1912-2012: Cento Anni dalla Tragedia del Titanic

Il Titanic di James Cameron in 3D

Aprile 2012: a 100 anni dal naufragio del transatlantico britannico Titanic il simbolo della tragedia è ancora vivo nell’immaginario collettivo. L’anniversario è celebrato anche da James Cameron, che ha realizzato una nuova versione in 3D del suo film uscito con successo nel 1997 con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet. Da molti mesi il regista sta lavorando alla conversione del film in modo da non perdersi il fatidico centenario dell’affondamento.

Il Titanic, infatti, la nave considerata all’epoca la più sicura del mondo oltre che la più grande e lussuosa, era partita per New York da Southampton il 10 aprile del 1912. Era il suo primo celebrato viaggio inaugurale, e fu l’ultimo. La nave avrebbe dovuto attraversare senza problemi l’Atlantico settentrionale in pochi giorni di tranquilla navigazione; e spavaldamente non aveva in dotazione scialuppe di salvataggio nella quantità necessaria a ospitare tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio. Eppure, nella notte tra il 14 e il 15 aprile, la nave urtò un iceberg che aprì alcuni grandi squarci laterali sotto la linea del galleggiamento e ne provocò l’affondamento in meno di tre ore di agonia.

Soltanto 705 persone troveranno la salvezza nelle insufficienti 16 scialuppe; più del doppio moriranno piuttosto rapidamente nelle acque calme ma gelide di quella notte (più di 1500 vittime). L’episodio raccontato dall’ormai mitico film di Cameron ricrea meravigliosamente la tragedia che così tanta emozione suscitò e suscita ancora nell’opinione pubblica di tutto il mondo.

Il Museo del Titanic a Belfast

A Belfast, dove i cantieri navali Harland and Wolff  videro nascere la gigantesca nave da crociera fin dal 31 marzo del 1909, qualcuno ha avuto l’originale idea di rievocare gli scenari della operosa città di quel periodo, in un grande complesso museale che comprende anche la meticolosa ricostruzione dei sontuosi saloni e della mitica scalinata della nave in stile Luigi XVI, le storie dei passeggeri, le vicende di quella tragica notte, grazie a investimenti milionari e tecnologie innovative nel campo della realtà virtuale che vede in campo ben nove gallerie interattive. Il gigantesco (anzi, titanico) museo si articola su sei piani, si chiama Titanic Belfast Experience ed è il frutto di nove anni di lavoro, inaugurato proprio il 31 marzo del 2012: allo stesso modo della nave da cui prende il nome non nasconde il progetto ambizioso di diventare un’attrattiva turistica a livello mondiale ed un’icona simbolica del secolo scorso.

La Congiunzione Sole-Luna del 1912

Un terzo modo che la creatività umana ha scelto per rievocare il mitico e simbolico evento dell’affondamento del Titanic è stato quello di fare ipotesi più o meno fantasiose sui motivi della tragedia.

Una di queste è la teoria del fisico Donald W. Olson della Texas State University, che riprende una vecchia idea dell’oceanografo Fergus Wood sulla eccezionale congiunzione astronomica del 4 gennaio 1912. In quella data un raro allineamento della Luna (particolarmente vicina alla Terra per un particolare Perigeo che la portò a soli 356.375 chilometri) con il Sole (anche esso vicino alla Terra a causa del Perielio del giorno prima) avrebbe potuto generare una elevata escursione di marea sigiziale e il conseguente superamento della barriera dei fondali a largo di Terranova e del Labrador da parte del grande iceberg distaccatosi dai ghiacci della Groenlandia. I più grandi di questi, infatti, di norma si incagliano proprio in questi fondali, per poi pian piano fondere diminuendo di volume e di massa. Quello stesso gigantesco blocco di ghiaccio alla deriva in modo anomalo, secondo questa ipotesi, sarebbe stato poi la plausibile causa, quattro mesi dopo, dell’affondamento del Titanic, dal momento che l’esperto comandante del Titanic Edward John Smith forse considerava poco probabile che iceberg di quelle dimensioni potessero trovarsi sulla sua rotta. Smith era a conoscenza della presenza di iceberg lungo la rotta, che aveva già prudentemente modificato spostandosi verso sud, ma non poteva sapere che i ghiacci galleggianti fossero di tali dimensioni; questo fatto probabilmente non lo fece preoccupare troppo e gli fu fatale.

Miti e Simboli del Titanic

Infine colgo anche io l’occasione dell’anniversario di questo evento ormai mitico per un ulteriore originale commento. Dal punto di vista simbolico, nella tragedia del Titanic si legge ancora l’orgoglio dell’uomo punito dalle forze della natura e la superiorità di queste di fronte alla piccolezza di ogni opera tecnologica umana, per quanto considerata gigantesca. Lo stesso nome “Titanic” inneggia ai giganteschi esseri che popolavano la terra al tempo mitico degli Dei e degli eroi; ai Titani, figli di Urano (il Cielo) e Gaia (la Terra) che precedettero gli Dei dell’Olimpo nel dominio del mondo.

Uno di questi antichi Titani era Crono (Saturno per gli italici) che lottò con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle per detronizzare il padre Urano, regnando poi fino all’avvento di Zeus (Giove). Quasi tutti i Titani si allearono con Crono in questa guerra: Ceo, Iperione, Crio, Giapeto, Rea, Temi, Mnemosine, Teti, Febe, Reia… Quasi tutti, perché Oceano, il fratello maggiore che circondava tutte le terre emerse come un immenso fiume limitante, si rifiutò di farlo, rimanendo isolato in disparte fino a quando non giunse il tempo di dare il suo appoggio decisivo proprio al nipote Zeus contro i Titani suoi fratelli.

È incredibile come il mito di origine preistorica ancora parli nei simboli, e ponga proprio il ribelle Oceano a limitare le ambizioni dei Titani; così come l’odierno Oceano Atlantico ha rappresentato l’ostacolo insormontabile all’orgoglio degli uomini, moderni Titani, ingenuamente convinti di poter sconfiggere con la tecnologia ogni forza primordiale della natura. Il Titanic è dunque ancora il simbolo di questo sogno più volte infranto, di questa ambizione che eternamente ritorna nell’animo degli abitanti di questo pianeta: forse una maggiore umiltà e una maggiore conoscenza dei miti avrebbe scoraggiato la scelta di questo nome per una nave che apertamente intese sfidare il grande mare. Il racconto mitico avrebbe considerato impudente la scelta di questo nome da parte dell’amministratore delegato della società armatrice (Joseph Bruce Ismay, che era a bordo e riuscì a salvarsi sull’ultima scialuppa).

E così, come Oceano aveva sconfitto i Titani, l’Atlantico affondò il Titanic che aveva osato sfidarlo.

Giovanni Pelosini



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