La Regina di Fuori

“In un vecchio palco della Scala

reale,

un falco della Regina un Nuovo

depon’Eva,

e il Re di Fuori.

All’ora andava la Regina dal palco

al falco della Regina di Vuoti,

cantando carta canta all’araba felice.”

Giovanni Pelosini, Patàfora, 2004/2010

Cari lettori, non sono diventato (ancora) pazzo. Il fatto è che penso che spesso l’eccentricità possa aiutare il pensiero a superare se stesso. “Pensiero è il pensiero del pensiero” scriveva argutamente James Joyce nella sua odissea psichica tesa a utilizzare strumenti eterodossi di ricerca per uscire dagli schemi e vedere oltre.

Il paradosso della poesia Patàfora, che parte dagli oggetti “patasimbolici” in un gioioso connubio artistico può condurre a originali stili cognitivi ed espressivi in cui le parole, e i giochi di parole, acquistano significati multipli e si avviluppano in spirali extradimensionali. L’esercizio pataforico è talvolta eccitante donando immagini straordinarie della realtà, punti di vista alternativi, visioni psichiche, metapsichiche e soprattutto improbabili scenari patapsichici. In tempi di crisi, all’interno di vortici personali, sociali e globali, anche le soluzioni immaginarie possono essere soluzioni, e l’invenzione visionaria della Patafisica di Alfred Jarry può stimolare la creatività all’esplorazione di abnormi sconosciuti continenti virtuali in cui regna la Regina di Fuori

Giovanni Pelosini



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