Verità (di Lorenzo F.L. Pelosini)

Per millenni filosofi e scienziati si sono lanciati nelle proprie speculazioni e teorie utilizzando come punto di partenza l’aprioristico concetto che la realtà tangibile e le sue leggi fossero il punto fermo dell’universo, la sola verità che ci fosse dato di conoscere per certa. Quello che cadeva sotto i sensi era reale (res extensa), il resto era un insieme di reazioni soggettive, idee e pensieri intangibili e inquantificabili privi di valore pratico (res cogitans).

Oggi, alla luce delle scoperte di Heisenberg e della nascita della fisica quantistica, anche quest’ultimo punto fermo cede e si dissolve, lasciando spazio ad un’infinita gamma di possibilità.

Nel distopico 1984, George Orwell ci descrive un mondo schiacciato dall’assoluto potere di un regime totalitario, il quale da anni domina mente e cuore delle persone di tutto il pianeta alterandone giorno per giorno coscienza, pensieri, percezioni e ricordi a seconda delle necessità, fino a indurle a credere che la sola verità è quella che il Partito (dogmaticamente infallibile) afferma. Scienza, Storia, Sentimento e Pensiero Individuale vengono spazzati via in un sol colpo e all’umanità resta solo una forma mutilata e impotente di se stessa. Winston Smith, il protagonista, trova difficoltà a conformare la sua mente al cosiddetto Bipensiero che il Partito gli impone. In un angolo della sua stanza, chino sul suo diario segreto, Winston cerca disperatamente una verità così assoluta e innegabile che neanche le onnipresenti mani e occhi del Partito potranno obliare o alterare.

Le cose ovvie, le cose semplici, le cose vere dovevano essere difese. Le verità evidenti erano vere, non ci potevano essere dubbi, su questo! Il mondo concreto esiste, le sue leggi non mutano. Le pietre sono dure, l’acqua è liquida, gli oggetti privi di sostegno cadono verso il centro della terra. […] Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro”. È alla Matematica, la più esatta delle scienze, che Winston si rivolge, ad essa affida tutta la sua dignità di uomo.

Facciamo ora un salto quantico ed andiamo ad analizzare Neo, il protagonista del film Matrix. Anche lui resiste al condizionamento di un ente superiore che tiene il volto dell’umanità schiacciato sotto il suo stivale e anche lui, come Winston, cerca un modo per realizzare la sua unicità, di elevarsi al di sopra del suo stato di schiavo per diventare uomo. In un mondo dove la mente umana è assuefatta ad una realtà virtuale controllata dalle Macchine, Neo si reca dall’Oracolo per sapere se egli sia veramente l’Eletto, il prescelto in grado di manipolare e trascendere le leggi della realtà e destinato a condurre gli esseri umani ad un nuovo livello di consapevolezza.

Ma l’Oracolo, come da tradizione, concede un ambiguo responso: “Essere l’Eletto è come essere innamorato, nessuno può dire se sei innamorato, lo sai solo tu. Te ne accorgi… per istinto”. Ed ecco la domanda: dov’è, quindi, che dobbiamo cercare la Verità? Esiste realmente?

Ora, la fisica quantistica ha scoperto che la materia non è quell’oggettivo dato di fatto che a lungo abbiamo creduto che fosse. È piuttosto un campo di infinite possibilità. Heisenberg una volta disse: “Gli atomi non sono cose, sono tendenze”. Questo perché ogni fenomeno, finché non viene osservato, e quindi influenzato, può manifestarsi in infiniti modi; ogni elettrone, finché non lo si irradia per osservarne la posizione, si trova in tutte le posizioni possibili nello stesso momento. Se prendessimo assoluta coscienza di questo, saremmo in grado di manipolare la materia solo osservandola, non vi sarebbero più leggi, regole o confini.

Quello che Winston in 1984 non capisce infatti è che non vi è principio alcuno nel mondo esterno che sia portatore di una verità assoluta. La stessa equazione 2+2=4 (che non avrebbe comunque validità assoluta, visto che nel campo della geometria non euclidea essa risulta errata) non ha valore di per sé, ma solo in quanto Winston proietta su di essa la sua convinzione. Per questo alla fine del romanzo il Partito riesce ad avere la meglio su Winston, perché una volta perduta la volontà di credere che due più due fa quattro, una volta schiacciata definitivamente la capacità di scelta dell’uomo, qualsiasi sua convinzione può essere alterata. Alterando la mente che è matrice di realtà, alteriamo la realtà stessa.

Una delle cose più sconvolgenti della morale matrixiana, è che Neo non è l’Eletto per natura, lo è solo potenzialmente, e diventa tale solo conseguentemente alla scelta e alla consapevolezza di esserlo. Quando anche la realtà che gli sta intorno sembra ribadire costantemente la sua natura mediocre, egli sceglie di cercare la verità, non nell’oggettività, ma nella soggettività. Tutto il mondo è una proiezione dell’interiorità. Non si tratta quindi di cercare e difendere un principio oggettivo uguale per tutti, ma di difendere gli infiniti principi individuali che ci rendono unici. Dobbiamo difendere la sacrosanta libertà del soggetto di scegliere fra le infinite realtà potenziali quella che più gli è congeniale, poiché è Uomo chi afferma la propria verità con assoluta certezza pur non negando le altre, e, come diceva Woody Allen, la sola cosa oggettiva è la soggettività.

Lorenzo F.L. Pelosini



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