11 settembre: il crollo della Torre
Il XVI Arcano Maggiore mostra una Torre che esplode in una nuvola di fiamme e di fumo.
L’impressione profonda che otteniamo dall’osservazione dell’immagine di questo Tarocco è quella di un’energia a lungo contenuta e quindi rapidamente e violentemente scatenata: in certi mazzi il tetto sembra scoperchiato da un’esplosione interna, in altri casi è ben visibile un fulmine che colpisce il vertice della costruzione. Nei mazzi più tradizionali spesso si vedono cadere dall’alto frammenti di pietre e di mattoni come coriandoli multicolori e sembra che due persone escano precipitosamente dall’edificio o si lascino cadere nel vuoto dalle sue finestre. Chi può uscire dalla porta lo fa a testa in avanti, con le mani protese, forse rotolando giù per i gradini fino alla strada, chi cade dall’alto precipita a testa in giù con le gambe scomposte. Alcuni interpretano questo Arcano come una festa teatrale, con fuochi d’artificio e festoni, giocolieri ed acrobati che camminano sulle mani.
Le antiche Minchiate fiorentine, carte del XV secolo, mostrano invece un edificio in fiamme e due persone seminude che corrono fuori, mentre lingue di fuoco minacciose le inseguono dall’interno e sembrano arrivare anche dal cielo. La mattina dell’11 settembre 2001, alle 8.46, questa antica lama sembrò quasi una sinistra profezia che sconvolse le Torri Gemelle del World Trade Center di New York ed il mondo intero.
Come seguendo il copione di un’attenta regia teatrale, seguendo anche in questo senso i significati tarologici meno evidenti, una tragedia stava per essere rappresentata sul grande palcoscenico televisivo di tutti i continenti.
Una folle rabbia, a lungo covata come odio profondo, si scatenò di colpo dal cielo andando a colpire il primo di quegli alti edifici che mostravano orgogliosamente tutta la potenza economica e la ricchezza del mondo occidentale.
Quella mattina la mezza Luna era alta nel cielo e sollecitava l’ira di Marte. Come un fulmine terribile, il primo aereo si schiantò sulla Torre Nord e le fiamme subito divamparono, producendo nuvole scure sopra Manhattan. Quasi nessuno riusciva a comprendere cosa stesse accadendo, mentre le immagini erano proiettate in diretta nelle case di milioni e milioni di spettatori increduli.
Poi ci fu il secondo impatto sulla Torre gemella e la disperazione di chi era intrappolato nei piani alti in fiamme fu sempre più manifesta … mentre gli elicotteri si aggiravano impotenti a soccorrerle, alcune persone si lasciarono cadere dalle finestre e precipitarono in un lungo volo di orrore.
Infine gli edifici collassarono uno dietro l’altro, quasi polverizzati in una montagna di detriti, fumo e sangue, scuotendo la terra e gli animi.
Così l’Arcano della Torre si era manifestato in tutta la sua terribile e teatrale drammaticità: come espressione di un’ira feroce non più controllabile, di tensioni profonde scatenate di colpo, di umane passioni, di ego e di guerra.
Da allora niente è sembrato essere più come prima, e tutti siamo in attesa che Arcani più dolci riescano finalmente a portare all’umanità i simboli della pace.
Giovanni Pelosini