Tarocchi P-SDP, Recensione sul Bimestrale “Segno”
Al Museo dei Tarocchi di Riola presentati i 22 Arcani “Pelosini-Santini Del Prete“, con una serie di scene performative legate all’ironia e alla messa in discussione dell’arte se separata dalla vita, o della sua esaltazione se intesa come parte integrante della stessa. “L’orchestrazione, – scrive Giovanni Pelosini, esperto tarologo, – è densa di vibrazioni mai uguali tra loro, ma armoniche nell’assetto creativo dei personaggi che popolano questo mondo. Questo percorso sonda i segreti della poesia visiva, abbracciando un sapere ermetico profondo e penetrante, tale da rinnovare il valore dell’esistenza. Questa raccolta di Tarocchi evoca la celebre opera di Italo Calvino Il castello dei destini incrociati, ove il valore delle lamine è assorbito da quello della vita e viceversa, annullando ogni separazione dell’alto col basso. I Santini Del Prete, ferrovieri nella vita e nella scena artistica, sottolineano l’importanza della non-separazione, elemento necessario affinché il simbolo (symballo, da mettere insieme) non si disperda nella frammentazione divenendo al contrario diamballo o diavolo emblema del caos”. Barbara Martusciello scrive a proposito in presentazione: «Quello che in questa storia incuriosisce e interessa più di tutto, dal punto di vista critico, è la dichiarazione da parte dei due artisti, opera dopo opera, performance dopo performance, esposizione o evento, di non essere artisti ma… ferrovieri. Non è, questa loro, una negazione del loro valore o di quello dell’arte ma una presa di posizione che si può tranquillamente collocare fra Duchamp e… Totò (…) Inscenando una sorta di tablaux vivant all’aria aperta – nella splendida natura toscana, al mare o in campagna – o scegliendo altre location, hanno dato vita a ironiche ma corrette versioni del Mago, della Sacerdotessa, del Matto (unica in cui compare Pelosini), del Diavolo, della Temperanza o dell’Appeso… In alcuni casi ne hanno tratto performance ma sempre ne hanno reso immagini fotografiche che hanno poi usato per produrre quadri fotografici, fotografie vere e proprie – sia manipolate che nette – e strepitosi mazzi di carte dei Tarocchi».
Infine lo stesso Pelosini rammenta: «La Proporzione Aurea delle immagini evoca l’antica tradizione esoterica e gli studi di Pacioli e di Leonardo, ognuna delle ventidue fotopoesie possiede dettagli dagli atavici significati allegorici, arricchiti da nove endecasillabi in rima e linguaggio danteschi, in chiave anche numerologica. I ventidue Arcani “Pelosini-Santini Del Prete” entrano così, per gioco e per ispirazione, per intrinseca forza del simbolo, nella folta schiera dei mazzi di Tarocchi che si sono diffusi in Europa e nel mondo a partire dal XIV secolo quale eterno e inesauribile cammino dell’uomo».
«SEGNO», Attualità Internazionali d’Arte Contemporanea, anno XXXII, n.215, ottobre-novembre 2007