I Carri di Marte e il Generale Patton (II parte)

I Carri Armati di Patton

Il più grande condottiero di carri armati della storia è senza dubbio il generale George Smith Patton, che il famoso film Patton, generale d’acciaio (1970) celebrò con ben sette premi Oscar. A questo film di Franklin J. Schaffner, magistralmente interpretato da George C. Scott e Karl Malden, mi sono principalmente riferito per l’immagine che di sé lasciò il personaggio, forte del fatto che gli sceneggiatori Francis Ford Coppola e Edmund H. North si basarono sugli avvenimenti reali descritti da accreditate biografie. Non desidero in questa sede considerare le inevitabili inesattezze storiche, ma valutare soprattutto l’immagine che il personaggio lasciò di sé soprattutto con questo film e con le frasi a lui attribuite. In ogni caso spesso in simbologia ciò che appare è altrettanto importante di ciò che è.

A tale proposito appare assai significativo il monologo iniziale del generale nel film: “Desidero ricordarvi che nessun bastardo ha mai vinto una guerra morendo per il proprio Paese. Se l’ha vinta è perché ha costretto altri bastardi a morire per il loro Paese… il nemico: quello sì che lo agguanteremo per il naso e lo prenderemo a calci nel sedere, e ad ogni calcio gli faremo sputar sangue, e quando avrà finito il sangue dovrà sputare la bile!

Oltre allo spirito battagliero e aggressivo del personaggio che traspare dal monologo, sono interessanti i riferimenti al sangue e al naso, entrambi collegabili alle simbologie di Marte: “È sempre stato il mio sogno partecipare a un combattimento all’ultimo sangue!

A proposito del naso, pare che il generale Patton non temesse le battaglie quanto le ferite al naso. Ecco le sue precise parole: “Ricordo che la cosa che più mi spaventava era l’idea di una pallottola che mi arrivasse dritta sul naso. Non so perché, ma la prospettiva di trovarmi un pezzo di piombo sul naso poteva farmi commettere qualsiasi pazzia.” Durante un bombardamento aereo tedesco in Tunisia, pare che si sia esposto al fuoco gridando: “Su avanti, vigliacchi, cercate di prendermi qui sul naso!

Si osservi il grafico di George Smith Patton, nato a San Marino, California, 11 novembre 1885, 18.38.

Nel tema natale si ritrovano singolarmente collegati tutti i pianeti della terna dello Scorpione (in cui c’è il Sole), che abbiamo visto essere in analogia con il tarocco del Carro: Plutone (all’Ascendente), Marte e Mercurio. I segni interessati sono Gemelli, Vergine e Sagittario: ne deriva un mix di veloce inventiva, tecnica, slancio ottimistico e aggressività che fu determinante negli attacchi degli squadroni di carri armati americani in Africa, Italia, Normandia e nelle Ardenne, con un peso assai rilevante per le sorti della II Guerra Mondiale. Dove c’era bisogno di sfondare il fronte con audacia e spavalderia, gli Alleati ricorrevano sempre a Patton.

Marte è in quarta Casa e in Vergine a denotare energico patriottismo e rispetto formale della gerarchia militare; il trigono con Venere mostra un sincero amore per la vita del soldato, e Giove e Urano in quinta casa contribuiscono a renderlo eccessivo nelle sue manifestazioni. Patton andava in giro con un frustino, un cinturone da cowboy e un revolver Colt S.A.A. con calcio in saturniano avorio. Una volta un giornalista male informato gli chiese della sua pistola con calcio di “madreperla”, e il suo Saturno in Cancro gli fece rispondere stizzito: “Solo un pederasta dell’ultimo bordello di New Orleans può averlo di madreperla!

Marte in Vergine però preferisce agire piuttosto che parlare, e quindi Patton passava all’azione tutte le volte che gli era consentito. Il modo migliore e più funzionale fu quello di comandare carri armati, che davano sfogo alla sua irruenza sublimando perfettamente il suo carattere implacabile e la sua volontà priva di cedimenti, permettendogli un movimento lento ma inarrestabile. Un suo ordine ricorrente era: “Scegliere sempre l’offensiva, mai soffermarsi!”. Nel durissimo inverno delle Ardenne, il 19 dicembre 1944, comandava la IV Divisione della III Armata affaticata dal clima e dai continui attacchi, ma, quando si trattò di salvare la 101a Divisione Aviotrasportata accerchiata dalla controffensiva tedesca, gelando il suo staff dichiarò: “Andremo sempre avanti, è chiaro? Noi attaccheremo tutta la notte, attaccheremo domani mattina. E, se non dovessimo vincere, che nessuno di noi ritorni vivo!

Quando non mandava carri armati all’attacco, l’irruenza del suo Marte in Vergine lo rendeva violento, insofferente e impulsivamente manesco nei confronti degli inferiori di grado. È famoso l’episodio della sua visita all’ospedale da campo durante l’invasione della Sicilia: trovando in infermeria un soldato sotto shock ma non ferito, lo aggredì violentemente e lo schiaffeggiò con crudeltà, rimandandolo immediatamente in prima linea, non sopportando la sua vigliaccheria (“Io detesto la viltà!”) e l’inadempienza formale alle regole militari. Già in Africa si era distinto pretendendo che anche i cuochi, in quanto soldati, fossero formali, in divisa e con l’elmetto.

La mancanza di slancio tipica della posizione di Marte in Vergine è decisamente risolta dall’amore per il rischio dello Scorpione, e dagli aspetti del pianeta, particolarmente con Mercurio in Sagittario, che spinge ad essere fin troppo disinvolto e ottimista nell’andare sempre avanti, sempre all’arrembaggio. Lo aiutano una buona dose di cosiddetta fortuna (trigono Giove-Venere), la profondità plutoniana, ma più forse il Sole in sesta casa che ne fa un programmatore minuzioso anche delle sue azioni più estemporanee, e il sollecitato Urano che lo rende capace di sfruttare le buone opportunità con tempismo e genialità.

Quando, in antagonismo con gli inglesi di Montgomery, aveva spinto i suoi carri troppo avanti nella conquista della Sicilia e il generale Alexander gli ordinò di non prendere Palermo, Patton rispose con un laconico messaggio: “Chiedo l’autorizzazione a restituirla”, in cui mostrava ancora una volta la tendenza teatrale e ironica del fortissimo Plutone nel tema (all’Ascendente, quadrato a Marte, opposto a Mercurio e trigono a Giove e Urano in quinta casa).

Eppure, oltre a essere impulsivo, eccentrico e risoluto, era anche un inguaribile combattente romantico, un poeta e un guerriero di altri tempi: “Nuove armi? Sono la fine di tutto! Finito l’eroismo, finita la gloria, finito tutto quanto! Niente eroi, niente vigliacchi, niente truppe, niente generali. Solo quelli che sopravvivono e quelli che muoiono. Non fa per me questo tipo di guerra!

Patton si fidava molto (Mercurio in Sagittario) delle sue “ispirazioni improvvise”; per esempio quando il 16 dicembre 1944 “seppe” che i tedeschi stavano organizzando una controffensiva nelle Ardenne per Natale e li sorprese anticipandoli. Le sue ispirazioni improvvise solo in parte si spiegano con il triangolo Sole-Luna-Nettuno (quest’ultimo in XII casa e trigono a Giove). È noto, infatti, che Patton asseriva di ricordare alcune sue vite passate, quasi sempre legate a episodi di guerra nell’antica Roma; dimostrava di conoscere benissimo luoghi che non aveva mai visto prima in Europa e faceva spesso riferimento ai grandi eroi e condottieri della storia.

Sin dai tempi dei tempi / trionfi ho vissuto e sconfitte. / Ho combattuto, ho vinto e son caduto cento volte cento sopra le stelle. / Come in uno specchio opaco vedo le antiche guerre che ho vissuto in diversa guisa, con diversi nomi / ma ero sempre io”.

Questa poesia che Patton recita nel film è significativa e conferma la sua convinzione di aver vissuto molte vite da militare. Il Nodo lunare Nord è in trigono a Luna e Nettuno, e in sestile al Sole; è nel segno che ospita Marte, ma in quinta Casa: anche nella posizione e negli aspetti dell’asse dei nodi si possono leggere le visioni nostalgiche del passato che tendono a sublimarsi nel ruolo di comandante militare, perfezionista nella forma della disciplina, al servizio ispirato di un ideale, ma pratico e concreto nell’azione.

Il guizzo dell’irrazionalità nel personaggio, convinto militare per vocazione e per nascita, ne fece il grande trionfatore dell’ultimo grande conflitto e un comandante geniale: “Nove decimi della tattica sono sicuri, e vengono appresi sui libri. Ma il decimo irrazionale è come il lampo del martin pescatore, che attraversa lo stagno, ed è questa la vera pietra di paragone dei generali!

Un tema natale che parla di una vita interessante e, come si è visto, segnata dai “Carri di Marte”, eppure con una Venere importante, anche se poco o niente affettiva, nel segno del Capricorno opposta a Saturno. Oltre che nella lesione mortale alle vertebre cervicali del soggetto, forse si può leggere nei molti aspetti che fa Venere nel tema anche quella spinta personale e soggettiva verso la vocazione destinica che utilizza all’occorrenza anche l’energia di Marte, e non il contrario, così come rammentava Marsilio Ficino: “Marte non doma mai Venere…”.

Infatti, nel destino del generale non ci furono solo i carri armati: a guerra finita, il 9 dicembre 1945 a Heidelberg, un autocarro (!) senza freni urtò in velocità la sua auto e Patton batté violentemente la testa rompendosi le vertebre cervicali. Mercurio nel segno del Sagittario si opponeva a Urano, e la Luna acquariana, opposta a Plutone, si trovava proprio sul suo Medio Cielo. Morì per la grave ferita il 21 dicembre 1945.

Giovanni Pelosini

Bibliografia

Marsilio Ficino, Sopra lo Amore, ovvero Convito di Platone

Marija Gimbutas, Il linguaggio della Dea

Giovanni Pelosini, Matriarcato e patriarcato nei miti antichi e nei simboli astrologici

Giovanni Pelosini, I Tarocchi Aurei

La Bibbia di Gerusalemme (EDB)

Baghavad Gita

The New Webster Dictionary

Carlo Cordié, Enciclopedia dei miti

Omero, Iliade

James George Frazer, Il Ramo d’Oro

Stephen King, La Torre Nera

Eginardo, De Vita Caroli Magni Commentarius

Franklin J. Schaffner, Patton, generale d’acciaio

Ladislas Farago, Patton: ordeal and triumph

Omar N. Bradley, A soldier’s story

Kristopher Calnon, Patton: A man of Heroic Proportions

 

 



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