Medvedev: gli Alieni sono sulla Terra

Mosca, 8 dicembre 2012, in diretta al telegiornale il Premier della Federazione Russa Dmitrij Anatolevich Medvedev si lascia andare ad alcune sconcertanti affermazioni sulla presenza di extraterrestri sul nostro pianeta. Vediamo i fatti: al termine di un’intervista televisiva di un’ora e mezza alla presenza di cinque giornalisti, la trasmissione televisiva cede la linea, ma la telecamera a spalla rimane accesa anche quando viene appoggiata e punta sullo sfondo a immagine fissa. I microfoni continuano a registrare un incredibile “fuori onda”, in cui non è ben chiaro se il presidente Medvedev sia consapevole che le sue parole sono registrate, o se sta semplicemente scherzando, prendendosi gioco dei giornalisti.

Gli extraterrestri esistono? Sì, e anche Babbo Natale!

La sua frase «Credo in Padre Gelo (Babbo Natale in russo, NdR), ma non molto profondamente, comunque voi sapete che non sono una di quelle persone capaci di dire ai bambini che Babbo Natale non esiste» sembra proprio uno scherzo, ma subito dopo Medvedev  sembra serio, e aggiunge di aver avuto, in qualità di presidente russo, una valigetta contenente i codici per la guerra nucleare e una speciale cartella top secret. Nella cartella riservatissima a lui consegnata, afferma ancora Medvedev, ci sono informazioni relative alle visite degli extraterrestri sul nostro pianeta con un dossier redatto dalla sezione dei servizi segreti russi che si occupa di monitorare gli alieni residenti sul territorio nazionale.

Il clamoroso “fuori onda” ha avuto in seguito una conferma con un’intervista televisiva “ufficiale”. Una giornalista in piedi chiede: «C’è in giro l’opinione che su alcuni avvenimenti esistano dei rapporti molto voluminosi con scritto “Top Secret”, e che vi siano racchiusi tutti i segreti del mondo; e che lei sappia assolutamente tutto. Per esempio se gli extraterrestri siano venuti sulla Terra… i cosiddetti “omini verdi”.»

Il premier Medvedev non si fa pregare e ripete la sua dichiarazione che riporto testualmente:

«Dunque, lo dico a lei per la prima e l’ultima volta: insieme alla valigetta con i codici nucleari, al Presidente della Nazione viene consegnata una speciale cartella su cui è scritto “Top Secret”. Questa cartella è interamente dedicata agli extraterrestri che hanno visitato il nostro pianeta. Nello stesso tempo viene consegnata un’altra relazione assolutamente riservata dal reparto dei servizi segreti che si occupa della presenza degli extraterrestri sul territorio del nostro Paese. Queste due cartelle di documenti vengono consegnate assieme alla valigetta nucleare. A mandato terminato, tali cartelle vengono conseguentemente passate al nuovo presidente. Un’informazione più precisa su tale questione la potete avere guardando il noto film documentario (sic!) “Men in black”, ce ne sono diverse versioni.»

A questo punto la giornalista non si scompone e osa chiedere: «Quanti sono fra di noi gli extraterrestri?» Ma qui Medvedev sembra ricordarsi di essere stato il capo del Cremlino, e taglia corto chiudendo l’intervista: «Quanti sono tra di noi non lo posso dire, in quanto ciò potrebbe destare il panico.»

Men in Black

Ovviamente i telegiornali russi non hanno trasmesso le registrazioni fuori onda, ma alcuni stralci sono stati immediatamente caricati su YouTube, presto tradotti in tutte le lingue del mondo, riportando alla ribalta l’annoso problema dei dossier segreti sulla presenza degli extraterrestri.

La dichiarazione di Medvedev, infatti, lascia intuire come ci sia nel governo russo una preoccupazione di ordine pubblico, e una anche di ordine militare, in relazione a una qualche effettiva minaccia aliena, di cui l’opinione pubblica è tenuta coscientemente all’oscuro.

Fin dal tempo in cui il mondo era dominato dalle superpotenze in piena Guerra Fredda, una parte dell’opinione pubblica americana è angosciata dall’eventualità di un’invasione aliena, e molti ritengono che da decenni i governi degli Stati Uniti d’America e della Russia (allora Unione Sovietica) conservino segretamente documenti e piani operativi per prepararsi a una tale evenienza.

I film di fantascienza americani degli anni ’50 e ’60 sono in parte il frutto di questa psicosi e in parte l’hanno alimentata: i “dischi volanti” supertecnologici, le armi spaziali e quelle terrestri nucleari, i “marziani” pronti a conquistare la Terra, gli “omini verdi” più o meno ben disposti verso la nostra razza, gli extraterrestri che si mimetizzano fra gli umani spuntando da improbabili “baccelloni” come nel famosissimo film cult L’invasione degli ultracorpi sono stati soggetti di grande successo a Hollywood e, in modi più moderni e raffinati, lo sono ancora.

Si pensi appunto al film, citato da Medvedev, MIB – Men in black del 1997 (che però è una fiction, non un documentario, come lui ha affermato forse riferendosi a una produzione tv russa).

Si tratta di una commedia diretta da Barry Sonnefeld, ben interpretata da Will Smith (l’agente J) e da Tommy Lee Jones (l’agente K), in cui si espone la possibilità che varie razze aliene usino il pianeta Terra come una specie di porto franco per creature extraterrestri senza fissa dimora: «Visto il film Casablanca? Stessa cosa, ma senza nazisti.»

Medvedev ritiene davvero che la situazione sulla Terra sia quella descritta in quel divertente film?

Per vivere come clandestini (è ironico che in inglese la parola alien significhi sia “alieno” che “clandestino”) i poveri extraterrestri sono costretti a travestirsi da umani. Uno speciale “reparto immigrazione intergalattica” si occupa di regolarizzare gli ingressi alieni e di mantenerli anonimi, una sorta di task force di “Uomini in Nero”, un’organizzazione così segreta che neanche il governo ne è a conoscenza. L’agente K spiega: «Ci sono circa 1500 alieni sul pianeta, la maggior parte dei quali a Manhattan. Gente onesta che cerca di guadagnarsi da vivere.»

L’agente J, appena reclutato, chiede: «Fanno i tassisti?»

«Non tanti quanti diresti.»

«Perché non lo dite in giro? La gente è matura: lo accetterebbe.»

«Una persona è matura. La gente è un animale ottuso, pauroso e pericoloso!»

È proprio quello che teme il governo russo, secondo la dichiarazione del suo premier, e forse e anche ciò che temono i governi di tutto il mondo, non sapendo come controllare l’impatto dell’onda emotiva sull’opinione pubblica, se una tale notizia fosse divulgata.

La cosa surreale è che Medvedev l’ha divulgata, ma l’ha fatto in un modo assai poco credibile, parlando indifferentemente di extraterrestri e di Babbo Natale.

Resta difficile comunque immaginare che cosa potrebbe accadere se fosse di colpo a tutti chiaro che varie razze aliene abitano già questo pianeta, oppure se un’invasione fosse palesemente imminente come nei peggiori incubi e nei film di serie B degli anni ’50.

È ancora l’agente K che ci aiuta con questa ironica frase da Men in black: «1500 anni fa tutti sapevano che la Terra era al centro dell’universo. 500 anni fa tutti sapevano che la Terra era piatta. E 15 minuti fa tu sapevi che la gente era sola su questo pianeta. Immagina cosa saprai domani!»

E tutto questo giustificherebbe l’estrema segretezza degli agenti della sezione che, secondo la dichiarazione di Medvedev, si occupa degli extraterrestri che vivono sul nostro pianeta. Nel famoso film citato dal premier, così viene istruita la recluta futuro agente J, aspirante “Uomo in Nero”:

«Tu non esisti, non sei mai nato, l’anonimato è il tuo nome, il silenzio la tua lingua madre. Tu non fai più parte del sistema, tu sei al di là del sistema, sei al di sopra di esso, sei oltre. Noi siamo quelli, siamo loro, siamo gli uomini in nero, Men in Black!»

La Guerra dei Mondi

A proposito della paura del “nemico alieno” che ogni tanto affiora dal profondo dell’inconscio umano, mi viene in mente la famosa truffa radiofonica del 1938.

Il celebre romanzo La guerra dei mondi di Herbert George Wells (The War of Worlds, 1897) parla di un violento tentativo di invasione militare marziana sulla Terra. Ne sono state ricavate diverse sceneggiature cinematografiche anche recenti di vario successo (come la celebre versione di Byron Haskin del 1953 e l’ultima interessante trasposizione di Steven Spielberg del 2005), ma, prima dei film, ne fu fatta una riduzione radiofonica dal grande attore e regista Orson Welles. Il radiodramma fu messo in onda dall’emittente CBS la sera del 30 ottobre 1938, ma, contrariamente agli sceneggiati serali normalmente trasmessi dalla radio e ascoltati da milioni di famiglie così come oggi si guardano i programmi di intrattenimento alla televisione, La guerra dei mondi era strutturato diversamente.

Il geniale Orson Welles, senza rendersi conto completamente delle conseguenze del suo gesto, aveva creato un copione originale strutturato narrativamente come un falso notiziario radio.

In pratica gli ascoltatori furono ingannati dalla veridicità della fiction quando un programma musicale in diretta da New York fu interrotto con queste concitate parole:

«Signore e signori, ci scusiamo per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7.40 p.m., ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute a intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche indicano che si tratta di idrogeno e che si sta avvicinando verso la Terra a enorme velocità. Il professor Pierson dell’Osservatorio di Princeton conferma questa osservazione dicendo che il fenomeno è simile alla fiammata blu sparata da un’arma.»

Il programma musicale fu interrotto a più riprese, ogni volta con notizie sempre più allarmanti, fino all’annuncio dello sbarco di astronavi marziane nelle campagne del New Jersey, e di aggressivi esseri alieni armati di gas velenosi e fantascientifici raggi di luce che incenerivano le persone.

L’acme fu raggiunta con la notizia dell’uccisione in diretta di un reporter, bruciato vivo da un’arma a raggi, e con la descrizione delle mostruose creature marziane:

«Oh, mio Dio, qualcosa di grigio che si muove come un serpente sta uscendo dall’ombra (…) sembrano tentacoli. Ecco, adesso posso vedere il corpo intero. È grande come un orso e luccica come pelle bagnata. Ma la faccia è indescrivibile. Mi devo sforzare per riuscire a guardarla. Gli occhi sono neri e brillano come quelli di un serpente. La bocca è a forma di V e della bava cade dalle labbra senza forma che sembrano tremare e pulsare.»

Secondo i paradigmi narrativi dello scorso secolo, i marziani erano emblematicamente mostruosi, seppur umanoidi, proprio in quanto “alieni”, diversi, non conformi, e quindi, ipso facto, malvagi.

Al crescere della tensione narrativa del radiodramma il panico collettivo si diffuse in tutta la nazione autoalimentandosi, soprattutto sulla costa orientale, nel New Jersey e a New York: gli ascoltatori erano stati coinvolti in una, forse non voluta, ben recitata truffa mediatica fin troppo convincente. Migliaia di persone furono realmente convinte di essere nel bel mezzo di una sanguinosa guerra con i Marziani, credettero di vivere il loro peggiore incubo, di sperimentare la loro più profonda e inconfessata paura: la “fine del mondo” a causa di un evento esterno improvviso e incontrollabile.

Ci furono episodi di violenza, morti e feriti, affollamenti nelle chiese, fughe dalle città, ingorghi e allarmi di ogni genere, e passarono alcuni giorni prima che la situazione tornasse alla normalità. Lo stesso Welles fu stupito dell’abnormità della reazione degli ascoltatori: era la prima volta che i mass media sperimentavano la loro enorme potenza persuasiva.

Una riedizione dello stesso radiodramma in Ecuador nel 1949 ebbe un esito simile, con disordini, morti e feriti a causa del panico scatenato.

“Baccelloni” alieni, complotti e caccia alla streghe

La tematica ricorrente di un’invasione aliena ebbe poi uno dei suoi picchi xenofobici durante la Guerra Fredda, parallelamente al crescere della tensione fra i grandi blocchi militari e con la paura diffusa della presenza di non ben identificati “nemici” sul suolo patrio, magari mascherati da pacifici e apparentemente innocui vicini di casa. Appartengono a quel periodo i classici film come il citato L’invasione degli ultracorpi, in cui gli alieni “cattivi” potevano essere facilmente assimilati alle spie sovietiche, pronte, nell’immaginario collettivo, a pianificare l’invasione del mondo occidentale. Sempre in quel periodo la psicosi collettiva diventò paranoia, alimentando anche la cosiddetta “Caccia alle streghe”; ma questa è, almeno in parte, un’altra storia.

Se veramente gli extraterrestri ci avessero visitato o addirittura vivessero fra noi sotto mentite spoglie, sarebbe plausibile che i governi tenessero segreta questa notizia? Certamente ci sarebbero tutte le opportunità politiche e sociali per giustificare un tale atteggiamento, teso a mantenere l’ordine pubblico e lo status quo. Una parte dell’opinione pubblica americana (e non solo) è convinta che esista una grande raccolta di dossier segreti sull’esistenza degli extraterrestri di cui solo pochi funzionari governativi sono a conoscenza.

Sono numerosi i candidati alla Casa Bianca che, in campagna elettorale, hanno più volte promesso che avrebbero divulgato il contenuto di tali presunti archivi, una volta eletti. Ma nessuno dei presidenti degli Stati Uniti d’America ha mai mantenuto tali promesse, anzi, una dichiarazione ufficiale della Casa Bianca del 2011 ha smentito categoricamente qualsiasi contatto con civiltà aliene. Eppure lo stesso Jimmy Carter (presidente dal 1976 al 1980) una volta ebbe a dichiarare che, avendo lui stesso visto gli UFO, non avrebbe più osato prendere in giro coloro che affermavano di averne visti; e anche Mikhail Gorbaciov, l’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991, disse che il fenomeno UFO è reale e che doveva essere affrontato seriamente. Però, è necessario distinguere fra il fenomeno UFO (che letteralmente significa Unidentified Flying Object, cioè Oggetto Volante Non Identificato), che può avere varie spiegazioni anche non extraterrestri, e l’ipotesi esobiologica che prevede l’esistenza di vita aliena intelligente, e ancora con la possibilità che tali alieni abbiano sia la volontà che la tecnologia per venirci a trovare sul nostro pianeta. Sono questioni ben diverse che meritano analisi e giudizi distinti.

Per esempio, sulla questione dell’esistenza della vita extraterrestre, recentemente persino il Vaticano ha cominciato a esprimere posizioni possibiliste e aperte.

Tornando al premier russo Medvedev, è quanto meno singolare che un importante statista faccia, fra il serio e il faceto, affermazioni di tale rilevanza. C’è da chiedersene il motivo. Per il ruolo che riveste nella sua nazione e nel mondo, è del tutto plausibile che sia a conoscenza di notizie riservate di ogni genere.

Ma come si devono intendere le sue parole? Le possibilità sono diverse:

1)      Medvedev ha soltanto inteso scherzare, e la parte relativa a Babbo Natale potrebbe dimostrarlo.

2)      Medvedev si è lasciato andare con leggerezza, divulgando autentiche notizie top secret.

3)      Medvedev ha voluto accreditarsi politicamente presso quella parte di opinione pubblica che ritiene vere le notizie diffuse.

4)      Medvedev ha voluto scalfire la segretezza di notizie che lui ritiene autentiche.

5)      Medvedev ha inteso cominciare a preparare l’opinione pubblica ad accettare l’esistenza degli extraterrestri in previsione di un prossimo contatto.

6)      Medvedev ha dei motivi sconosciuti per aver detto pubblicamente quello che ha detto, nel modo in cui lo ha detto.

7)      Medvedev è semplicemente impazzito.

Le suddette possibilità non si escludono tutte vicendevolmente, ma ci lasciano nel dubbio e nella curiosità.

Giovanni Pelosini



2 Commenti a "Medvedev: gli Alieni sono sulla Terra"

  1. Ufo

    Probably most ufologists think the simple premise that numerous planet governments are covering up UFO
    info.

  2. Giovanni Pelosini

    Probably… I don’t know what most ufologists think about.

Lascia un commento