ricordare un episodio famoso avvenuto là. Un giorno, nel 1964, il vicesceriffo Zamorra vide un oggetto che a bassa quota scendeva giù verso il deserto che costeggiava la strada sulla quale lui viaggiava. Avvertì del fatto la centrale per chiedere rinforzi, lasciò la macchina e andò a piedi verso questo grosso oggetto a forma di uovo, chiaro, biancastro. Intravide due figurette per un attimo, ma improvvisamente l’oggetto si sollevò ritirando le tre gambe e, quasi davanti a lui, con una vampata azzurrina si allontanò. Poco dopo arrivarono i rinforzi e trovarono le tracce delle tre gambe sul suolo calcinato. Insomma, questo è un caso che le autorità americane hanno dovuto ammettere. Non c’è una spiegazione, però la cosa divertente è che questo sceriffo, mentre l’oggetto si allontanava, ha visto chiaramente un simbolo ben netto in rosso che si stagliava sullo scafo biancastro di quell’uovo volante. Non siamo in grado di dare una spiegazione, però per chi era su quel mezzo il simbolo doveva avere un significato, magari qualcuno potrebbe dire che fosse un contrassegno, un simbolo di riconoscimento, di provenienza, di quel che sia. Cioè non si tratterebbe di un simbolo fonetico.
La ricerca che Gaspare fa orientandosi su questi concetti o archetipi riguarda argomenti che ritroviamo anche negli stessi simboli cabalistici o nei simboli dei Tarocchi, che hanno un contenuto archetipico che trascende ovviamente il messaggio fonetico.
G.M. : Rileggendo nel libro di Faulmann sulla storia della scrittura (1880) il capitolo sulla scrittura greca, mi ha stupito il fatto che l’alfabeto è ordinato su di un cerchio con ventiquattro simboli. Che questi simboli abbiano una funzione soltanto fonetica non mi convince, perché è ovvio che il numero ventiquattro si riferisca alla misurazione del tempo.
G.P. : Il problema dei greci era che loro avevano necessità diverse dai fenici ed è per questo che hanno adattato quell’alfabeto al loro linguaggio. Essi avevano un’altra lingua, quindi suoni che forse non erano né rappresentabili né rappresentati dalla scrittura precedente. Per questo hanno dovuto aggiungere o cambiare. L’alfabeto originario era comunque costituito da ventidue segni, che poi sono anche i ventidue simboli degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Le stesse lettere originali dell’alfabeto più antico, cioè il nordsemitico, non avevano solo un valore fonetico, ma un significato che aveva presumibilmente un valore per la vita di 3600 anni fa, per esempio “la testa del toro”, “la casa”, “il cammello”, per non dire di altri significati, magari più esoterici, mistici o magici. Perché la conoscenza scientifica di quel periodo non prescindeva dall’aspetto magico e mistico.
R.P. : Era tutt’uno.
G.P. : Esatto! La magia, la scienza e la religione facevano parte di un’unica cultura.
R.P. : Solo noi dividiamo in un modo un po’ artificioso tutto questo.
Comunque facciamo una considerazione: a me sembra molto importante che indipendentemente da quale possa essere la valenza delle varie simbologie, Roswell è servito probabilmente, come il fenomeno dei crop circles, a buttare sul tappeto un problema. Gaspare giustamente ci si è ricollegato con la sua sensibilità artistica, e in effetti quello che importa è che il rapporto che c’è con il fenomeno UFO ritorni poi verso la gente.
La possibilità da parte dei media è quella di dare notizie. Se invece l’artista riesce a rielaborare con valenze e contenuti suoi, il messaggio compie un doppio lavoro, ugualmente importante. Si tratta di lavorare a livelli diversi: quello che l’artista può fare nei confronti del pubblico trascende il razionale, il mediato, lo spazio e il tempo. Quindi conferisce probabilmente una sorta di …
G.P. : …strada privilegiata.
R.P, : Appunto. C’è un contatto sottile non fonetico, non scritto, fra artista e pubblico, il quale capta ugualmente bene se l’artista è in grado di dare questo messaggio. Ed è il messaggio che poi possono dare anche i media o gli studiosi, ma certamente l’artista riesce in un modo più profondo.
G.M. : Un simbolo, un ideogramma, è anche un veicolo cromatico che è un contenuto certamente non verbale, ma emotivo. Dare spazialità cromatica a un ideogramma è quasi come renderlo tridimensionale. Già nella elaborazione stessa c’è tanta tensione emotiva che carica la tela. Una volta fuori dallo studio, questa ha come unico vero valore la sua autenticità: un’arma che la notizia mediata, o talvolta censurata, probabilmente non ha.
R.P. : Quello che cercavamo di dire è che ci sono proprio parametri diversi e assolutamente non paragonabili.
G.M. : Torno a dire che mi stupisce molto il fatto che non si sappia nulla sulle ricerche sui simboli di Roswell: mi sembra proprio incredibile!
R.P. : Ma mica solo su questo argomento!
G.P. : Guardate i Tarocchi! Potrebbero essere studiati come qualsiasi altro testo antico come la Bibbia, vista la loro antichità, ma gli studiosi in genere non lo fanno.
G.M. : I simboli dei Tarocchi Aurei che Giovanni ha pubblicato hanno anche loro una discreta somiglianza con i simboli di Roswell.
G.P. : Nella mia ricerca, ho trovato corrispondenze significative fra i cosiddetti Arcani Maggiori dei Tarocchi, l’antico alfabeto nordsemitico e l’astrologia. Per cominciare, le lettere del più antico alfabeto che si conosca sono ventidue come le carte dei Tarocchi. Ecco perché nelle carte del mazzo di Tarocchi Aurei sono raffigurati anche questi simboli.
A mio parere i Tarocchi, come le antiche lettere, rappresentano degli archetipi, ma sono anche un antico libro di immagini di cui da tempo immemorabile si è persa la chiave di lettura. In altre parole sono un messaggio criptato che ci giunge dal lontano passato, come del resto la complessità dell’astrologia e, da un punto di vista sia architettonico che matematico, la Grande Piramide di Giza.
Tutti questi messaggi implicano un altissimo livello di conoscenze di tutti i tipi, di cui con la tecnologia odierna possiamo afferrare solo adesso i primi rudimenti.
Che questi messaggi ci giungano dai nostri lontani progenitori, ovvero da una civiltà perduta nel passato, oppure da civiltà extraterrestri da sempre in contatto con il nostro pianeta, questo è un problema aperto, e, del resto, già trattato da Raymond Drake, Peter Kolosimo e, per ultimi, Bauval e Hancock.
R.P. : Va osservato un fatto abbastanza importante. C’è chi ritiene che gli stessi Tarocchi, la cui origine è assolutamente ignota, potrebbero essere la trasposizione, diciamo pittorica, di una serie di simboli con delle finalità ben diverse. Così come l’I Ching è un sistema di sessantaquattro possibili segni che serve ad un tipo di consultazione attivata per mezzo di un meccanismo: io chiedo alla macchina, cioè all’I Ching, un parere su una mia intenzione. E’ come se qualcuno avesse concepito una sorta di rudimentale computer, che in questa maniera puoi consultare semplicemente con il lancio di tre monetine …
G.M. : La consultazione dell’I Ching si fa però di solito con cinquanta gambi secchi di “millefoglia” ed una delle sessantaquattro risposte corrisponde poi ad un archetipo di paesaggio.
R.P. : Oppure prendiamo l’oroscopo che tutti i giorni troviamo sui giornali: senz’altro non ha nulla di serio. Il discorso può essere diverso per l’oroscopo personalizzato. Guardate che questo si ricollega a quanto stavo dicendo sui Tarocchi e l’I Ching. Intanto l’astrologia e l’astronomia un tempo erano tutt’uno. Va detto anche che i grandi astronomi del passato, Galileo compreso, erano anche astrologi. Allora ciò cosa significa? L’astrologia tradizionale, con i segni zodiacali e le caratteristiche dei vari segni, attinge ad una qualche fonte d’informazione, ma quale? E da dove viene? Bene, non si sa. Non si sa chi ha dato l’input. Il passato si lega al presente e si proietta verso il futuro, che probabilmente è il frutto del passato.
Qualcuno potrebbe ipotizzare che ci sia stato un legato o un’eredità perduta o mal custodita che potrebbe poi essere non dico banalizzato, ma sintetizzato in alcuni concetti tipo astrologia, I King, Tarocchi, e tutte queste “arti proibite”. Diciamo che forse sono rudimenti semplici e primitivi di un sapere ben maggiore che è stato didascalicamente ridotto e che poi è stato trasmesso in questo modo. Però chi ha dato l’imput? E’ questo il problema.
G. P. : Che l’origine sia extraterrestre è da dimostrare. Potrebbe trattarsi benissimo di una civiltà perduta, ma molto avanzata, come quella di cui parla Platone nel “Timeo”.
G.M. : Viviamo un presente alquanto incerto e doloroso, evidenziato proprio anche dal tipo di domande che emergono da questo dibattito: un presente anche molto fantastico, ma che ci apre orizzonti nuovi sia verso una diversa concezione della storia dell’uomo, sia verso le scienze e le arti. Molti concetti sono da rivedere e da riformulare. C’è tutto un contesto nel quale l’uomo si è mosso con troppe certezze costruite che ora crollano.
G.P. : Vorrei citare per concludere una frase di Ovidio: “Et ignotas animum dimittit in artes”. Le cose ignote vengono trasformate in arte dall’animo, cioè dalla sensibilità.
The Roswell Symbols, Chur, Calven Verlag AG, 1998
ISBN 3-905261-18-9
ENGLISH VERSION
G.M. : Three years ago a controversial “Santilli footage” was broadcast to a vast TV audience, documenting the alleged post mortem examination of an alien. It immediately caused disconcert, enthusiasm, refusal, and in general strong emotional reactions among many people. Double T bars also appeared in the footage, about 50 cm long, with mysterious ideograms chiselled on them. The footage was associated with the famous 1947 Roswell UFO crash.
I will now ask Prof. Roberto Pinotti, Secretary of CUN (National Ufologic Centre), director of two specialized reviews, and author of many books on UFOs, to update us on the Roswell case.
R.P. : The phenomenon was born on 24 June, 1947. A report of what was later on called “unidentified flying objects” appeared in the American newspapers for the first time. Pilot Kenneth Arnold was the first man to speak about this phenomenon, after he had spotted some strange dish-shaped flying objects cruising the skies of Washington State, along the Pacific coast. Calls from people intensified during the following days, and the press paid much attention to it. It appeared later on that the phenomenon was not new in the least, on the contrary it was old and already heard of, although identifications had taken place in somewhat different terms. As a matter of fact, a wave of brand-new sightings had taken place in 1896/97 in the US, of what we now call UFO, but which used to be called “air ships”. The Roswell episode died as quickly as it was born in July 1947, after only a few days had elapsed since pilot Kenneth Arnold’s first spotting. An eerie light was seen tracking the sky above New Mexico, supposedly the night between 2 and 3 July. A farmer, one Mr. McBrazel, reported Sheriff Wilcox the finding of mysterious fragments. The sheriff informed the Roswell Army airforce base, pretty peculiar those days since it sheltered the 509th bombing group, the only possessor of atomic weapons. Nearby was the Alamogordo base, where nuclear tests were being carried out, the White Sands base, where the first missiles were tested starting from the famous German V2, and finally Socorro, with its big radio-telescope.
What was going on in roswell then? We know the farmer’s report, the sheriff informed the Military who sent their base security officer, Major Jesse Marcel, right on the spot. Marcel reached the area and recovered part of the fragments, which his wife and son saw before he went back to his base.
The episode caused interest, journalists sprang to action; then from the Roswell Base a press release admitted having recovered fragments of a flying saucer. It was an afficial statement indeed, released by the U.S. Army. But suddenly General Ramey, sent by the Pentagon, declared it had all been a mistake, and the fragments belonged to a shattered aerostatic meteorological balloon of a new type.
For about thirty years, nobody ever talked about it again. It was only after such a long period that research resumed, when a great number of witnesses suddenly appeared. There are almost 200 of them today, quite a lot. If you go to Roswell today, you will find that the few survivors, in their seventies or eighties by now, are angry for not having had a chance to tell their story before, angry for having this possibility only today that things have changed. For there is no doubt that the U.S. military authorities were heavily involved in the process of shutting the mouth to the key witnesses.
The Santilli footage represents the new element at last, although very controversial because it is still not easy to conclude for good. We do not know whether this material is totally authentic, or whether it has been tampered with in order to spread information not at all coherent, perhaps with the intent to instil doubt into people.
Well, an old Army cameraman came out, sold the footage of an auopsy to the English documentarist Santilli, a document we all have seen on TV in October 1995. It certainly is the autopsy of a living creature, not a dummy, although not a conventional human being, not even one affected by some particular genetic disease. Moreover, in the footage some metallic fragments with impressed symbols were visible, quite similar to the ones Marcel’s son had been talking about.
The Roswell story has been recently enriched by the testimony of Colonel Phil Corso, a high Pentagon official who recently died in his eighties. He said he had been in charge for the technological conversion of machines found into Roswell’s flying saucer during the 60’s. more flying saucers are knownbecause Americans allegedly possess more than one.
Corso said tools like integrated circuits, laser, microwaves, ultra-resistent and optical fibres would result from researches made on all the objects found at Roswell. Those were not inventions of a single person, but rather of a whole team; because the input has been given by others, namely the U.S. Government, which has stealthily introduced such technologies in the industry, while hiding their true provenience. It would be rather disturbing to admit that our technology could have taken advantage of an original alien input.
But let us go back to our main subject. What is the value of the symbols emerging from this story? As soos as 20 years ago I gathered about 20 episodes in my book “Contatti cosmici” published by Mediterranee, contacts through messages in letters, graphics, or symbols, all possibly a consequence of the presence of biological entities associated with flying saucers.
From a symbolic and semiologic point of view, these beings associated with the UFOs evidently have their own writing or graphics or symbols. That shoul remind us of another topic of great modernity: the so-called “crop circles”, or circles in wheat, which in some istances (not many indeed) have been linked to the UFO phenomenon. But in most cases they have been found without any kind of signature. A general hypothesis is that they are real ideograms made by some intelligence with an aim if not linguistic, at least symbolic; and if that was really done, it evidently had a purpose we may not grasp, but which certainly existed. The UFO phenomenon is older than we think, therefore related manifestations might have taken place at the time of ancient civilizations; evidence belonging to such societies has been found, e. g. symbols, scripts, or graffiti with a symbolic meaning, in other words recurrent themes with a common ground. Such linkages seem to close the circle. The bridge between past and present times draws our attention to the future via yesterday’s and today’s events. On the other hand there is the artist’s sensitivity; he looks at all those phenomena in an effort to understand reality and the beings’ real intentios. The artist is able to grasp meanings, although perhaps just at a symbolic level, whereas other people are not. And that is just what Gaspare has perceived, what he has tried to do with his works about the Roswell symbols.
G.M. : When I came across those symbols on TV, so similar to those I have been using for more than 25 years in my paintings, I got puzzled, curious, and excited. Then, as it often happens, chance gave me the answer: I had the opportunity to come across writings of the orientalist Zecharia Sitchin. I have read everything about this concept of history based on translation of cuneiform Sumerian letters telling about a twelth planet inside our solar system, from which colonizers of planet
Earth allegedly came and taught us agriculture, astronomy, and architecture. I wrote to Sitchin and asked him for his opinion about Roswell, and he answered he was writing a book with the promising title “The cosmic code”, a slogan that after all also belongs to my pictorial and ideographic research. As for the Roswell symbols, Sitchin thinks they are somewhat similar to the old Greek alphabet, itself derived from the Semitic one.
I now turn to Prof. Giovanni Pelosini, a Yoga teacher, a researcher in ancient symbols, the author of a book on the spiral symbol and of another one about Tarots publishd by Il Mosaico.
We have had an emotional impact with the Santilli footage, since it came out of the blue for us, whereas specialists have had more time to study it thoroughly. What kind of questions has this footage suggested to you, and what do you think these particular symbols transmitted to us?
G.P. : The question are certainly the ones Roberto Pinotti has already answered with much competence before, i. e. about the symbols themselves and their link with past and our history.
Some graphic symbols might resemble our ancient alphabets, particularly the proto-Phoenician alphabet, alphabets derived from hieroglyphs, which were ideograms before being letters, runes, or other ancient graphical symbols. But the big doubt still remains: whether or not there is a link between those symbols and the Roswell symbols has to be proved yet. Where would such possible link derive from? Have there been attempts by hypothetical alien entities to contact us, to write in a terrestrial language in some way? This would be the first hypothesis. Or do our own alphabets and signs really derive from ancient extra-terrestrial symbols? In any case the issue deserves a deeper understanding of quantity and qualities of possible relevant similarities.
Another question this topic raises to me concerns the phenomenon of non-graphical messages a great deal of people receive, more and more often, called “channelling”. In most cases people receiving these messages declare they speak on behalf of entities denomitated angels, leading spirits, or even a part of the deepest recessis of the subjects’ own psyche, their own soul or (if you prefer) mind.
G.M. : Do you mean to suggest my pictorial research on the Roswell symbols is a sort of “channeling”?
G.P. : Why not! Almost certainly the “thin” messages, whatever their source, might flock by in all possible ways according to the personal characteristics of each individual. So I would like to bring together the “crop circles” as alleged symbolical messages, the Roswell graphic symbols, and the mediumistic messages. I ask the expert, Roberto, whether or not he is aware of any investigation carried out about that.
R.P. : You have just faced an issue which is pretty important. In the 50’s, beside the traditional spotting of some UFO, persons later called “contactists” appeared for the first time. They sid thy were having regular and prolonged encounters with extraterrestrial pilots. The first important contactist has been astrophile George Adamski, an American of Polish descent, who declared have met some extraterrestrials. Among other things, he had produced some pictures he got by means of a small telescope.
While some people have talked about physical encounters with alleged aliens, many sensitive people strangely started to feel, after 1947, somehow peculiar symptoms. Once, such characters came up with just phenomena of writing mediumship, of tele-writing, of messages from Tibetan guides, Indian gurus, angels or whatever. But here extraterrestrial pilots appeared, handing over messages. What is the real importance of such messages?
It is not possible to conclude, but it is fair to say “channeling” should be regarded with some attention. It is likely that some stimulations, also artistic ones, are the result of some form of induction, either direct or indirect. That means we have many tools, like dreams or telepathic transmission.
Phenomena exist. Call them feeling, telepathy, sensitivity, or whatever. Non-verbal communication does take place. What does that mean? Signals are released into the air and subsequently caught in some way. It is like someone broadcasting a signal through the air. Anybody could be a radio receiver; what happens is that a sophisticated instrument works well, a less sophisticated one works badly, a broken one receives almost no messages, a switched-off radio does not work at all. Therefore “alpha” waves, the vehicle to mind transmission, do exist. Wether someone could interact at this level remains to be seen yet: we could then hypothesize that artistic inspiration itself is the result of some sort of induction only a few people get, thanks to their particular sensitivity.
G.M. : In any case the Roswell symbols remind me of my past when in Amsterdam, in the 70’s, I was studying ideograms and painting a series of big canvases called “The series of ten”. In that period I used to believe the concept had passed from reality to drawing to ideogram, and finally to writing. When I saw the Roswell symbols, a doubt came up that such a linear and progressive concept might have been wrong. Those symbols have a strong potential and I do not believe there is just one way of reading them. I do not believe they are phonetic symbols, maybe rather syllabic.
Roberto’s own explanation of the Roswell incident reminds of the first writing of six symbols with hand-prints nearby, that Marcel’s son allegedly saw. They came from the exterior of the ship, which after its first impact would have bounced, hurled farther away, and was eventually surreptitiously retrieved by the US Army. The series of 25 symbols on two fragments of the double T bar, on the contrary, should have been recovered from inside the wreck.
As I sid, my research concerned the potentiality of the symbols and not their meaning; but now that 51 years have elapsed since man possesses a writing allegedly of alien origin, I ask Roberto: are you aware of any research concerning those symbols?
R.P. : We know nothing about this kind of research. Speaking again about symbology and above mentioned Socorro (a place in New Mexico), though, I can recall a famous episode which took place there. One day, in 1964, vicesheriff Zamorra saw a flying object zipping low towards the desert near the road he was cruising. He alerted the base for back-up, left his car, and sauntered towards this clear, whitish, big egg-shaped object which had just landed. He faintly spotted two figures for a while, before the object suddenly retrieved its three legs, lifted, and took off with a bluish glow, almost in front of him. Shortly after back-up did arrive, but only to realize that what had remained were the clear tracks of the three legs on the soil. This is a case US Authorities had to admit. There is no explanation, but the funny thing is that the sheriff had clearly seen a red symbol which showed up against the whitish body of that flying egg. We are not able to give any explanation, but that symbol must have meant something to anyone who was inside that ship; someone could say it was a sign, a symbol, whatever its provenience. In other words, it was no phonetic symbol.
The research Gaspare conducts, based on these concepts or archetypes, concerns issues we also find in the cabbalistic symbols or in the tarot symbols, which have an archetypical content clearly beyond their phonetic message.
G.M. : Reading again tha chapter dedicated to Greek writing in Faulmann’s history of writing (1880), I am surprised that the alphabet is arranged in a 24-symbol circle. I am not convinced these symbols have a mere phonetical function, because the 24th quite obviously refers to time measuring.
G.P. : The Greeks’ problem was they used to have different needs from those of the Phoenicians; that is why that alphabet has been adapted to their language. Furthermore they had another language, therefore with sounds probably neither representable nor represented in the previous system of writing. Therefore they had to add or pull away something. The original alphabet was however made of 22 signs, the same 22 found in the Tarot’s Major Arcanes. Even the original letters of an older alphabet, the North-Semitic one, not only had a phonetic value, but also had a presumably important sense in everyday life 3600 years ago, such as ” bully head”, “home”, “camel”, not to mention other meanings possibly more esoteric, mystical, or magical. Scientific knowledge was full of magical or mystical aspects in those times.
R.P. : It was all one.
G.P. : Esactly! Magic, science, and religion were all parts of a single doctrine.
R.P. : We are the only ones to separate all that, we do that arbitrarily. By the way let’s consider this: it seems very important to me that beside the value of the different symbologies, Roswell has probably served as a problem brought to everybody’s attention, just like the “crop circles” phenomenon has.
Gaspare is connected to this through his artistic sensitivity. What matters is a people-targeted approach to UFOs. The possibility the media have is to broadcast news. On the contrary, if an artist manages to elaborate and to give his own interpretation, the message does a better job, and this is equally important. It’s all about working at different levels: what the artist can do towards the public goes beyond rationality or mediumism, beyond space and time. Therefore it gives a sort of …
G.P. : …privileged route.
R.P. : Exactly. There is a subtle contact, neither phonetical nor written, between the artist and people. They understand just as well whether the artist is able to transmit the message. And that is the same message media and scientists can give, but the artist certainly does it better and more deeply.
G.M. : A symbol or an ideogram are chromatic vehicles, representing also their own emotional and poetical content. Giving an ideogram chromatic spatiality is almost like making it three-dimensional, projecting it into a sort of archetypical landscape in which the graphical structures of the superimposed symbols are interwowen. In these comparisons new combinations and magical formulas often come out; I surely perceive their pictorial aura, but I often guess another one which remains latent. Artistic creation brings an intense emotion which stores up on the canvas. Once out of the studio, this emotion is worth only if genuine; mediated or censored reports can hardly reach such a worth.
R.P. : What we were trying to say is that different parameters exist and utterly impossible to compare.
G.M. : I repeat once again that I am surprised we know nothing about research on the Roswell symbols: it seems just unbelievable to me!
R.P. : There are other issues we know nothing about!
G.P. : Just look at the Tarots! They could be studied like any other ancient text, the Bible for istance, given their antiquity, but scientists usually do not bother.
G.M. : The “Golden Tarots” symbols Giovanni has published bear themselves quite a resemblance to the Roswell symbols.
G.P. : In my research I have found significant links between the so-called “Tarots’ Major Arcane”, the ancient North Semitic alphabet, and astrology. To begin with, the letters of the most ancient alphabet known are 22, like the tarots’ cards. Here is why these symbols appear in the “Golden Tarots” cards too. To me Tarots, like the ancient letters, represent archetypes, but they are also an ancient illustrated book the meaning of which has been long lost. In other words they are a crypted message coming from the past, like the complexity of astrology and, from a point of vue both architectural and mathematical, the big Giza pyramid.
All these messages imply an extremely high level of know-how of all kinds, we are just beginning to understand thanks to modern technology.
Whether these messages arrive from our far ancestors, or from a society lost in the past, or from extraterrestrial societies always in touch with our planet, we do not know yet; by the way, this is a problem Raymond Drake, Peter Kolosimo, and then Beauval and Hancock have faced before.
R.P. : A rather important fact should be stressed. Someone thinks the Tarots themselves, whose origin is utterly unknown, could be the transposition, say pictorial, of a series of symbols with different aims; just like the I Ching is a system of 64 signs used for a mechanized kind of consulting machine, where you ask it an opinion over some intention you have. It is though someone had devised a sort of rudimentary computer you could consult by tossing three coins …
G.M. : The consultation of the I Ching is rather made by using 50 dry stems of the milfoil plant, where one of the 64 answers corresponds to an archetype of landscape.
R.P. : Or just take the horoscope in the newspapers: there is surely nothing serious about them. Things might be different for the personal horoscope. Look, this takes us right back to what I was saying about Tarots and the I Ching. It is a fact that astrology and astronomy once were one subject, and the great astronomists from the past, like Galileo, were astrologists too. What does it mean? Traditional astrology, with the zodiac signs and their characteristics, has some information source; but was is it? And where does it come from? Well, we do not know. We donot know who gave the first input. The past is linked to the present and projects itself into the future, which is probably a result of the past. Someone might suppose there has been a lost or badly conserved heritage, later resumed in concepts like astrology, the I Ching, the Tarots, and all these “forbidden arts”. Let’s say they are probablysimple rudiments of a far superior knowledge, reduced and then trasmitted in that way. But who gave the input? This is the problem.
G. P. : An extra-terrestrial origin has yet to be proved. It could be all about a lost society, very advanced, like the one found in Plato’s “Timaeus”.
G.M. : Contemporary art encourages a curious, open glance to all known and unknown realities, stimulates an open mind before such a present which is so uncertain, painful but also (like this debate proves) fantastic. “Science-fiction” realities like the alleged alien presence on earth with their almost archaic symbology, question our concept of history, evolution, exact science, religion, and even art. Many concepts will have to be revised and reformulated. There is a whole context in which we have been moving with too many artificial certainties which now eventually tumble down.
G.P. : I would like to quote Ovid as a conclusion: “Et ignotas animum dimittit in artes”. Our soul turns unknown things into art.
The Roswell Symbols, Chur, Calven Verlag AG, 1998
ISBN 3-905261-18-9