Che cosa è lo Yoga

Amici e conoscenti, che sono al corrente del fatto che pratico Yoga da alcuni decenni e che talvolta hanno notato sul mio corpo o sul mio comportamento gli effetti di tale disciplina, non mancano di farmi la classica domanda: “Che cosa è lo Yoga?”.

Sebbene tale quesito sia sicuramente legittimo e addirittura scontato da parte di un profano che abbia un minimo di interesse, se non altro intellettuale, è anche vero che mi ha spesso creato qualche difficoltà.

Quando è il caso di azzardare una risposta utile, da bravo insegnante, cerco di essere il più possibile chiaro ed esauriente, e provo a spiegare, a farmi capire; provo a rispondere ricordando che cosa lo Yoga ha rappresentato per me agli inizi, aggiungo un po’ di teoria e un pizzico di storia e cerco di trasmettere il mio entusiasmo, la mia esperienza personale, con l’inevitabile ed insormontabile limite rappresentato dal fatto che nessuna esperienza può essere trasmessa e nemmeno del tutto compresa se non è stata, almeno in parte, condivisa.

Si provi a spiegare a parole quale magnifica gamma di colori sia presente in natura a chi sia non vedente dalla nascita; nella migliore delle ipotesi il nostro ascoltatore arricchirà il proprio bagaglio intellettuale, ma potrebbe anche ottenere una distorta visione della realtà oppure una grande e fuorviante confusione.

Che cosa è lo Yoga?

È veramente difficile riuscire a dare una spiegazione esauriente a coloro che non praticano questa disciplina: anche se ciò può sembrare un controsenso, lo Yoga non può essere compreso se non è praticato e non può essere praticato correttamente senza una guida esperta.

Come affermava già secoli fa Patanjali nei suoi aforismi:
“Lo Yoga si apprende con lo Yoga”.

Forse è più facile dire che cosa lo Yoga “non è”, sfatando numerosi luoghi comuni: per cominciare, lo Yoga non è assimilabile ad una semplice ginnastica orientale, né ad una sorta di religione; non è una mistica tecnica mentale di rilassamento, né un metodo indiano di guarigione, né una serie di posizioni più o meno stravaganti da eseguire a scopo estetico o spettacolare come fanno gli acrobati o i contorsionisti in un circo.

Ecco che sicuramente il concetto che si ha dello Yoga è destinato a mutare sensibilmente nel tempo in funzione dell’energia che l’allievo spende nella pratica e dei progressi che egli fa; e questo a prescindere dai motivi che lo avevano fatto accostare inizialmente a tale disciplina.

In effetti le motivazioni per cui si comincia a praticare Yoga sono diverse e personali, ma in ogni caso lo scopo principale di un corso iniziale di Yoga è quello di far ottenere al praticante un maggiore equilibrio fisico e mentale in cui la salute, intesa appunto come benessere psicofisico, sia raggiunta grazie alla tonificazione dei muscoli striati e lisci, alla migliore circolazione sanguigna, alla corretta respirazione, al miglior funzionamento degli organi interni, delle ghiandole endocrine ed esocrine e del sistema nervoso.

È come se tutte le parti del nostro organismo (mente compresa) si sintonizzassero su di una stessa lunghezza d’onda e funzionassero quindi in armonia, secondo quanto affermano anche i principi della moderna medicina olistica.

Infatti secondo i princìpi dello Yoga il concetto di “salute” non coincide esattamente con quella che è la salute fisica, ovvero l’assenza di malattie o disturbi, ma coinvolge anche gli aspetti mentali e quindi psichici e spirituali dell’individuo, comprendendone quindi anche gli atteggiamenti ed i comportamenti sociali.

Perseguire la “salute” nello Yoga significa quindi lavorare su tutti i piani dell’esistenza ricercando a ogni livello l’armonia e quindi la felicità.
Il tutto si raggiunge sfruttando una cultura e delle tecniche antichissime, tramandate oralmente da Maestro a Maestro ininterrottamente da più di 6.000 anni e che la scienza e la medicina occidentali appena oggi cominciano a riscoprire.

Lo Yoga infatti affonda le sue radici nella antica cultura indiana precedente l’invasione degli Indoeuropei.
Un corso iniziale può anche essere molto pragmatico e basarsi essenzialmente su esercizi fisici di Hatha Yoga, anche se gli allievi ben guidati lavorano “a tutto campo” e progrediscono necessariamente anche agli altri livelli.

Il primo obiettivo consiste nello sviluppo della conoscenza di noi stessi, del nostro corpo e della nostra mente.
Per inciso, anche nell’antica Grecia, culla della nostra stessa civiltà, l’Oracolo di Delfi raccomandava:
“Conosci te stesso!”

Mediante tecniche semplici e mirate, si può esercitare tutto il nostro essere in modo completo, evitando di dissociarne le varie parti: inizialmente si lavora con il rilassamento e con particolari movimenti e posizioni (âsana) che non sono semplicemente degli esercizi fisici, in quanto, se vengono eseguiti correttamente, coinvolgono la totalità del nostro complesso organismo con i ritmi respiratori e le sottili ma profonde vibrazioni energetiche.

L’occidentale medio è abituato a vedere il suo corpo dissociato dalla mente e dallo spirito e si comporta spesso secondo questa ottica dualistica: lo stress della vita quotidiana lo porta quindi a vivere in modo disarmonico e non naturale.

C’è davvero la necessità di soffermarci un momento a riflettere, di dedicare un po’ di tempo e di energia a noi stessi ed alla nostra evoluzione psicofisica, per riacquistare quella latente capacità di comprendere e di analizzare noi stessi, evitando di rivolgere la nostra attenzione soltanto all’esterno ed agli aspetti solo materiali della vita.

Quasi tutti noi, anche senza accorgercene, presi come siamo dalla nostra frenetica attività (di natura soprattutto mentale), trasciniamo la nostra esistenza senza essere in sintonia con i nostri ritmi biologici ed ignorando quelli naturali. Gli effetti di questo disequilibrio sono i malesseri, le disfunzioni neurovegetative, l’ansia, l’insicurezza, le tensioni, che alla lunga possono provocare anche incidenti e malattie insieme ad una diffusa e generale infelicità.

Sicuramente esistono molte tecniche valide anche occidentali per combattere tutto ciò, ma poche possono vantare la millenaria tradizione dello Yoga e la sua completezza anche dal punto di vista spirituale.

In questo senso si può dire che lo Yoga non è una disciplina specificamente indiana, ma universale, in quanto scienza tramandata per migliorare le condizioni di vita dell’uomo, per procurargli salute, tranquillità e pace interiore a prescindere dalla sua razza o dimensione culturale. Lo Yoga è un patrimonio universale dell’umanità ed il fatto che i suoi antichissimi princìpi si siano tramandati in India anziché altrove è un problema storico, ma del tutto ininfluente dal punto di vista della validità di questa grande tradizione che appartiene a tutto il genere umano.

Giovanni Pelosini



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