Il grande potere del piccolo
Da bambino amavo giocare sulla spiaggia con la sabbia fine e bianca della battigia: costruivo effimeri castelli con alti muraglioni e improbabili torri arabe che le onde del mare inesorabilmente facevano poi crollare in pochi minuti.
Talvolta mi occorrevano ore per edificare strutture complesse e ardite, e bastava soltanto un attimo, un’onda appena più lunga, un’infiltrazione di acqua alla base delle torri, perché il paesaggio che avevo ideato e modellato tornasse alla stessa indistinta spiaggia lisciata dalle forze esogene. L’inevitabile crollo dei castelli di sabbia non mi inquietava troppo, perché tutti gli sforzi profusi nella loro realizzazione avevano avuto almeno lo scopo di insegnarmi le regole universali dell’entropia e la vanità del sogno, squisitamente umano, di costruire qualcosa di eterno con la duttile materia. Continua a leggere »