Archivio del 30 Agosto 2010

Ferro Ledvinka (di Johnny G. Pequilo)

Note biografiche del pioniere della macrobiotica

di Johnny G. Pequilo

Ferruccio Ledvinka nasce a Ancona il 3 maggio 1942. Deve l’inusuale cognome boemo al bisnonno garibaldino naturalizzato italiano. Con ottima e precoce memoria visiva aveva mantenuto i ricordi di quando, in braccio alla madre, era stato testimone del passaggio delle truppe inglesi durante l’ultimo conflitto mondiale. Architetto e insegnante, abbandona presto la carriera relativa ai suoi studi per dedicarsi alle discipline di frontiera, particolarmente la Macrobiotica creata dal giapponese George Ohsawa e diffusa nel mondo da Michio Kushi. È in quel periodo che Ferruccio comincia a farsi chiamare “Ferro”, nome che ritiene renderlo simbolicamente più Yang. Con grande entusiasmo inizia a diffondere la Macrobiotica in Italia, traducendo i testi di Ohsawa, e proponendo l’innovativo libro Il medico di se stesso di Naboru Muramoto alla Feltrinelli; traduce anche gli esoterici testi di alchimia di Fulcanelli per le Edizioni Mediterranee: Il Mistero delle Cattedrali e Le Dimore Filosofali, che si dimostrano grandi successi editoriali. Continua a leggere »

Tarocchi, i Simboli che Guidano le Scelte – Recensioni (6)

I simboli che guidano le scelte

di Cristiano Verardi

(….) “In una realtà che si presta facilmente all’equivoco – dice il dottor Pelosini – questo libro si discosta dal pensiero comune che lega i tarocchi esclusivamente al divinatorio (…)”.

Al centro della presentazione il diverbio tra la predestinazione ed il libero arbitrio. A questo proposito l’autore afferma che l’uso dei tarocchi e la conseguente fama che ne deriva, come ad esempio la visione del futuro, sono distanti dal reale motivo della loro nascita e successiva divulgazione.
I Tarocchi costituiscono un importante mezzo – ha detto – tramite il quale si giunge, con il tempo, ad una conoscenza superiore dei diversi simboli presenti in natura e che ci circondano quotidianamente, e di conseguenza ad una maggiore consapevolezza nelle scelte che durante il percorso della vita ogni singolo uomo deve affrontare.
Sempre più l’essere umano al centro del proprio destino quindi, e che grazie al “sapere” può influenzare e scegliere il proprio futuro. Nulla in questa opera è lasciato al fato, è proprio il caso di dirlo; anche le dimensioni delle carte non sono casuali, ma bensì realizzate seguendo l’esperienza tramandata dall’antichità classica, il “formato aureo“.
La presentazione ha suscitato molta curiosità ed interesse fra i presenti. Lo dimostrano le numerose domande poste all’autore, il quale ha risposto con sincerità ed accuratezza.
Al termine, Pelosini ha concluso con l’auspicio che la sua opera possa essere come una bussola, che indica la strada della meditazione e della ricerca personale, per giungere ad una maggiore conoscenza di noi stessi e del nostro futuro.

Cristiano Verardi, «IL TIRRENO», 27/2/1999

I Tarocchi Aurei

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