L’Alba dell’Era dell’Acquario
L’alba dell’Era dell’Acquario
di
Giovanni Pelosini
Come si è visto nel precedente articolo, non è possibile calcolare astronomicamente l’inizio delle Ere astrologiche, poiché non c’è alcuna corrispondenza con le costellazioni.
Con una riflessione su sistemi comparati, però, è possibile fare un’ipotesi sui tempi storici nei quali le Ere si sono succedute.
Inoltre è anche vero che forse non esiste nemmeno una data precisa per il cambio di epoche che hanno una durata di un paio di millenni poiché nella realtà dei fatti il progredire della storia è sempre stato continuo. O probabilmente non abbiamo gli strumenti per conoscere una tale data, a meno che non si voglia stabilirla in modo del tutto convenzionale o simbolico, come, per esempio, quando si considera (a posteriori) il 1492 come l’anno in cui finì il Medio Evo. Di certo possiamo convenire che l’inizio di una nuova epoca è un processo lungo che forse già si sta svolgendo sotto i nostri occhi anche adesso.
LE ERE ASTROLOGICHE
Come l’astrologia orientale anche quella occidentale contempla cicli cosmici di lungo periodo in relazione alla precessione degli equinozi. Infatti, questo fenomeno era ben noto fin dall’antichità: Ipparco di Nicea aveva scoperto nel 134 a.C. che l’asse terrestre aveva un moto doppio conico che causava un lentissimo spostamento del Polo Nord sulla sfera celeste, e contemporaneamente lo slittamento degli Equinozi, cioè i punti di incrocio tra l’eclittica e l’equatore celeste.
Di fatto il punto equinoziale si sposta sullo sfondo ideale e simbolico dei segni tropici con un moto retrogrado di circa 1° ogni 72 anni. Tradizionalmente e simbolicamente si considera la durata del ciclo completo del moto precessionale in 25.920 anni, nei quali l’Equinozio di Primavera si sposta lentamente andando all’indietro nei 360° dell’intero zodiaco tropico, cambiando segno ogni 2.160 anni circa.
Abbiamo una scarsa conoscenza dei tempi preistorici più remoti, ma forse possiamo fare riferimento al culto della Sfinge in relazione all’antichissima Era del Leone. Analogamente si può pensare ai culti delle Dee Madri lunari delle civiltà matriarcali nell’Era del Cancro, e al periodo dei due Regni dell’Alto e del Basso Egitto nell’Era dei Gemelli.
Con qualche conoscenza protostorica in più possiamo immaginare l’Era del Toro intorno a circa cinquemila anni fa, quando sorgevano la civiltà minoica con il culto del Minotauro e la cultura dei megaliti, mentre le prime dinastie egizie dell’Antico Regno favorivano quello del toro sacro Api e lo sviluppo delle tecnologie agricole nella Valle del Nilo.
L’avvento dell’Era dell’Ariete potrebbe corrispondere in Egitto allo sviluppo del culto di Ammon Ra, raffigurato iconograficamente con le corna di ariete. È il periodo narrato dal Vecchio Testamento, nel quale si ricordano i sacrifici cruenti e l’episodio di Mosè, che scese dal Monte Sinai con le corna della sapienza e le tavole della legge, mettendo fine al culto del “Vitello d’oro” (Toro). Sul finire di quest’epoca si affermò nel Mediterraneo la forza militare di Roma, simbolicamente legata a Marte.
Infine, circa duemila anni fa, sorgeva l’Era dei Pesci: con il simbolo dell’immolazione dell’agnello sacro (Agnus Dei) si può convenzionalmente sancire la fine dell’Era dell’Ariete con l’inizio della diffusione della civiltà cristiana, con i suoi valori mistici, il senso del sacrificio e della compassione. Non è un caso che i primi cristiani avessero come simbolo distintivo il “pesce” ancor prima della croce. All’interno di uno stilizzato pesce disegnato con due semplici linee curve si scriveva la parola greca ΙΧΘΥΣ (ichthys, cioè ‘pesce’), che però era l’acronimo della frase Ιησούς Χριστός Θεού Υιός Σωτήρ (Iesous Christos Theou Yios Soter), che significa “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”.
Per questi motivi c’è chi pensa che l’Era dei Pesci possa essere iniziata proprio con il convenzionale primo anno dell’Era cristiana. Altri la anticipano di un paio di secoli, mentre Keplero riteneva che la famosa Stella dei Magi di Betlemme fosse la ripetuta congiunzione di Giove e Saturno che si verificò nel 6 a.C. proprio nel segno dei Pesci. Purtroppo non c’è una data precisa condivisa dagli studiosi di astrologia per l’inizio dell’Era dei Pesci: di conseguenza non abbiamo certezze sulla sua fine e sull’inizio della prossima Era dell’Acquario, nella quale si dice che la coscienza potrebbe percepire in modo olistico l’intera umanità e il cosmo nella sua natura unitaria.
C’è chi ritiene che l’Era dell’Acquario sia iniziata nel 1973, mentre altri calcolano che inizierà nel 2160, ma c’è anche chi l’anticipa al 1447 e chi la posticipa ancora di qualche secolo. Io penso che, in ogni caso, stiamo vivendo proprio adesso in un periodo di transizione e di cambiamenti epocali. Che si tratti davvero dell’avvento dell’Era dell’Acquario nessuno dei contemporanei può dirlo con certezza, ma io penso che probabilmente si possa trattare dell’alba di una nuova epoca. Per ora forse è solo l’alba, mentre continuerà ancora il complesso e conflittuale periodo di transizione già in atto, ma ho motivo di pensare che saremo testimoni di importanti trasformazioni globali soprattutto dal 2024 al 2044 e nei due prossimi secoli.
L’ERA DELL’ACQUARIO
Ci sono segnali astrologici per affermare che stiamo vivendo la transizione tra due Ere? Direi di sì, in relazione ai transiti planetari e ai numerosi cambiamenti culturali e globali osservati.
Negli anni ’60 Urano, pianeta simbolicamente connesso con eventi “rivoluzionari” si congiunse a Plutone, e alla fine degli anni ’90 si mosse a lungo nel segno dell’Acquario, in periodi che mostrarono piccoli e grandi cambiamenti globali, ma soprattutto “punti di non ritorno” in numerosi aspetti, come abbiamo già visto nel precedente articolo sull’Era dell’Acquario. Anche nell’ultimo ventennio rapidi e intensi cambiamenti si sono succeduti, anche se molti paradigmi del secolo scorso sono sopravvissuti, come avviene in ogni periodo di transizione.
Gli indici planetari del celebre astrologo francese André Barbault (1921-2019) toccavano il minimo storico secolare proprio nel 2020, quando i pianeti lenti Giove, Saturno e Plutone si trovarono vicini nel segno conservatore del Capricorno, per poi produrre la significativa e simbolica congiunzione (di cui abbiamo già detto) Giove-Saturno nel giorno del Solstizio invernale agli inizi del segno rivoluzionario dell’Acquario: tutto ciò in parte spiega il “colpo di coda” del XX secolo e i contrasti tra il “vecchio” sistema e il “nuovo”. Come si è visto (e come era previsto) anche agli inizi del 2021, molte criticità si sono manifestate drammaticamente, evidenziando sia la necessità che la difficoltà dei cambiamenti in atto. I vecchi paradigmi si sono arroccati nei centri di potere, talvolta con un trasformismo di facciata, mentre quelli nuovi hanno stentato a trovare identità unitaria e struttura.
PREVISIONI DEL FUTURO ACQUARIANO
Certamente ne sappiamo ancora poco per affermare che stiamo entrando nell’Era dell’Acquario, come sarà molto più evidente nei prossimi anni. Premetto che quanto sto per scrivere si basa su considerazioni simboliche e analogiche fondate sull’antica arte astrologica: sono quindi ipotesi e non profezie. Premetto anche che qualsiasi previsione ha un carattere del tutto probabilistico e che buona parte del nostro futuro deve ancora essere determinata, anche perché l’umanità si trova di fronte a diversi bivi epocali, primo tra tutti quello relativo alle scelte che riguardano l’ambiente e i cambiamenti climatici. In un modo o in un altro sembra però che l’epoca pesante del materialismo stia giungendo alla sua conclusione. Ciò non significa che si vada automaticamente verso un’epoca idilliaca di abbondanza e benessere: magari fosse così! La speranza è che stia per sorgere un’era di maggiore coscienza collettiva, ma tale risultato non sarà scontato né gratuito.
Nessuno conosce il futuro, quindi si possono fare fare solo delle ipotesi sui prossimi decenni e secoli acquariani. Per esempio si può ipotizzare che probabilmente tante credenze ideologiche, religiose e scientifiche saranno abbandonate, parallelamente allo sviluppo di straordinari progressi tecnologici sempre più evoluti. Lo studio e l’applicazione dell’astrologia avranno considerazione sociale e reputazione in crescita. Molti fatti che adesso appaiono misteriosi troveranno spiegazioni e soluzioni non solo in ambito scientifico, e alcune cose che erano state tenute nascoste saranno rivelate. Si incrementeranno moltissimo l’esplorazione e la conoscenza dello spazio; e anche grazie a questo la digitalizzazione e l’integrazione dei sistemi informatici si svilupperanno esponenzialmente e sempre più globalmente. Anche le cure mediche e chirurgiche saranno incredibilmente più efficienti ed evolute, e non solo nei confronti delle pandemie del tipo di quella attuale: per questo sarà molto importante lo storico passaggio di Plutone in Acquario nel 2023/2024, che spero e ritengo possa essere finalmente del tutto liberatorio in questo senso.
Le relazioni umane e sociali progressivamente si distaccheranno da certe regole morali ormai obsolete e, in accordo con i valori del segno dell’Acquario, le libertà saranno al primo posto in ogni campo, ma forse in modo più ideale che concreto. Come già detto, i cambiamenti non potranno essere immediati né semplici, ma comunque relativamente piuttosto rapidi, pur considerando tempi lunghi per la stabilizzazione dei nuovi paradigmi. Negli anni ’20 di questo secolo i nuovi sistemi non saranno sempre e ovunque accettati con facilità; probabilmente le istituzioni più rigide si troveranno in posizione critica generando polarizzazioni e contrasti di vario tipo. Ma le posizioni più conservatrici e legate a un passato non più riproponibile potrebbero perdere rilevanza soprattutto tra il 2024 e il 2044, con il lungo transito di Plutone nel segno dell’Acquario. L’ultima volta che questo pianeta aveva attraversato l’Acquario si era alla fine del XVIII secolo, quando molte istituzioni che sembravano granitiche cessarono di esistere e nacque il cosiddetto mondo moderno. La Rivoluzione Francese seppellì l’Ancien Régime (1789), furono inventati i primi vaccini (1798), si sviluppò la rivoluzione industriale e l’aspettativa di vita delle popolazioni crebbe sensibilmente. Le istanze umanitarie di libertà, uguaglianza e fratellanza si diffusero e trovarono le prime risposte anche nell’abolizione della tortura e della pena di morte nel Granducato di Toscana il 30 novembre 1786. Grazie a tutto questo, negli anni successivi e con il passaggio di Plutone in Pesci, fu abolita la schiavitù nell’Impero Britannico e si intraprese il lungo percorso, non ancora terminato, verso la soppressione delle disuguaglianze. Molto c’è ancora da fare in questo campo, ma forse nel XXI secolo possiamo aspettarci un ulteriore passo avanti verso la piena applicazione della dichiarazione universale dei diritti umani, mentre l’umanità si indirizzerà sempre più verso la condivisione di una certa idea di fratellanza globale senza alcuna discriminazione etnica né sessuale né di altro tipo. Forse in questo processo l’esperienza del covid-19 potrebbe essere stata determinante, facendoci comprendere che la salvezza di ciascuno non può prescindere da quella degli altri.
Nei prossimi anni Urano contesterà dal Toro le istanze rivoluzionarie acquariane, ma solo fino al 2025: poi le appoggerà dal segno dei Gemelli. Tutti questi freni fino al 2024/25 potrebbero non essere fattori del tutto negativi, se contribuiranno ad accompagnare i processi di transizione limitando la potenzialità talvolta eversiva delle spinte acquariane, che spesso si manifestano troppo drasticamente e in modo più idealistico che concreto. Urano in Toro fino al 2025 potrebbe anche voler segnalare l’urgenza di dedicare energie alla soluzione dei problemi ecologici e climatici con scelte politiche e sociali finalizzate a un futuro più sostenibile. A livello geologico viviamo ormai in pieno Antropocene, l’Era nella quale le attività umane globali stanno trasformando il pianeta più di quanto faccia la somma di tutte le forze endogene ed esogene. In questo momento l’attenzione dell’umanità è tutta concentrata a risolvere l’emergenza pandemica, senza comprendere pienamente quanto ciò sia collegato ai gravi squilibri e problemi ecologici, climatici, economici, sociali, etnici, politici, e, perché no, anche etici, che noi stessi abbiamo prodotto con attività miopi, egoistiche e predatorie. L’azione antropica indiscriminata è stata la vera malattia del secolo scorso, e adesso l’umanità è chiamata urgentemente a guarire se stessa e il mondo. Se accetteremo di farlo, recuperando la nostra coscienza e gli innati valori umani volti alla condivisione e superando l’egoismo che ha governato le nostre passioni finora, sarà più facile adattarci ai grandi cambiamenti del XXI secolo. Ora, ancor più che nel Rinascimento, l’uomo è chiamato a essere davvero l’artefice del proprio destino. Tra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30, potremmo forse già essere testimoni di un periodo piuttosto positivo, ma non credo che ciò possa avvenire senza netti cambiamenti e uno sforzo consapevole che conduca verso l’evoluzione sia individuale che collettiva in senso concretamente umanitario.
Infine, nel lontano 2080, quando Urano incontrerà Saturno in Acquario, la nascente nuova Era sarà definitivamente dominante, con trasformazioni tecnologiche, informatiche, energetiche, bio-ingegneristiche e sociali al momento inimmaginabili, sempre sotto l’utopistica bandiera acquariana e umanitaria della libertà per tutto il pianeta, anzi per tutti i pianeti che saranno colonizzati. Per non parlare del 2165/2170, quando anche Nettuno incontrerà Saturno e Urano in Acquario a completare l’epocale trittico planetario del segno certificando l’avvenuta evoluzione acquariana.
Per adesso stiamo vivendo solo l’alba dell’Era dell’Acquario, ma già questo periodo di transizione potrà chiedere a ciascuno di noi di rispondere all’esigenza di una profonda maturazione: in primo luogo dovranno cambiare le coscienze dei singoli nell’ottica di trasformazioni sociali profonde e globali, più collettive e meno egoistiche. Questa generazione ha la fortuna di essere testimone di grandi cambiamenti epocali, ma soprattutto l’occasione di esserne la protagonista attiva piuttosto che rischiare di subirli: ognuno di noi deve mettere in atto il cambiamento evolutivo che desidera avvenga nel mondo.
Giovanni Pelosini
(Parti dei contenuti di questo testo sono state pubblicate sulla rivista Astra, numero 2, febbraio 2021 e sulla rivista Astrolabor, numero 5, inverno 20/21)
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