Febo Conti e la RAI TV di una volta: “Chissà chi lo sa?”
Il 16 dicembre 2012 ci ha lasciato Febo Conti, indimenticabile presentatore della trasmissione RAI “Chissà chi lo sa?“ dal 1961 al 1974. Cinque giorni dopo, stroncata dal dolore, lo ha seguito la moglie, la cantante Italia Vaniglio.
In questa rara fotografia del 1971, scattata direttamente allo schermo televisivo, io sono a sinistra, con i pantaloni bianchi, la camicia variopinta e tutta la marea di sensazioni che si agitavano nel mio animo. Facevo parte della celebre squadra di Rosignano Solvay, vincitrice nazionale del girone nell’anno 1970/71, e seconda nel torneo fra le finaliste vincitrici dei gironi per un solo contestatissimo punto.
Ricordo con affetto “Febo“, così firmava i suoi autografi: una persona sempre garbata, gentile, cordiale, simpatica e gioviale. Rivedere oggi un rarissimo spezzone della trasmissione dà un’idea di che cosa fosse la televisione di quei tempi, con soltanto due canali in bianco e nero. Chissà chi lo sa? era un programma di grande successo che andava in onda il sabato pomeriggio sul primo canale RAI: si trattava di un quiz per ragazzi curato da Bianca Pitzorno e diretto da Cino Tortorella; nell’epoca dell’altrettanto famoso Rischiatutto di Mike Bongiorno, miscelava cultura, divertimento e musica con ospiti importanti come Rita Pavone, Gianni Morandi, Mina, Adriano Celentano, Lucio Battisti, Sergio Endrigo, Ugo Tognazzi, Indro Montanelli, Vittorio Adorni, Salvatore Quasimodo, Giorgio Strelher… Era una RAI che oggi non c’è più, e che già nel 1974 licenziò e dimenticò Febo Conti (professionale, ma privo di tessere di partito), e con lui dimenticò il suo stile, ormai considerato poco adatto ai tempi che rapidamente avevano cominciato a cambiare, promuovendo una tv più urlata, meno elegante, meno tollerante, meno formativa e colta, e, pian piano, sempre più volgare.
“Squillino le trombe, entrino le squadre“…
Il regista e montatore Marco Sisi che ha lavorato in RAI è riuscito a recuperare e a mettere a disposizione uno dei rarissimi spezzoni ancora esistenti della trasmissione “Chissà chi lo sa?” del 1971: io sono il terzo della squadra di Rosignano Solvay a entrare (con la solita camicia vistosa e non molto più alto del caposquadra, né di Febo Conti, che però portava i tacchi) …
Per noi ragazzi di tredici anni Chissà chi lo sa? fu un’esperienza mitica. I professori della scuola media ci avevano selezionato con criteri severissimi e ci prepararono intensamente. La squadra era “allenata” per settimane prima di ogni incontro: studiavamo ogni mattina e ogni pomeriggio a scuola per ore, senza pause, con il fiato sul collo dei docenti di ogni materia. Persino in albergo e in treno, durante il lungo viaggio che ci portava verso gli studi RAI della Fiera di Milano, eravamo impegnati in estenuanti prove di cultura generale: il preside e i docenti si alternavano nel prepararci, ma noi della squadra non avevamo tregua. I nostri “allenatori” avevano aspettative elevate e non tolleravano alcuna incertezza o dimenticanza; affiatamento, coordinamento, gioco di squadra, prontezza di riflessi, cultura generale, memoria erano tenute sempre all’erta. E, con enorme soddisfazione di tutti quanti, i risultati non mancarono.
La registrazione di una puntata di 45 minuti durava più di cinque ore (per noi piene di tensione), e la trasmissione andava in onda, accuratamente montata, il sabato successivo. Al nostro ritorno era sempre un piccolo trionfo: eravamo sempre accolti da una piccola folla festosa alla stazione del “paesino” che aveva osato affrontare e battere le squadre delle più blasonate “città” di mezza Italia: Potenza, Alghero, Senigallia, Roma… I telespettatori di Rosignano trascurarono le loro squadre di calcio preferite, e per ben sette week end fecero il tifo per quei ragazzini impegnati nel campionato di “Chissà chi lo sa?“. Eravamo diventati dei personaggi: non solo i compagni di scuola e i docenti, ma tutta la popolazione e la stampa locale, la giunta comunale, e anche il pubblico televisivo di tutta Italia si interessavano a noi, e ci seguivano con simpatia e ansia per i risultati.
Questa era la squadra che voglio ricordare con nostalgia e affetto: Andrea Celati (primo a sinistra), Bruno Bagnoli (terzo da sinistra), Giulio Rispoli (al centro), Giovanni Pelosini (terzo da destra), Antonio Paladini (secondo da destra), Paolo Giannini (al centro in calzoncini corti). Nella foto pubblicata dalla stampa locale dopo la prima vittoria del 21 novembre 1970 ci sono anche i supporter Marco Potenti, Luigi Ciompi e Bruno Piancastelli.
Ciao, Febo, un ultimo affettuoso abbraccio…
Giovanni Pelosini
4 Luglio, 2016 alle 20:11
Ciao Giovanni.
Noi non ci conosciamo ma abbiamo gli stessi ricordi: Febo Conti (che galantuomo!) e Chissà chi lo sa. Io ero nella squadra della benedetto Croce di Napoli nella stagione 68-69.
Ho avuto la fortuna di trovare il filmato di una mia puntata, quella con Tognazzi, l’unica forse ancora presente e disponibile in rete fino a qualche tempo fa.
Stasera a techetechetè… per alcuni secondi l’ha rifatta vedere e subito mi ha chiamato una amica di Milano, conosciuta in quegli anni e ancora presente nella mia vita.
5 o 6 ore di registrazione una settimana prima della proiezione…
Ho avuto l’onore di parlare con Salvatore Quasimodo… Noi resistemmo per 6 puntate…
Bei ricordi.
Buona serata.
Ciro
6 Luglio, 2016 alle 16:49
Dici bene, bellissimi ricordi.
Ho un vago ricordo della Benedetto Croce di Napoli: all’epoca ero soltanto un telespettatore, ma già mi “allenavo” a rispondere a domande niente affatto facili. Anche noi abbiamo resistito fino all’ultimo, in tutte le fasi a eliminazione diretta. Se non ricordo male, abbiamo disputato sette incontri: nel nostro piccolo paese si trattò di un evento.
Anche le registrazioni milanesi erano una grande avventura, e una notevole fatica.
Piacere di aver condiviso questi ricordi, caro Ciro.
23 Luglio, 2016 alle 16:55
Bellissimi ricordi……io guardavo la TV e non sapevo che tra quelle persone ci sarebbe stata la mia futura moglie….lei in quell’anni partecipava con la squadra di collegno contro senigalia hai mica dei filmati? come trovarli ? grazie
28 Luglio, 2016 alle 13:20
Mi sarebbe piaciuto un tuo riscontro in merito alla partecipazione a “Chissà chi lo sa ” io ero della squadra di Collegno 1969/1970 ma non riesco ad avere riscontro da altri coetanei….una bella esperienza un cordiale saluto Maria Luisa Gautier
7 Agosto, 2016 alle 10:23
1966 squadra di Berra (FE ) 12 volte campioni , sconfitti solo da una scuola Svizzera , avevamo fatto fare ricerche negli archivi Rai , senza risultati..
15 Gennaio, 2023 alle 21:36
Ciao ! Io facevo parte della squadra tutta femminile di Collegno con cui perdemmo contro di voi penso il 21 novembre del 1970:! Che ricordi! Fu una esperienza fantastica ! Noi avevamo vinto la volta precedente con una squadra di cui non ricordo la città! Ho provato a ricercare la registrazione di quelle puntate ma probabilmente in quei tempi non le salvavano!
19 Gennaio, 2023 alle 00:02
Gentile Cecilia, grazie di cuore di aver condiviso il suo ricordo, fantastico come quello di tutti noi ragazzi dell’epoca. Purtroppo tutte le registrazioni di tutte le annate della mitica trasmissione sono andate perdute. Da un’accurata ricerca negli archivi RAI fatta dall’amico regista Marco Sisi risulta esistente soltanto uno spezzone, nel quale fortunosamente appare la mia squadra di Rosignano Solvay: avevo linkato qui questo video, che dovrebbe comunque essere ancora accessibile in qualche modo. La cosa strana invece è che non mi pare proprio di aver mai gareggiato con la scuola di Collegno, e che l’unica squadra femminile che incontrammo fu quella di Alghero nella fase a eliminazione diretta. Se non ricordo male in quel periodo la squadra di Collegno fu sì eliminata, ma non da noi, bensì da quella di Potenza (o di Senigallia?), che noi battemmo al turno successivo.