La Roccia Sacra (I simboli di Gerusalemme: I parte)
Gerusalemme è uno straordinario luogo sacro di enorme valenza simbolica per i fedeli delle tre grandi religioni monoteistiche, per tre culture che la storia ha visto spesso in conflitto cruento. Tre civiltà: tre modi diversi di essere, di vivere, di pregare, di sentire. È singolare come alcune comuni radici conducano ancora oggi ebraismo, cristianesimo e islamismo a convergere nel più antico simbolismo di questa città, intrecciandone miti, tradizioni, culti, e profezie attorno ai suoi luoghi sacri, così vicini tra loro e così legati nelle complesse vicende storiche da generare più facilmente incomprensioni e contese piuttosto che sincretismo o tolleranza.
Il più antico luogo sacro della Città Vecchia di Gerusalemme è la Roccia del Tempio, su cui oggi sorge la grande cupola dorata presso la Moschea Al-Aqsa (Majid Al-Aqsa), che risale al 691 ed al Califfato di Damasco. La Cupola della Roccia poggia su di una simbolica costruzione ottagonale, allegoria di perfezione: qui si ricorda che il profeta Maometto fu trasportato nel suo mistico Viaggio Notturno “per mostrare a lui alcuni dei nostri segni” (Corano, Sura XVII).
Secoli prima vi era stato edificato il Tempio di Erode il Grande, teatro di molti episodi della vita di Gesù, che fu distrutto dalle legioni romane nell’anno 70, ma, prima ancora, sulla stessa roccia sacra sorgeva il celebre Tempio di Salomone, abbattuto nel 588 a.C. dai Babilonesi.
Ma, risalendo nel tempo fino ai limiti consentiti dalla storia, riconosciamo in questo luogo anche il sacro monte Moriah, dove Abramo salì per l’estremo sacrificio del figlio Isacco.
Quale formidabile energia abbia indirizzato eventi e personaggi di così grande rilevanza storica e spirituale verso questa collina rocciosa, rimane un grande mistero.
Infatti, proprio la Roccia sembra essere la principale protagonista di ogni evento; come se ogni destino del mondo dovesse compiersi su di essa. Quella che doveva essere un’aspra altura battuta dal vento ed infuocata dal sole si è trasformata nei secoli in un luogo mistico in cui il contatto con il Divino era, ed è, possibile per gli uomini alla ricerca del sacro.
Proprio in cima al monte c’era una grande spianata rocciosa quasi trapezoidale (la roccia nuda è ancora visibile sotto la Cupola della Roccia), e forse il primitivo aspetto del rilievo doveva somigliare in origine ad un tronco di cono o di piramide: una sorta di tempio naturale da cui innalzare le preghiere al Cielo.
Qui si svolgevano gli antichi riti, qui si immolavano le vittime sacrificali, qui si meditava sul Cosmo, sulla creazione e sul ruolo dell’uomo nel mondo, qui forse si pregava prima ancora che si sviluppasse lo stesso concetto di Divinità. Questa era effettivamente una Montagna Sacra, uno dei simboli più antichi dell’umanità.
Ecco perché molte profezie di diverse confessioni religiose vedono nella Roccia di Gerusalemme una sorta di “Ombelico del Mondo”, dove nacque e dove finirà il ciclo attuale: la sede degli estremi eventi dell’Armageddon, il luogo della conversione universale, della lotta finale fra il Bene ed il Male, del definitivo avvento del Messia o del Mahdi.
Su quella sacra pietra si saliva per dare respiro alla Coscienza, per far sbocciare lo Spirito dell’Uomo, in epoche in cui ciò forse era più facile di oggi, prima che i particolarismi egoici ne facessero l’oggetto stesso della bramosia del possesso esclusivo, che è materialismo e desiderio di potere dell’uomo sugli oggetti e dell’uomo sull’uomo, al di là di ogni presunzione di spiritualità.
Se ancora vi si salirà con la medesima sincerità degli antichi saggi e con lo stesso desiderio dell’Anima, si potrà percorrere uno dei Sentieri Sacri dell’umanità.
Giovanni Pelosini
Il Muro sulla roccia (I simboli di Gerusalemme – II parte)
La Rocca dei Templari (I simboli di Gerusalemme – III parte)
Pubblicato su «AstroMagazine», gennaio 2006
Nell’immagine:
Olio su tela di Ippolito Caffi (1809-1866)
Gerusalemme: Moschea di Omar
35×49 cm
Venezia, Musei Civici Veneziani