La Margherita, Simbolo della Primavera: M’Ama o Non M’Ama?

Simboli del rinnovamento della natura primaverile sono i fiori di campo e soprattutto le composite, che con la loro semplicità mai arrogante si mostrano graziose, e con la loro umiltà ingentiliscono i tappeti erbosi, pronte a farsi calpestare piegando il capolino.

Le pratoline, o margheritine comuni, sono piantine piccole e resistenti che in certe zone d’Italia possono fiorire quasi tutto l’anno, ma in Primavera questi numerosi fiori vivacizzano di bianco e di giallo il verde dei prati, dando colore alla natura dopo la pausa invernale. Queste “primaverine” che improvvisamente appaiono alla fine del freddo dell’Inverno ispirarono un Giovanni Pascoli non più giovane e sempre più attento ai semplici, piccoli, dettagli della bellezza della natura a scrivere che “…un bel dì le pratelline in fiore empiono il prato e stellano la roccia. […] E tutta, all’improvviso, la nera terra ecco mutò colore” (“Bellis perennis” in Nuovi Poemetti, 1909).

M’ama o non m’ama?

La margheritina è il simbolo anche del primo innocente amore, ingenuo e confuso, della “prima e sola cara gioventù”: un amore acerbo, timidissimo, che non osa e non rischia, fatto di lievi sospiri, di indecisioni e di un futuro ancora tutto da scoprire.

Si strappano uno a uno i petali bianchi esterni (in realtà i fiorellini ligulati dell’infiorescenza) nella mantica popolare che alla fine decreterà se “m’ama” oppure se “non m’ama”.

Donare margherite, secondo il linguaggio dei fiori, significa bontà, candore e aggraziata innocenza, ma se si risponde a un quesito, una margherita vuol dire “ci penserò”, poiché questo fiore è robusto, ma possiede un’apparenza delicata e indecisa, moderata e non troppo passionale. Due margherite insieme invece dovevano essere, almeno in passato, un deciso riconoscimento pubblico di un legame affettivo. Nel Medio Evo il blasone del cavaliere poteva ornarsi di due margherite solo quando una dama accettava pubblicamente il suo corteggiamento. Ecco che la margherita fu ed è il fiore degli amori sussurrati e gentili, cortesi e giovanili, soprattutto timidi, e pertanto è il preferito a cui chiedere se l’amato o l’amata ricambia il suo sentimento.

Ma pochi sanno che l’ottimismo giovanile di chi fa il famoso gioco del “M’ama, non m’ama” ottiene con la maggior parte dei fiori comuni un responso favorevole. Infatti la maggior parte dei fiori delle angiosperme possiede un numero di petali appartenente alla serie di Fibonacci, e i numeri dispari di questa serie sono il doppio di quelli pari (1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89…). Le probabilità che il fiore risponda con il desiderato “M’ama” sono quindi maggiori di quelle di un responso negativo. Sarà per questo che si pensa che tale rituale possa portare fortuna agli innamorati, come l’altrettanto primaverile coccinella?

Simboli antichi della margherita

La margherita nell’antichità e da tempo immemorabile si chiamava “bellis”, alcuni pensano a causa della sua graziosa e semplice bellezza, con i fiorellini femminili, ligulati, dal lungo petalo bianco (talvolta purpureo o rosato) che fanno da corona a quelli centrali ermafroditi, tubulosi, gialli e brillanti. Malgrado la bellezza fresca e delicata del fiore, stranamente altri ritengono che il nome antico derivi da Bellide, una delle crudeli figlie del mitico re Danao di Argo (per ordine del padre le Danaidi uccidevano il marito durante la prima notte di nozze), se non addirittura dal vocabolo latino “bellum”, che significa guerra.

Entrambe le ipotesi appaiono poco in sintonia con i significati simbolici del fiore, ma forse trovano un minimo di giustificazione nelle proprietà farmacologiche delle foglie della margherita, un tempo usate per stimolare la guarigione e rimarginare le ferite.

Più semplice e univoca è l’etimologia del nome “pratolina”, così come del sinonimo “primaverina”. Anche nella lingua inglese non ci sono dubbi etimologici: “daisy” deriva probabilmente da “day’s eye” (occhio del giorno), in relazione al fatto che l’infiorescenza si chiude di notte per riaprirsi con la piena luce del sole:

Ti chiudi a sera, chi sa mai per cosa,

sei chiusa all’alba, ed il perché sai tu…

Il nome moderno “margherita” è invece medievale, e fa esplicito riferimento alla perla (margarita), prezioso e gentile ornamento soprattutto femminile di natura simbolica lunare e legata all’Elemento Acqua.

Il suo nome scientifico è comunque quello antico Bellis perennis, nel quale si riconosce la forza di resistere nel tempo, anche ai rigori della brutta stagione, quando il gelo uccide le altre piantine meno durevoli, meno longeve, e paradossalmente anche meno leggiadre, che non rifioriranno al cambio di stagione, come ricorda sempre il Pascoli:

È il verno, e tutti i fiori arse la brina

Nei prati e tutte strinò l’erbe il gelo:

ma te vedo fiorir, primaverina.

Giovanni Pelosini



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