Il Museo Internazionale dei Tarocchi

Finalmente i Tarocchi si riappropriano della loro dimensione culturale, artistica, iconografica, storica e antropologica in una struttura unica in Italia e nel mondo.

Durante il Solstizio d’Estate 2007, in una grande e suggestiva casa in pietra del XVII secolo sull’Appennino bolognese, nasce il Museo Internazionale dei Tarocchi, per la grande determinazione e dedizione della direttrice Morena Poltronieri e di Ernesto Fazioli. L’Italia è la nazione in cui la cultura dei Tarocchi è nata e ha avuto il più grande sviluppo fin dal XIV secolo, ed è giusto che qui sorga il primo centro teso a valorizzare l’arte contemporanea che si è occupata, ad ogni livello, a questa tematica.
Le opere originali di Renato Guttuso, Franco Gentilini, Enrico Baj, Hermann Haindl, Osvaldo Menegazzi, Arnell Ando, Renato Meneghetti, Andrea Picini, Jacob Kunstmann, Ute Ogelferr, Cathia Plate, Will Parfitt, Rachel Pollack, Robert Place si affiancano ad una collezione di artisti provenienti da tutti i continenti.
Davvero stupisce la grande varietà delle opere e degli oggetti, degli stili e delle modalità artistiche presenti nelle sale; non manca nemmeno un armadio che conserva pudicamente le immagini erotiche di alcuni mazzi di Arcani realizzati su questo tema.
Si possono ammirare centinaia di mazzi di Tarocchi di ogni epoca e provenienza, libri e stampe rare, manoscritti, oggettistica e simboli in un contesto non solo architettonico che si ispira con gentilezza agli Arcani ed alla loro storia.
Il Museo, nel suo complesso, si pone come un ponte filosofico fra l’arte iniziatica ed esoterica del mondo medievale e rinascimentale con l’arte contemporanea e la cultura moderna, che ancora riconoscono le loro radici tradizionali nella continuità iconografica e simbolica della cultura dei Tarocchi.
Le modalità interpretative ed espressive dei vari artisti contemporanei si manifestano con originale aderenza alla tradizione simbolica, ma anche con mezzi inusuali; a fianco dei classici Tarocchi da ammirare con la vista (pittura, grafica, scultura, video, performance), ce ne sono altri per i quali non servono gli occhi: Arcani da assaggiare e gustare, Arcani da toccare e percepire con il tatto, Arcani da annusare ed Arcani musicali da ascoltare nella versione di Giovanni Imparato, che li ha elaborati con il sottoscritto.
Una banca dati per la conservazione dei beni storico-culturali, una biblioteca di più di mille volumi tematici ed i testi della Casa editrice Hermatena arricchiscono il Museo dei Tarocchi, che propone anche mostre, seminari, workshop, performance, convegni, laboratori per bambini, percorsi tematici, manifestazioni ed eventi come l’annuale Festival internazionale.
L’universo dei Tarocchi e dei loro simboli è stato per troppo tempo relegato soltanto nel ghetto della divinazione mediatica, perdendo senso e credibilità nella massima esternazione dei suoi aspetti meno nobili e più superficiali. Nel XXI secolo il Museo dei Tarocchi ne recupera, con autorevolezza e spessore culturale, tutta la dignità meritata in secoli di storia.

Giovanni Pelosini



1 Commento a "Il Museo Internazionale dei Tarocchi"

  1. Dani

    Questo Museo lo visiterei davvero con interesse. Mi fa ri-prendere in mano e soprattutto in “testa” la mia voglia di disegnarne di miei. L’unico handicap è che da quando ho iniziato a interessarmene ne ho sempre disegnati solo alcuni (L’imperatrice, il Bagatto, il Mondo, il Carro) )oppure solo l’abbozzo preliminare di tutto il mazzo. Ma poi passa il teempo e me ne vengono in mente altri e mollo il già fatto. Sarebbe davvero interessante per me portare a termine un lavoro sui tarocchi, oggi. Grazie dello stimolo. Dioydea

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