Madre Teresa di Calcutta, 26 agosto 2010: Centenario della Nascita
«Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.» Madre Teresa di Calcutta
Madre Teresa nacque il 26 agosto 1910 a Skopje con il nome di Anjeza Gonxhe Bojaxhiu e, per la grande opera personale volta a vincere la povertà e la miseria, ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1979.
Questa sua frase è soprattutto un invito ai singoli esseri umani a predersi la responsabilità principale di se stessi e delle proprie azioni, senza pensare di essere troppo piccoli per affrontare i grandi problemi del mondo. Il mondo è fatto di tanti esseri piccoli che pensano e compiono innumerevoli azioni in ogni istante della loro vita: se il mondo è come è la responsabilità è di ciascuno di loro. Se mancasse anche una sola goccia all’oceano, esso non sarebbe lo stesso oceano che vediamo, perché ogni goccia ha il suo piccolo ma importante ruolo: nessuno dovrebbe mai sottovalutare se stesso e le conseguenze delle sue anche piccole azioni.
Giovanni Pelosini
Su questo argomento vedi anche:
26 Agosto, 2010 alle 09:17
piccole visioni
a sfera di luce
a fontane di vita
sul capo, a scendere
ogni goccia a rilucere
a specchiarsi con altre
visioni a venire
a formare propri destini
a creare
Un paio di versi ispirati al momento da questa grande donna davvero incredibile.
Un oceano intero dalla sua sola goccia iniziale.
26 Agosto, 2010 alle 09:38
____ pensavo anche sai… pensavo al disarmo (psicologico) di chi ha sempre provato ad esprimere se stesso non sottovalutandosi e al fermo bloccante che spesso ha trovato davanti: un bel muro eretto da tanti altri che, probabilmente sottovalutandosi (con magari false idee di finta umiltà), hanno letto e interpretato come immodestia o protagonismo chi ha provato solo ad esistere rispettando se stesso.
Ci fosse meno antagonismo, meno frustrazione, meno invidia… ci sarebbero meno critiche e meno pettegolezzi. Unico metodo di superare tutto questo “ciarpame” è appunto osservare se stessi e prendersi ognuno solo la responsabilità delle proprie azioni. A quel punto non si avrebbe più tempo per “aggrapparsi” a smantellare e criticare quelle altrui.
Un’utopia?
Non penso. Semmai penso che ci siano ancora delle possibilità perché il “piccolo” essere, la piccola goccia, capisca di essere allo stesso tempo anche lo stesso oceano. A quel punto smetterebbero di esistere le vere “piccolezze” degli umani, troppo solo umani.