Le Voci degli Arcani sul Mensile “Hera” (di Massimo Bonasorte e Morena Poltronieri)
Le Voci degli Arcani delle Edizioni Hermatena
di Massimo Bonasorte
Questo libro è assolutamente unico. Immagini e suoni, infatti si fondono perfettamente nell’armonia del complesso simbolismo dei Tarocchi. Questa è la prima opera dedicata esclusivamente alla “voce” dei 22 Arcani Maggiori del mazzo dei tarocchi: 22 speciali Sentieri spirituali da leggere e ascoltare come percorsi di conoscenza che si inseguono nella spirale cosmica che avvolge e coinvolge la coscienza individuale e universale. L’autore Giovanni Pelosini, studioso di simboli esoterici e astrologici è riuscito a immortalare, sfruttando l’estro creativo e la sensibilità di uno straordinario musicista come Giovanni Imparato, la vera sacralità dei tarocchi, l’essenza della ricerca interiore: un vero e proprio percorso meditativo.
Massimo Bonasorte, «Hera», anno IX, n.104, settembre 2008
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L’eco degli Arcani al Museo dei Tarocchi
di Morena Poltronieri
(…) il concerto di Giovanni Imparato ha creato per ogni lamina una particolare musica, su scritti di Giovanni Pelosini. Le musiche di questo lavoro sono integrate dall’energia armonizzante della tradizione Yoruba, mutuata dagli archetipi della Santeria. Ecco alcune connessioni: Il Mago – Osain, il curandero, lo stregone della natura; La Papessa – Obatalà, la pace, la Madonna della carità, immacolata, la bianca sostenitrice del potere cognitivo femminile; L’Imperatrice – Yemayà, Madonna del mare Yoruba; L’Imperatore – Changò, il re degli Orichas, Zeus giovane; Il Papa – Òsun, l’anima, lo Spirito Santo; Gli Amanti – Obbà, la signora della felicità coniugale e dei laghi… In questo modo il Museo dei Tarocchi intende portare avanti un viaggio dentro e fuori il simbolo e dimostrare, come in una rinnovata tradizione alchemica, la possibilità di realizzare il proprio Oro. Nulla di materiale, sia chiaro, solamente riconoscere il filo sottile che lega le antiche tradizioni con l’esoterismo odierno, annullando spazio e tempo, per ritrovare occhi e scoprire che l’intreccio dei simboli è più che mai vivo e operativo.
Morena Poltronieri, «Hera», anno IX, n.104, settembre 2008