La Statua di Zeus a Olimpia: Emblema di Giove
Le Sette Meraviglie del Mondo: La Statua di Zeus a Olimpia
Sono documentati, a partire dal 776 a.C., i Giochi Olimpici nel Peloponneso nordoccidentale: ogni quattro anni, atleti provenienti da tutte le città della Grecia si radunavano ad Olimpia e gareggiavano in leali competizioni sacre in onore degli Dei. Come in altri luoghi di culto dell’antichità vi sorgevano campi di atletica e santuari, teatri, stadi, ippodromi e templi dedicati alle principali divinità. Ogni città aveva una propria rappresentanza ad Olimpia; i tempietti votivi, detti “Tesori”, custodivano emblemi sacri, armi ed oggetti preziosi, e manifestavano la potenza dello stato e dei suoi Numi protettori, oltre che la forza ed il valore dei suoi atleti. Le continue dispute e le guerre fra le città-stato si interrompevano ritualmente ogni quattro anni per consentire lo svolgimento dei Giochi secondo una filosofia sacrale sportiva panellenica accettata da tutti. Agli Dei Olimpi spettava l’onore supremo di assistere alle competizioni sportive in un clima di armonioso rispetto reciproco che avrebbe ispirato, più di 2500 anni dopo, le Olimpiadi moderne. Nella parte più alta della città c’erano i templi più importanti, fra i quali quello di Era e quello di Zeus, la coppia reale dell’Olimpo. Poiché al re e padre degli Dei spettava l’onore più grande, il tempio più importante fu dedicato appunto a Zeus.
Nel V secolo a.C. tutta la Grecia visse un periodo di grande crisi, ma la genialità di Pericle si manifestò nell’ideazione della maestosa Acropoli di Atene, sollevando gli animi degli Elleni duramente colpiti dalle invasioni persiane e dalle epidemie di peste fino a vette sublimi forse mai più raggiunte nella storia. In quel tempo si posero alcune delle fondamentali basi di quella che sarebbe diventata la cultura europea. Pericle rese grande Atene nel mondo anche grazie all’arte straordinaria dello scultore Fidia, chiamato a lavorare al Partenone ed a realizzare la famosa statua della Vergine Atena che dominava e proteggeva la città meglio degli eserciti e delle flotte da guerra. Lo stesso Fidia, ormai il più famoso degli artisti del suo tempo, fu quindi chiamato ad Olimpia intorno al 433 per innalzare la Statua di Zeus che sarebbe presto diventata una delle leggendarie sette Meraviglie del Mondo. Il già anziano scultore ed architetto andava così a coronare una carriera artistica che ne avrebbe fatto ricordare il nome nei millenni successivi.
Stava il Dio Giove, Padre degli Dei, seduto su un trono come l’Imperatore dei Tarocchi; e la statua era talmente imponente che, come narra Strabone, se il Dio si fosse alzato in piedi, il soffitto del tempio non avrebbe potuto contenerlo. Il solo basamento della statua copriva una superficie di sessanta metri quadrati per sostenere l’opera alta circa dodici metri. Giove-Zeus aveva un’effigie di Nike nella mano destra per onorare la Vittoria, ed uno scettro con un’aquila nella sinistra, per ricordare la sua sovranità sugli Dei e sugli uomini. La caratteristica più straordinaria della statua era la sua preziosissima struttura: sopra una intelaiatura interna si articolavano pezzi di avorio in grande abbondanza modellati a rappresentare realisticamente le parti anatomiche del corpo e del volto di Zeus. Le vesti furono realizzate in lamina d’oro, così come la chioma del Dio, che Omero racconta essere fluente e riccioluta, “scompigliata sul capo immortale”. I dettagli del volto furono probabilmente realizzati con pietre dure ed ebano, se è vero che di Zeus si rammentavano gli sguardi profondi e le sopracciglia scurissime. Anche la statua di Nike era in avorio e oro massiccio, e così il gigantesco trono del re degli Dei, mentre nero ebano e scintillanti pietre preziose completavano la meraviglia. Pausania descrisse anche le decorazioni in rilievo sulle parti di legno del trono e sulle pareti del tempio che a stento lo conteneva, ed altre notizie sulla statua ci giungono dalle monete che la riprodussero fino all’epoca dell’Imperatore Adriano. Purtroppo nella stessa straordinaria ricchezza dell’opera e nella cupidigia di uomini empi stava già il seme della sua successiva fine. Le tracce storiche della statua crisoelefantina di Zeus ad Olimpia si perdono agli inizi del IV secolo d.C., quando il paradigma dominante era già cristiano, seppure in una cultura religiosa sincretistica; in quel tempo pare che la ricca statua fosse trasportata nella città di Costantinopoli, e qui in seguito distrutta e smembrata, forse a causa di un incendio o forse di un barbaro saccheggio, lasciando di sé soltanto il ricordo.
Un destino irrispettoso della bellezza e dell’arte, così come della sacralità, ricorda che anche questa gloria mondana non poteva essere eterna, come nessun’altra opera dell’ingegno umano: lo Zeus Olimpio del grande Fidia, Meraviglia del Mondo Antico, non fece eccezione.
Giovanni Pelosini
Settembre 1, 2010 alle 22:50
Rivedevo per curiosità l’etimologia di “Edificare”.
edificare___lat. aedificàre
aedes, antic.AIDES (irl.aide) casa, abitazione, e indi tempio, fabbricato [dalla radice:_____IDH, INDH, bruciare… indh- infiammo, IDDH-AS infiammato, infuocato…. idh-mas, indh-anam, edh-as __legna da ardere…]
incendio—– fuoco…
-FICARE=facere
Ma è anche Fabbricare, Fondare nel Mondo Morale. Si usa per indurre in chicchessia buona opinione dei costumi. Della vita. Dei sentimenti. Dargli il buon esempio.
Mi chiedo oggi che MERAVIGLIE stiamo edificando. La nostra eterna tela di Penelope ci avvolge tutti e ogni giorno si ri-inizia ciò che per destino andiamo a dis-fare?