Mostra dei “Tarocchi Livornesi” in Anteprima Mondiale

Comune di Livorno – Itinera – Ass. TARO – Museo Internazionale dei Tarocchi – Con l’Alto Patrocinio del Sodalizio Mvschiato

TAROCCHI LIVORNESI

di

Giovanni Pelosini e Tommaso Eppesteingher

IN MOSTRA

Livorno, Biblioteca Labronica, Villa Fabbricotti

Presentazione e vernissage

Sabato 11 novembre 2023, ore 17.00

Presenta Lorenzo Pelosini, presenziano gli Autori, intervengono Federico Maria Sardelli, Capras e gli Alti Notabili del Sodalizio Mvschiato, suonano e cantano stornelli livornesi tradizionali e inediti Francesco Caprina e Riccardo Stivé.

INGRESSO LIBERO

ORARI MOSTRA:

(fino a Domenica 4 febbraio 2024)

LUN-VEN ore 8.30-19.30, SAB ore 8.30-13.30

INFO: segreteriamusei@comune.livorno.it

tel. 0586.824511

Dopo gli antichi Tarocchi bolognesi, fiorentini, ferraresi, milanesi e i co­siddetti marsigliesi, dopo i tanti mazzi artistici e tematici moderni, ecco finalmente i Tarocchi Livornesi. Un omaggio all’anima di una delle città più straordinarie del mondo e ai simboli della sua mitologia.

I mazzi di Tarocchi sono immagini simboliche di antichi significati che rispecchiano il pensiero ermetico e umanistico rinascimentale. Storica­mente risalgono tutti a originali tar­domedievali creati nell’Italia setten­trionale con l’aggiunta di un quinto seme di atout (Trionfi) a un gioco di carte importato dall’Oriente che aveva solo i quattro semi tradizio­nali (Naibi).

Come i Tarocchi, anche la città di Livorno ha un’origine rinascimentale, essendo stata ufficial­mente fondata dal Granduca di Toscana Francesco I de’ Medici il 28 marzo 1577, e poi amata, rifon­data e cresciuta dall’instanca­bile azione di Ferdinando I.

Le Leggi Livornine medicee prima e le tolleranti politiche lorenesi poi hanno creato un terreno assai fertile per lo sviluppo del libero pensiero: le franchigie e la libertà di stampa, in un contesto multietnico e multi­religioso unico nel suo genere, for­giarono nel tempo una popolazione dall’indole ribelle, spesso con accese idee libertarie e rivoluzionarie, fer­rigna gente di mare, secondo il Tar­gioni Tozzetti. Mi piace ricordare le tante diverse origini etniche dei livornesi in analogia al piatto cittadino per eccellenza, il cac­ciucco: un’apparentemente casuale mescolanza di pescato, che però si manifesta con un gusto forte e sanguigno in un’improbabile ma armonica commistione di sapori, probabilmente arrivati anch’essi nel porto dalle più diverse località.

“Se vòi fa’ come ti pare, vai a Livorno!”, si dice ancora in questa città ricca di storia e di cultura, bella e interes­sante, ma poco turistica, af­facciata sul mare dal quale il libec­cio la schiaffeggia senza riguardo, con una popolazione dalla parlata ancora più sboccata, icastica e bef­farda delle altre toscane. Una città capace di resistere nei secoli alla malaria, al colera, all’alluvione, ai bombardamenti, alla miseria; prima nel mondo a pubblicare nel 1764 l’opera del Beccaria che ispirerà il Codice Leopoldino del 30/11/1786, con la prima abolizione in Eu­ropa della pena di morte e della tor­tura; unica toscana capace di ribellarsi eroicamente due volte all’esercito austriaco nel 1849 e nel 1859. Una città capace di inventarsi ben tre teste fasulle di Modigliani fatte ritro­vare nei fossi per burla, capace di non prendere mai sul serio neanche se stessa, davvero speciale per gene­rosità, sanguigna unicità, carattere schietto e irriverente e per il grande cuore. Li­vorno non si colloca tra le ordinarie e anonime province italiane, ma al centro del suo unico vitalissimo mondo, a causa delle tante tipi­cità, che i Tarocchi Livornesi in­tendono celebrare. Del resto qui si dice che, se ‘r mondo fosse un culo, Li­vorno sarebbe ‘r bùo!

Cosa fare con i Tarocchi Livornesi?

Potete usarli come un mazzo di carte per giocare a uno qualsiasi degli antichi e nuovi giochi, tutti derivati da quelli rinascimentali. Oppure potete scegliere di farne un uso cartoman­tico con la speciale accezione divi­natoria irriverentemente labronica, ma comunque conforme ai simboli tradizionali. In­fine potete semplicemente collezio­narli, sfogliarli come fossero le pa­gine di un libro di figure, contem­plarne i personaggi, le situazioni e i luoghi: immaginare la città attra­verso di loro, meditando sulle me­morie della città che fu, sulle “grolie della Livolno” che è, e sui sogni di quella che sarà. Poiché i Taroc­chi Livornesi sono anche un immagi­nifico viaggio nel tempo che i più anziani possono per­correre con nostalgia e i più giovani con la curiosità di riscoprire le proprie radici.

In questo originale mazzo ci sono 78 carte, 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori, divisi nei quattro semi: Remi, Ponci, Gabbiani e Torte. Le 78 carte riproducono con affetto e ironia labronica personaggi reali e mitologici, situazioni, luoghi, modi dire di Livorno; per esempio: I 4 Mori, La Pillaccherona, ‘r Cacciucco, Puccio Sterza, Gigi Balla, Calafuria, La Venezia, ‘r Pottaione, I Risiatóri, Lo Sfavato, La Zoppa di Montinero, La Libecciata, La Ciùa der Palandri, Lo Struggibùo, L’Uccello Padulo, Le Teste di Modì, La Ribotta, ‘r Cinque e Cinque e tante altre icone della cultura livornese.

Giovanni Pelosini & Tommaso Eppesteingher sono i creatori dei Tarocchi Livornesi. Il primo è l’ideatore e lo sceneggiatore di questo mazzo, in qualità di esperto della materia, autore di centinaia di pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in varie lingue e diffuse in tutto il mondo; noto a Livorno come Esegeta del Sodalizio Mvschiato. Il secondo è il geniale autore dei disegni, talentuoso illustratore di vignette, fumetti, copertine, manifesti, con la capacità unica di saper cogliere l’anima delle situazioni e dei personaggi di cui ritrae le tipicità in modo molto più efficace delle comuni caricature.

SCHEDA DELL’OPERA

Tarocchi Livornesi

78 carte originali + Libretto di 60 pagine

Ideazione, testi e sceneggiature: Giovanni Pelosini

Arte: Tommaso Eppesteingher

Edizione 2023: Associazione TARO  info@giovannipelosini.com  in collaborazione con Museo dei Tarocchi Tel. 3349975005 museodeitarocchi@gmail.com

 



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