I simboli magici del dollaro

Il Grande Sigillo degli Stati Uniti d’America è forse uno dei simboli esoterici maggiormente evidenti sulla banconota da un dollaro: una moneta che viene riconosciuta e scambiata nei mercati di tutto il mondo e che da molti decenni influenza fortemente i destini economici e finanziari del pianeta.
Questa funzione dominante di moneta internazionale sembra essere consapevolmente determinata proprio dagli ambiziosi elementi simbolici del sigillo, come se i suoi disegnatori ne avessero previsto ed auspicato il futuro.
Con il mistico e brillante occhio nel triangolo in alto si mette immediatamente in evidenza l’approvazione divina della “missione” americana nel mondo: ANNUIT COEPTIS (“è propizio all’impresa”) significa che dall’alto si approva l’inizio della costruzione di un nuovo ordine mondiale, quasi una seconda Creazione, che veda dominare i princìpi illuministi che sono stati alla base della nascita della nazione nordamericana.
Il triangolo divino sovrasta, infatti, una piramide che reca incisa alla base la significativa data MDCCLXXVI (1776) in cui gli Stati Uniti proclamarono la loro indipendenza.
Una data indicativa anche per la numerologia, visto che
1+7+7+6=21
e che 21 è il numero del Tarocco chiamato il Mondo.
Per gli esoteristi che elaborarono l’emblema, la nazione che nasceva in quell’anno era chiaramente destinata a dominare il mondo, con i suoi princìpi, il suo ordine e la sua moneta.
Eppure i simboli del dollaro parlano ancora: tredici file di mattoni formano il tronco della piramide, come tredici erano gli Stati della colonia che si ribellò, come tredici erano le stelle e le strisce della prima bandiera che tanta fortuna ebbe nei secoli successivi.
Tredici, inoltre, è il numero dell’Arcano senza nome, e quindi un chiaro segno di rinnovamento; significa la fine di un ciclo e l’inizio di un nuovo ordine, come la scritta in basso, senza possibilità di equivoci, dichiara esplicitamente:
NOVO ORDO SECLORUM
Ma, se le file sono tredici, ne consegue che, fra la prima fila di mattoni con la data dell’indipendenza ed il triangolo celeste, simbolo dello Spirito, ci sono dodici gradini, a rappresentare, come i dodici segni dello Zodiaco, la totalità del mondo della Materia.
Come per gli antichi Egizi, la piramide è l’espressione della possibilità di trascendere il limite stesso della morte, ma stavolta tramite la scalata dei gradini illuminata dalla ragione.
Gli Stati Uniti ed il dollaro nascono così sotto gli ottimi auspici di un occulto disegno che affida loro una speciale missione internazionale.
Si è molto discusso se questo sigillo sia stato effettivamente l’emblema dell’esoterico “Ordine degli Illuminati“, mentre la ricorrente ipotesi di complotti di potenti società segrete ha fatto scrivere i cosiddetti fiumi d’inchiostro ancor prima che Dan Brown ne sfruttasse abilmente il fascino con il suo popolare Il Codice Da Vinci.
Si presume addirittura che la stessa pianta della città di Washington sia stata progettata secondo geometrie gnostiche che richiamano i suddetti mistici simboli. Ciò è forse plausibile, mentre i complotti planetari sembrano più essere un abile frutto della fantasia letteraria.
Di sicuro sappiamo che l’Ordine degli Illuminati è esistito: era una società di carattere gnostico-razionalista fondata nel 1777 in Germania e che è sopravvissuta con alterne fortune nei secoli successivi, avvicinandosi alla ritualità magica dell’occultista Aleister Crowley. Questa setta aveva una forte impronta filosofica di stampo illuminista e massonico, ed ebbe un certo ruolo anche politico nella storia europea ed americana del XVIII secolo, ma si sviluppò poi con una maggiore propensione alla speculazione esoterica ed al misticismo.
Per questa associazione i simboli avevano un’importanza capitale e presumibilmente è fra gli Illuminati del ‘700 che dovremo cercare i patrioti americani che ottennero di perpetuare le loro mistiche allegorie con il Grande Sigillo; lo stesso che fu poi stampato integralmente e diffuso in tutto il mondo dalla fortunata banconota da un dollaro.

Giovanni Pelosini

(pubblicato in «AstroMagazine», novembre 2005)

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I simboli magici del dollaro (seconda parte)



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