Le guardie dell’Anima

Quante difficili prove deve affrontare l’uomo sul suo cammino terreno! Quante fatiche! E tutto questo che scopo dovrebbe avere?
Molte persone eliminano tale interrogativo semplicemente ignorandolo oppure conducendo un’esistenza fondata sul materialismo, convinti che, in fondo, uno scopo possa anche non esserci. Non credo che questo sia un male per loro. Ogni vita ha comunque un senso, ed anche una vita vissuta nell’ignoranza credo che possa essere, in certi casi, un gradino evolutivo necessario.
Il problema si pone in modo marginale anche a coloro che ritengono di essere un corpo che possiede un’anima, e non viceversa: identificarsi in un oggetto che è notoriamente sottoposto al deperimento organico ed alla morte, se è vero che può inquietare, per altri versi toglie un sacco di problemi e di domande alla mente.
Ci sono infine numerose persone religiose, che seguono rituali e cerimonie e che hanno una condotta di vita conforme alle proprie credenze. Queste generalmente si affidano ai dogmi della loro cultura e non coltivano inutili dubbi. Qualcuno li ha già risolti per loro. E neanche questo è un male.

Qualche notte fa ho fatto un sogno; mi sembrava di assistere ad un film. Il personaggio principale del sogno-film ad un certo punto ha esclamato con convinzione: “Non si tratta di prendere qualche principio e di portarlo dentro di noi, ma di trovare la nostra coscienza e di portarla all’esterno. Per questo non mi servono guardie del corpo, ma gradirei piuttosto delle guardie dell’Anima!
L’idea mi è sembrata originale: chi mai si preoccupa di avere “guardie dell’Anima“? O di stipulare una polizza assicurativa su questo bene interiore? Ovvero di lasciare disposizioni testamentarie in proposito?
Davvero nessuno se ne preoccupa soltanto per palese impossibilità “fisica” di farlo, oppure semplicemente il problema viene così eluso radicalmente?

Che bellezza se ci fossero le “guardie dell’Anima”!

  • Le “guardie dell’Anima” potrebbero consentirci di mettere a nudo il nostro vero Sè in tutta sicurezza. La condivisione del senso spirituale della vita si potrebbe esprimere in completa libertà e tutti gli sciocchi egoismi si dissolverebbero in un attimo.
  • Le “guardie dell’Anima” ci libererebbero facilmente dai problemi connessi con il corpo materiale e con le sue naturali necessità.
  • Le “guardie dell’Anima” ci affrancherebbero dai dubbi della mente.
  • Le “guardie dell’Anima” come aerei avvoltoi volerebbero sulle Torri del Silenzio zoroastriane a spolpare i cadaveri, a ripulire il mondo dalla caduca Materia.
  • Le “guardie dell’Anima” come fuoco purificherebbero le sponde del Gange a Varanasi, come acqua laverebbero via ogni detrito, come terra accoglierebbero in sé ciò che deve alchemicamente trasformarsi.
  • Le “guardie dell’Anima” penserebbero ad ogni bisogno dello Spirito.
  • Le “guardie dell’Anima” ci toglierebbero in un attimo tutte le pesantezze dal cuore.
  • Le “guardie dell’Anima” eliminerebbero il fardello dei nostri attaccamenti, principale fonte di dolore e di sofferenza.

Che bellezza!
E che tristezza!!
L’Anima, privata di ogni ostacolo e di ogni difficoltà terrena, non avrebbe quasi nessuna possibilità di fare esperienza.
La sua incarnazione non avrebbe senso, il suo progresso di fatto sarebbe bloccato.
Cosa potrebbe imparare l’Anima incarnandosi nel corpo se non potesse fare una libera esperienza di vita? Tanto varrebbe che il Principio Conoscitivo fosse rimasto nel suo limbo privo di sensi e di oggetti da contemplare.
Ci sarebbe allora una Materia eterna ed inerte, increata e caotica nel suo vago pulsare di esistenza obsoleta, inutile ed eterno ricambio di aggregazioni atomiche; un’esistenza senza vita e senza storia, senza i mille colori inventati, senza i milioni di strategie di sopravvivenza, senza i miliardi di frattaliche vibrazioni, senza le miriadi di stelle brillanti e spiralicamente organizzate, senza l’Amore che le muove.
E dall’altro lato (ma è ovvio che non ci sarebbe necessità neanche dei “lati”!) una pura Coscienza, ma priva di occhi per godere delle meraviglie della Natura che Essa stessa crea, alimenta e rinnova continuamente. Una pura Coscienza chiusa nel suo autistico universo puntiforme ed incolore, muta nella sua follia di poter conoscere Tutto del Nulla. Una pura Coscienza sorda in un infinito Spazio di nero silenzio, onnipotente ma incapace di trovare altri da sé, priva di mani e financo di qualsiasi oggetto da toccare con le mani, seppure le avesse. Una pura Coscienza gonfia d’Amore inespresso ed inesprimibile, inutilizzabile e pertanto inesistente.
Una Pura Coscienza statica ed inabile ad evolvere, un Principio Conoscitivo che non può conoscere niente.

«Vuoi farlo? Sei pronto?
Non ti piacerà sempre… non sempre sarà piacevole.
Davvero vuoi farlo? Sì?
Beh, certo, non è che hai molte alternative: la Ruota si muove già da un pezzo, come ben sai. Tu stesso l’hai messa in moto, e ci sei dentro fino al collo (se tu avessi un collo).
Come dici?… Sì, è naturale. Dimenticherai tutto. Dovrai ricominciare da capo… tutto da capo…
E no, non dire “Che palle!” finché non ce le hai!
Qualcosa di nuovo di certo imparerai… Sì, è naturale.
Come dici?
Sì, anche questa sarà un’opportunità, ma sarà meglio per te non esagerare…
Cosa altro vuoi sapere?
No, questo non ti è concesso… Lo scoprirai solo vivendo.
Beh, sì, naturalmente, ma potrai sempre scegliere come agire… sempre, fino all’ultimo respiro del corpo che stai per indossare.»

Giovanni Pelosini

Immagini:

  1. Responsabilità, VIII Arcano dei Tarocchi di Connessione, Vocisconnesse, «Hermatena»
  2. Fante di Spade, Tarocchi del Graal, «Lo Scarabeo»


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