Le Mille Maschere del Male (di Lorenzo F.L. Pelosini)

Cinema e Filosofia: Le Mille Maschere del Male e come sconfiggerle

di Lorenzo F.L. Pelosini

Quando Gesù chiese al posseduto come egli si chiamasse, dall’interno del suo corpo, una voce profonda e terribile rispose: “Ci chiamiamo Legione”. Dall’alba dei tempi sino ad oggi il Male ha assunto molte forme, nelle leggende, nei miti, nelle storie e nei racconti. Ce n’è per tutti i gusti: dalle sembianze più classiche, e in un certo senso “bibliche”, del Serpente o del Drago fino a quelle più inusuali, moderne e insospettabili di un clown ballerino di nome Pennywise. Passando attraverso infiniti occhi e infinite menti, infiniti truccatori, costumisti e makeup artist, l’oscura forza acquattata nel buio tra le pieghe della Realtà come noi la conosciamo emerge dalle tenebre e guardandoci negli occhi, attraverso il suo Costume di inganni e specchi, ci sorride invitante.

In realtà ogni narratore, come ogni essere umano, cerca di dare una forma, un volto, alle sue paure. Nessun bambino può fare a meno di immaginare quanti denti e quanti occhi abbia la misteriosa creatura che vive sotto il suo letto o nel suo armadio, di che colore abbia la pelle, se sia un alieno, un mutante o un lupo mannaro. È un fatto istintivo e non è un caso che molti genitori accennino, non senza una punta di inconsapevole sadismo, alla presenza di un non meglio specificato Uomo Nero, per spaventare i figli. Ma questa azione, a ben vedere, ha anche uno scopo terapeutico. Infatti questa vaghezza, questa terribile assenza di forma, porta i bambini a difendersi donando un aspetto tangibile e “personalizzato” ad un essere informe, una materia buia, infinita e antica più dell’Universo, senza volto, senza nome. Michael Ende lo chiamava il Nulla, Stephen King lo ha chiamato It, noi tutti, giorno dopo giorno, ci adopriamo per dargli un volto.

Questo avviene perché c’è qualcosa di insopportabile in un buio senza faccia. Anche quando non possiamo vedere dobbiamo sforzarci di immaginare che là, intorno a noi, ci sia qualcosa di specifico e limitato o finiremo con l’impazzire.

“Significar per verba non si poria, però l’esemplo basti”, diceva Dante. L’Assoluto, nel Bene e nel Male, non è raffigurabile o descrivibile in alcun modo, se ne può solo fornire una rappresentazione simbolica, un esempio.

I grandi narratori antichi e moderni hanno giocato e giocano molto su questo fattore. Pensiamo al film che tratta della paura per eccellenza: la paura del profondo Nero che sta sotto al Blu della superficie, come l’Inconscio giace in tumulto sotto la Ragione, Lo Squalo. Per quante volte, Steven Spielberg ci spinge ad un crudele gioco mostrandoci solo uomini, donne e bambini, trascinati sott’acqua, ingoiati da inimmaginabili Jaws (mascelle, non a caso il titolo originale del film)? Solo alla fine, quando la paura dell’ignoto inizia a far vacillare la nostra mente, allora il Male, la Pura Paura assume una forma.

Ma perché lo fa?

Insomma, sappiamo che noi ne abbiamo bisogno: perché la nostra mente e i nostri occhi mortali sopportino la vista della Tenebra, essa deve essere “tradotta”, l’Infinito deve calarsi nel Finito, come un’anima deve calarsi in un corpo per operare nella Materia. Ma perché It dovrebbe prendersi il disturbo di mutare sembianze?

Noi della Monsters and Co. abbiniamo ciascun bambino al suo mostro ideale”, recitava con ironica verità il famoso film della Pixar. Nel fortunato (e intelligentissimo) cartoon disneyano, una società di mostri che vive nel mondo situato oltre le porte degli armadi dei bambini, usa le urla di terrore di questi ultimi come fonte di energia; al fine di immagazzinare una maggior quantità di grida, ogni bambino viene affidato alle “cure” di un mostro con le caratteristiche fisiche corrispondenti alle sue paure.

It lo fa perché ha bisogno del nostro terrore. Mostrarsi nella sua vera forma ci annienterebbe in un soffio, ma lui questo non lo vuole: si ritroverebbe insoddisfatto e vuoto, come una donna di fronte ad una “prestazione frettolosa”, se capite cosa intendo e mi perdonate il paragone audace. Per entrare nella nostra mente, fare razzia e saziarsi di ciò che trova al suo interno, Esso deve farsi a misura d’uomo e scendere al nostro livello.

Ma questo ci dà un vantaggio.

“Se mille contadini fanno esistere i vampiri grazie alla loro immaginazione c’è sempre almeno uno di loro che immagina il paletto con cui trafiggerli.”  S. King.

In una famosa fiaba, l’Orco, o il Gigante a seconda delle versioni, sfida il Bambino dicendo che può trasformarsi in qualunque cosa voglia.

Scommetto che non riesci a trasformarti in un topo piccolissimo,” dice il Bambino.

L’Orco ghigna beffardo e subito si trasforma in un minuscolo topo grigio. Il bambino, senza esitare alza il piede e lo schiaccia.

Che sia grande o piccola e per quanto mostruosa, ogni forma che It assumerà sarà soggetta a delle regole che noi stabiliamo. E noi diciamo che ogni mostro ha un punto debole. Ogni drago ha una scaglia cedevole sopra al cuore che può essere strappata, ogni lupo mannaro è vulnerabile alle pallottole d’argento, ogni demone seppur inarrestabile, sa che da qualche parte esiste una spada magica in grado di trafiggerlo. E se non c’è basta inventarla.

Grida il mio nome, Bastian!” Prega l’Imperatrice Bambina nella Storia Infinita.

Se anche voi credete nelle fate, battete le mani!” Grida al pubblico Peter Pan.

C’è sempre una cura. Perché l’immaginazione di un bambino è capace dei peggiori incubi, ma anche dei più grandi sogni.

C’è di più: quello che ogni mostro teme più di ogni altra cosa, è l’essere messo in ridicolo dalla sua preda. Perché, come recita appunto Monsters and Co., “Le risate sono dieci volte più potenti delle urla”.

Lorenzo F.L. Pelosini



1 Commento a "Le Mille Maschere del Male (di Lorenzo F.L. Pelosini)"

  1. Dani (Dioydea)

    Verissimo che “Le risate sono dieci volte più potenti delle urla”… basta ricordarsi che devono essere fatte con la dovuta maestria. E non smaccatamente straffottenti. Il rischio infatti che l’orco si inc… di brutto sussiste. Se son sommesse come tra sé e sé (ma che si sentano) vincono un mostro a sette teste. Oppure risuonare del tutto innocenti appunto come quelle di un bambino. Risvegliare il nostro bambino interiore risulta sempre più d’obbligo, oggi che gli Orchi stanno aumentando a vista d’occhio… Oggi più gente si sta trasformando in mostro.

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